Si estende la catena di ristoranti Daruma e assume sempre maggiore identità. Evoca il Giappone, ma non dimentica l’Italia e cerca di fondere i due generi non dimenticando la qualità degli ingredienti e non scivolando nella confusione di stili. Ad agevolare l’operazione è il talento indubbio di Bruno Barbieri, che forte di 35 anni di esperienze culinarie di vario genere può con disinvoltura affrontare l’impegno. Godibile il salmone, un pò troppa arachide nel tonno, e decisamente buoni gli spaghetti freddi alle alghe che hanno avuto solo la sfortuna di essere mangiati in una giornata di maggio che pareva di essere a novembre.
Redazione Witaly
10 anni di Pommery Italia, 10 anni di successi e si brinda veramente alla grande. Siamo all’Accademia di Francia a Villa Medici uno degli angoli più belli della Capitale in una serata bellissima ritagliata in un tempo incerto. Grande parterre e grande gioia, meritata, di Mimma Posca, che viene applaudita da tutti con a fianco M. Vranken, molto tranquillo e Mme Vranken, trascinante al microfono. Una serata dove c’è tutto al top: ambiente, compagnia, musica, cibo e vino, una serata da ricordare.
Una birra famosa anni fa e poi un pò dimenticata, ora sembra ritornare prepotentemente. Si presenta a Roma con indubbio sfarzo nella bella location de La Villa sulla collina Fleming. C’è anche Alessandro Borghese come brand ambassador almenoo dell’evento e ovviamente la folla non manca. Due birre presentate, bionda e chiara, stessa gradazione e bontà.
Un evento piccolo, ma denso di contenuti, con produttori ben selezionati che hanno portato i vini del Salento a Roma. Una bella conferma i tanti rosati che abbiamo assaggiato, non solo di negroamaro come era prevedibile ma anche di susamaniello (il Torre Testa). e complimenti ai vini di Calitro, una giovane azienda che non conoscevamo.
La vecchia storica trattoria alle rose di Salò ha cambiato pelle. Anzi la pelle, cioè l’esterno, è rimasta quella di prima, ma il resto è indubbiamente doverso. Il nuovo look è più contemporaneo, ma con giudizio (lode all’architetto, manca però un intervento sull’insonorizzazione), ma è soprattutto la cucina quello che a noi interessa. Sono tutti giovani, ben 5 , 3 in cucina e due in sala, età media 24 anni. I due titolari sono ai fornelli: Marco Cozza e Andrea De Carli, esperienze da Marchesi, al Cambio, qui sono arrivati forse un pò troppo giovani, ma sicuramente determinati. Le intenzioni sono lodevoli, e cioè fare moderna cucina del territorio valorizzando gli straordinari prodotti di un circondario che passa dai monti al lago, dai colli alla pianura. Il menù è esemplare: a fumetti, allegro e ben esplicativo, e anche i prezzi invitanti. Ottime premesse quindi e anche il risutalto tutto sommato è più che incoraggiante: gli stuzzichini sono buoni, il pane e i grissini pure, I due antipasti, un pò semplici, ma ben valorizzano gli ingredienti, così come i secondi. Ci frenano i due primi un pò ridondanti e meno precisi, ma nel complesso sono sicuramente da seguire e incoraggiare, anche perchè la linea è quella giusta, non c’è un salto spericolato verso l’innovazione, ma il desiderio di evolversi passo dopo passo, con giudizio.
Abbiamo visto nascere, o meglio rinascere, questa Antica Corte e il ristorante lì dove le mura si aprivano con uno squarcio doloroso verso l’argine del fiume. Il recupero è stato grandioso e spettacolare e ora questa sala è sicuramente tra le più belle, anche grazie all’arredo in stile e al recupero di vecchi e importanti oggetti. Negli anni Massimo ci sembra che sempre di più abbia trovato la sua misura. E’ ristoratore di lungo corso, per cui attento ai dettagli, alla tovaglia stirata sulla tavola, al mantenere i tavoli larghi e spaziosi, ad istruire a fondo il servizio di sala che è infatti molto gradevole. L’ambiente sembra guardare al passato, ma l’ipad con la carta dei vini riconduce al presente. E anche la linea di cucina è impostata sui grandi classici, ovviamente centrata sul maiale, ma non disdegna altre direzioni pur restando fedele al territorio. Abbiamo scelto una linea di orto e pesce d’acqua dolce, con soddisfazione. L’uovo e le insalate erano buone e ben presentate. Anche il risotto buono, anche se l’estetica lasciava un pò a desiderare e sul secondo meglio lo storione della tinca. Del servizio abbiamo detto e ultima cosa apprezzabile la giovane età delle due brigate di sala e di cucina.
Citra presenta il suo montepulciano. Non è ancora un vino, o almeno ne assaggiamo le prime sperimentazioni, ma è un progetto a lungo termine fatto in modo innovativo. Ideato da Riccardo Cotarella con il suo team e il team di enologi di Citra, ha l’ambizione di monitorare il territorio con grande precisione, e con un’attualizzazione in tempo reale. Attilio Scienza ci racconta i vantaggi di questa zonazione dinamica e dobbiamo dire che è affascinante. Ci vorrà qualche anno, ma già la prima bozza di questo tentativo di approfondimento scientifico e metodologico del territorio sembra dare i suoi primi risultati. Un bel convegno, pieno di dati, numeri e idee concrete.
Invita Citra e ritorniamo sulla Costa dei trabocchi per riassaggiare i loro vini e passare una serata su questo bel territorio poco noto. Un nuovo albergo ci accoglie, bello bianco e pulito: La Chiave dei Trabocchi, e poi si va al Trabocco Pesce Palombo, dalla spettacolare passerella per vivere un ambiente veramente suggestivo sospeso sull’acqua. I vini quelli di Citra, ancora forse poco noti nel mondo Horeca, ma di sicuro interesse. Serata con il vertice alla guida del consorzio di cooperative: il Presidente Valentino Di Campli, il direttore Filippo D’Alleva e lo staff tra cui l’infaticabile Simona D’Alicarnasso.
Avevamo dimenticato nel desktop alcune foto alle quali invece teniamo. Due personaggi importanti del mondo dell’agroalimentare e sempre in giro per il mondo come Riccardo Agugiaro e Giuseppe Di Martino è difficile averli insieme, eccoli invece al Cibus uniti a progettare un’altra avventura: pasta e pizza, magari con qualche Emergente. E poi ancora altri due personaggi come Davide Scabin e Angelo Nudo, un grande chef e un grande selezionatore di formaggi.