LR è l’etichetta dedicata a Luis Raifer, che ha portato al successo la cantina Colterenzio ed al quale tutto l’Alto Adige del vino deve molto. Un blend di vari vitigni per cercare la “summa” del territorio, un blend che in soli 5 anni, dal 2011 all’ultimo nato, il 2015 (il 2014 è stato saltato), si è notevolmente evoluto, perdendo per strada un pò di morbidezza e grassezza in favore di una maggior eleganza e pulizia. Ce lo descrive bene l’enologo della cantina presentato da Costantino Gabardi, che ben conosce la regione. In assaggio anche altri vini dell’azienda, con una citazione per il Berg, pinot bianco in purezza e i due notavoli Lafoa (chardonnay e un soprendente ed austero sauvignon).
Redazione Witaly
Taste a Firenze è veramente il paradiso dei buongustai. Oltre 300 produttori, in genere piccoli produttori, a coprire lo scibile del gusto. C?è un pò di tutto, ma sempre in genere di ottima qualità. Alcune sono presenze fisse, altri si presentano per la prima volta ed è un piacere scoprirli. In sintesi un’occasione per incontrare tatni produttori, che rendono sempre vivo il panorama del settore. A Firenze l’Italia del gusto sprizza salute ed è un piacere vederla.
Svolta materica a Marzapane. Non che mancasse prima la sostanza (ricordiamo piatti di Alba Esteve Ruiz di piglio deciso), ma sicuramente ora l’attenzione è decisamente maggiore e il piatto in genere veramente centrato sull’ingrediente che si vuole valorizzare senza tante o troppe digressioni. Si punta molto sulla selezione del prodotto (le grandi carni di Laura Peri, i formaggi di Gregorio Rotolo, una serie di ottimi pani appena sfornati e così via), riducendo al minimo salse, guarnizioni, e puntando su una presentazione essenziale. Direi che il risultato convince, l’obiettivo centrato, e non si rincorre solo il bersaglio facile, ma si azzarda (se non ci convince il piatto di cuori di pollo un pò sanguinolento per le rape rosse, ottima è l’omelette, forse la migliore mangiata in un ristorante italiano). Meglio i tortelli di una polentina un pò salata, carni al top e dolci forse da migliorare. La sala si muove puntuale sotto l’occhio attento di Mario Sansone, che è anche il titolare di questo bel locale.
Nasce come un piccolo capannone per la produzione di conservati, sta man mano diventato una casa, Casa Marrazzo per l’appunto. Lo è già nel nome, nell’accoglienza umana dei titolari, i fratelli Teresa e Gerardo Marrazzo, nella passione che ci mettono nella loro attività, nell’attesa con la quale cercano i tuoi consigli e suggerimenti. Per noi una bella scoperta, ma arriviamo quasi tardi, sono in tanti ormai ad apprezzare questi prodotti, Importante sarà per loro crescere restando umili, farsi sempre più conoscere, rimanendo quello che sono.
Sea Front Pasta Bar a Napoli
Giuseppe Di Martino è imprenditore tra i più dinamici, capaci e rivoluzionari. Basti vedere come sta rivoltando un mondo statico, consolidato, per molti vecchio e superato, come quello della pasta secca. I suoi colpi geniali sono innumerevoli, dalle cene d’autore nel suo stabilimento, all’abbinamento con Dolce e Gabbana. Sta anche lanciando una serie di locali e qui ci troviamo in quello a piazza del Municipio a Napoli. Un luogo iconico come questo negozio (al piano terra) vivace nel suo arredo, e posto goloso al primo piano dove un lungo bancone si affaccia su una cucina a vista con il Maschio Angioino e il porto di Napoli sullo sfondo. Qui si vive un’esperienza unica, una serie di piatti di pasta che non ti stancheresti di assaggiare, ben preparati e centrati nel gusto che derivano in larga parte dalla lunga ricerca che Peppe Guida di Nonna Rosa ha compiuto con la pasta Di Martino. Menù che finisce immancabilmente con la “devozione” come vengono chiamati gli spaghetti al pomodoro qui presentati come predessert. Ma non è solo la parte gastronomica che convince, quanto anche lo stile, il servizio curato, i vini (e i bicchieri utilizzati) in abbinamento ecc.. Insomma i tanti dettagli studiati e proposti confermano che alla guida c’è una persona che conosce a fondo il sistema.
Pasticcieria Pepe a Sant’Egidio
Sosta golosa per salutare Barbara Guerra tra le mille tentazioni dolci di Alfonso Pepe, grande pasticciere campano. E grazie ad Alfonso per le coccole ricevute e le deliziose zeppole che ci ha fatto assaggiare. Ma è sui lievitati tradizionali che forse esprime il meglio: provate la sua Colomba, che si avvia a ripetere il successo del panettone.
E’ uno dei luoghi più affascinanti di Roma, ad un passo da piazza Navona, ma in un angolo un pò defilato, quasi nascosto dai rampicanti, entri e ti ritrovi in un museo per la bellezza e ricchezza dell’arredo. Stiamo parlando dell’Hotel Raphael, un gioiello di Roberto Vannoni, persona stupenda, discreta e riservata. Tra le tante belle cose dell’Hotel è il ristorante, all’ultimo piano, trova in estate il suo pieno splendore tra le guglie e cupole dei vicini capolavori del Borromini, mentre in inverno la sala è sicuramente più sacrificata. Anche la cucina è particolare, vegetariana, affidata alla consulenza di Pietro Leemann e sotto la responsabilità del giovane Ettore Moliteo, anche lui modesto e riservato, ma bravo. Apprezziamo la sua cucina, che si ispira giustamente ai canoni del maestro, ma che non è priva di spunti anche originali. La serata dell’altro ieri era però speciale, con la presenza diretta di Leemann e con il piacere per noi di riassaggiare alcuni suoi grandi classici, che è sempre interessante vedere come reggono il tempo, senza rughe, solo forse qualcuno oggi andrebbe reso più leggero, in linea con i tempi.
Non amiamo molto le serate a 4 o mani, anche perchè abbiamo la fortuna (o missione) di andare personalmente a trovarli nei loro ristoranti. Capiamo quindi queste situazioni che permettono di assaggiare una serie di piatti non sempre alla portata di chi ha difficoltà di spostamento, e d’altro canto permettono scambi e confronti tra chef amici che tutto sommato fanno bene al sistema. L’altra sera di scena erano Stefano Marzetti chef resident del Mirabelle e Sandro Serva de La Trota di Rivodutri. Due “templi” a confronto, il primo è il tempio delle buone maniere, creato negli anni da Bruno Borghesi, al quale tutti coloro che amano la cucina (e in particolare la ristorazione romana) devono tantissimo. Il secondo è un tempio della cucina di pesce d’acqua dolce con pochi paragoni in Italia e non solo. Insomma un’occasione da non perdere e, anche se conoscevamo tanto bene i piatti, riassaggiare l’uovo nel carciofo (tanto per fare una citazione) non è poi di certo un sacrificio.
Dal di fuori è difficile percepire tutto quello che c’è dentro. E’ talmente tanto che si fa fatica a ricordarsene, a volte la presentazione lascia un pò a desiderare, ma la quantità di cose buone e a volte eccellenti è rara a vedersi in così ampia concentrazione. Una bottega, o meglio un concentrato di botteghe gastronomiche che ha pochi rivali e che diventa anche pizzeria e ristorante a mezzogiorno. Così si possono assaggiare i prodotti esposti, dalla pizza al pane con le carni e i formaggi in evidenza. Gran parte è produzione Amodio, e questo è un signor punto vendita dell’Azienda.
In occasione di Meet siamo stati in questo bel ristorante sulle colline pescaresi. Una formula coraggiosa, un tavolo unico (molto bello) che segna la sala, un arredo moderno, un servizio professionale. Si respira qualità ma anche, per fortuna, calore umano, grazie all’eleganza sottile di Maria Chiara che accoglie i clienti all’ingresso e ad Antonio lo chef che avrà le sue ambizioni, ma resta schivo, riservato, e concentrato sul proprio lavoro. Una serata in allegria allietata da alcuni ottimi vini e da una serie di piatti che testimoniano la buona mano della cucina, il desiderio di puntare in alto, il gran lavoro di una brigata che si destreggia su un’ampia gamma di prodotti, e cerca di approfondire ogni dettaglio. Il risultato è già notevole e di sicuro interesse. Il nostro consiglio è di semplificare qualcosa, qualche elemento ci sembra ridondante, a discapito dell’ingrediente principale, e c’è qualche ripetizione di troppo da evitare (l’aria di qualche aroma spesso ripetuta). Però la visita vale il viaggio, e rimane la voglia di ritornare per vedere la sicura evoluzione di questa bella coppia di giovani che fa ben sperare.
e l’ingrediente principale che a volte sembra quasi in secondo piano.