C’è una grande struttura per eventi, ma c’è anche un grande chef in cucina, Domenico Marotta, che ancora giovanissimo ci ha proposto uno dei migliori pranzi dell’anno. Il ristorante gourmet è quasi nascosto, si entra da una porticina, si sale per scoprire una saletta spoglia, minimalista con una grande vetrata e 4 tavoli. Accoglie con professionalità Anna Coppola, e dalla cucina arrivano una serie di assaggi che coniugano tecnica, creatività ed equilibrio. D’altronde la classe non è acqua, si acquisisce con i lunghi anni passati da Alain Passard, Andrea Berton, Eric Frechon, Enrico Crippa, a In De Wulf e Seiji Yamamoto (Ryugin Tokyo). Il menù proposto è esemplare con una serie di prodotti dell’orto in primo piano, trattati con leggerezza, resi intriganti dai tanti abbinamenti. E ancora a ruota il pesce e la carne arricchiscono la scena, il risotto è forse il migliore assaggiato a sud del Po. Tante le contaminazioni risolte in chiave estrosa ed elegante, ma anche le radici ci restituiscono un agnello lauticauda esemplare, e perfino i dessert si fanno apprezzare. A cercare il pelo nell’uovo, qualche sapidità di troppo e l’intingolo in eccesso sugli spaghettoni, ma siamo di fronte ad uno dei migliori giovani talenti della nostra ristorazione, che per altro a parlarci non se la tira nemmeno come invece a volte riscontriamo in tanti giovani che rientrano a casa esaltati per uno stage di solo pochi mesi. Complimenti davvero a Domenico.