Che bella Pienza ieri! l’occasione il matrimonio di Bea e Pietro, e il rinfresco ci ha fornito l’occasione di scoprire un bel team di giovani cuochi in questa bella Terrazza del Chiostro a Pienza dove l’evento trova indubbia cornice. Torta super, (un millefoglie decorato ad arte) di Antonio Betti, che unisce professionalità e competenza ad una modestia ormai rara in questa categoria.
Redazione Witaly
Sappiamo cosa fare fino al 24 luglio: scopriremo ogni settimana una robusta dose di pizzerie selezionate da un nutrito e competente manipolo di recensori (anonimi e insospettabili) sparsi lungo la penisola. Una robusta anteprima ci è stata fornita ieri sera al Baglioni, ma il vertice sarà per l’appunto centenillato fino al gran finale. Se i recensori sono occulti conosciamo benissimo team di guida, e, confessiamolo, abbiamo un debole per loro. Sono come fratelli e sono bravissimi, quindi il prodotto non potrà che essere più che buono. Poi è chiaro, sempre una guida è, e nessuno è infallibile, ma di sicuro sarebbe difficile fare di meglio.
Metti una sera a cena i piatti di Fabio Cervio, i vini di Maurizio Zanella, il panorama della Terrazza dell’Eden….è difficile che la somma non torni. Ed in effetti la serata è stata piacevole, con il ritmo giusto grazie anche all’ottimo servizio, e non sono mancate le curiosità: la serie di vini rossi abbinati anche ai primi per una cucina elegante ma, forse per rincorrere l’abbinamento, di indubbia potenza gustativa (pensiamo al retrogusto finale del ripieno di bollito, alla carica del cacio e pepe, alla concentrazione sapida dello stracotto). Coccole anche nel finale, con un buon dessert e fini praline. Ci siamo anche affacciati al Giardino, il ristorante più informale che occupa la gran parte della Terrazza: pieno ad ogni tavolo, insomma un buon segno per la città.
Siamo a Vico per la festa e accettiamo volentieri l’invito a visitare la piccola azienda che Beppe Guida, di Nonna Rosa, ha realizzato sulla montagna sopra Vico. Scopriamo un posto tranquillo ed ameno con gran vista sulla costa e qui Beppe si è circondato da tutto quello che ama, dall’arredo alla musica in sottofondo, ma soprattutto con una cucina ben attrezzata dove ha già cominciato a fare dei corsi prevalentemente per gli stranieri. Intorno è un ettaro di rigogliosa e fertile terra che gli garantisce tutto l’anno ortaggi legumi frutta e ogni ben di Dio, c’è anche qualche gallina. Altri animali “giusti” si trovano a poche centinaia di metri come il maiale dell’amico contadino che è alla base dei suoi salumi. Siamo un piccolo gruppo di amici e Beppe improvvisa un pranzo con il raccolto del mattino: bontà assoluta.
Non solo grandi chef, ma anche grandi prodotti come abbiamo avuto modo di vedere durante la giornata di lunedì approfittando della felice e densa esposizioni di piccoli e bravi artigiani del gusto. E poi a sera la grande serata con una 50ina di chef che spuntano da tutte le parti. E in genere ottimi assaggi con una segnalazione speciale a Thomas Kavcic, sempre gentile e pronto ad unirsi agli chef italiani, e il suo tovagliolo goloso era proprio buono.
E, andando a Vico, un doveroso passaggio per Cetara per salutare Pasquale Torrente che ci mostra orgoglioso i lavori fatti per migliorare il già bel locale che è ospitato nell’antico convento. Una gran cucina di pesce azzurro con pane burro e alici in evidenza.
Abbiamo un pò di nostalgia delle feste sulla spiaggia che hanno sempre caratterizzato questa Festa, ma quest’anno sono 50 anni di Pizza a Metro ed è obbligo festeggiarla. Grande festa quindi per le strade di Vico praticamente impraticabili dalla ressa della folla, ma anche dentro al vasto locale ci sono centinaia di persone venute a incontrare ed assaggiare i piatti di tanti chef (con il ricavato versato in beneficenza). In prima fila, applauditissimi, Tonino Cannavacciuolo e Gennaro Esposito, padroni di casa.
Da oltre 50 anni Da Vittorio è una bella storia che continua e, visto che una nuova generazione avanza con ben 10 femmine e 3 maschi (al momento), pensiamo che se ne parlerà ancora a lungo. Comunque anche l’attuale, 5 figli con stavolta i maschi in leggera prevalenza, si dà molto da fare. Lavorano sempre tutti all’unisono, senza mostrare crepe e sbavature, forse perchè in alto c’è Lei, la Bruna, che nelle emergenze che sicuramente ci saranno sa rimettere le cose a posto. E’ la grande maison italiana della ristorazione, aperta su più fronti, e sempre con successo visto anche che un mercoledì sera di una piovosissima giornata, con un’importante partita in contemporanea, il locale era comunque pieno. Eravamo lì a brindare con Lorenza, e siamo stati tutti coccolati, il nostro tavolo come gli altri, con quella professionalità che fa la differenza. Tutto è curato: dalla ricca tavola alle luci, dal servizio del pane con i filoni tagliati al momento al gigantesco carrello dei formaggi. E non parliamo del tripudio di stuzzichini iniziali e finali. E tutto scorre con il ritmo giusto imparato a memoria, scandito da una brigata organizzata in modo perfetto. Venendo alla serie di assaggi da citare qua e là il crostone di acciughe, il baccalà mantecato, il risotto con il gambero in un percorso di grande godibilità. Forse meno ci è piaciuto (anche se bello) il foiegras in tazza che scivola giù nel brodo caldo e lo scampo un pò appesantito dalle mandorle e roveja.
La prima colazione Da Vittorio
La prima colazione da Vittorio alla Cantalupa è veramente un inno alla qualità nella quantità. Due concetti che per i Cerea vanno a braccetto: non c’è qualità se questa non viene percepita, e il miglior modo per essere percepita è rimanerne sommersi, proprio come alla prima colazione. Un’esperienza inenarrabile da provare.
Il locale nasce attorno al 1750 ma in realtà la storia inizia molti secoli prima come testimoniano i ruderi ai quali si accede dalla bella cantina. Siamo al centro di Verona a poca distanza da piazza delle Erbe, ma siamo anche al centro di quella che era la Verona romana. Una storia lunga e ricca, ma solo limitandoci all’attuale famiglia dei titolari dobbiamo risalire a quasi un secolo fa, a quando nel 1928 i Gioco sono arrivati. Da allora varie generazione e le ultime sono ancora presenti: Iole e Giorgio Gioco di 92 e 94 anni! e fisicamente presenti nella nostra visita Antonio e Simonetta Gioco, che seguono da vicino il ristorante. Importante è la nuova generazione, quella sui 30 anni, con in evidenza Filippo. Soprattutto a lui, che è andato in giro, si deve il cambiamento di rotta. L’ultima volta che eravamo venuti qui era a metà degli anni ottanta, come dire un’altra epoca. Non eravamo più tornati perchè il magnifico locale era diventato più museale che reale, più arroccato nelle sua storicità che aperto alle nuove esigenze gastronomiche. Il rientro di Filippo ha dato il via ad un cambiamento che è stato giudiziosamente non traumatico, ma comunque radicale. Nel giro di circa un anno è cambiato tutto: si è alleggerito l’ambiente, modernizzate le tavole, cambiate le luci. Oggi il locale conserva il suo splendore architettonico, le pareti affrescate, ma le sale sono moderne e ariose. Ma la cosa che più ci tocca da vicino è il cambiamento in cucina. Qui è arrivato uno degli chef ai quali siamo più legati, e che crediamo sia stato finora largamente sottostimato. Mauro Buffo ha un’esperienza internazionale alle spalle, una notevole cultura gastronomica basata su un’ampia tavolozza di ingredienti, una base tecnica più che ragguardevole. Insomma i 12 apostoli si presentano oggi, al termine del periodo di transizione, con uno spirito e una brigata completamente rinnovata e il menù che propongono, come testimoniano le foto e il nostro parere, è di gran livello. Da seguire con attenzione!