Un albergo che ha tanta storia alle spalle e che ancora oggi merita la visita, anche per i prezzi convenienti. Certo il potenziale è poco sfruttato e meriterebbe un completo rinnovo, comunque è da godersi l’ospitalità d’antan e le belle maniere di un personale accogliente.
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Quali sono le miglior carte dei vini a Dubai? Un premio ce lo rivela, con interessanti novità e una professionalità crescente tra i wine manager, spesso chiamati con orgoglio dall’Italia, che di anno in anno crescono nel numero e nel livello.
I giurati internazionali, chiamati da The I-Factor, Rosario Scarpato e “Tasted and Rated” (qui la video intervista di Simone Luca Gagliardi) erano: Luigi Cremona, Alain H Lee, Claudio Martins e Liam Steevenson che hanno valutato 60 nomination. L’obiettivo del premio è raggiungere crescente consapevolezza in entrambi, consumatori e professionisti della ristorazione, dell’enorme versatilità dei vini italiani, che sono la perfetta corrispondenza per tutti i tipi di cucina grazie alle caratteristiche ideali dell’acidità e dei tannini nella maggior parte di essi.
Dubai è ormai una metropoli che offre un’enorme varietà di ristoranti e cucine, lo sfondo ideale per ospitare un’edizione di questo premio che nasce ad Hong Kong nel 2010. Il primo obiettivo dei premi è quello di dare un adeguato riconoscimento e visibilità mediatica ai ristoratori, sommelier, maitre, wine and restaurant manager, F&B e a tutti i professionisti della Sala. Questa gente va premiata per la sua passione nel proporre eccellenti etichette italiane ai clienti attraverso le proprie liste dei vini. Così facendo, contribuiscono in modo fondamentale a creare cultura nella clientela di Dubai che così impara via via a riconoscere la diversità e la gamma dei vini italiani, che non sono solo tra i migliori al mondo in termini di qualità, ma hanno un’identità che nessuno dei loro competitor ha.
L’Italian Wine List awards a Dubai 2018 è stata presentata nell’italian Pavillion nel contesto del Taste of Dubai, chiusosi lo scorso sabato. Il primo premio va a Roberto’s Restaurant & Lounge. La TOP ITALIAN WINE LIST la vincono pari merito Casa Mia e The Artisan by Enoteca Pinchiorri. La BEST ITALIAN WINE CHOICE va al Quattro Passi Italian Restaurant e all’Hakkasan Dubai. La TOP ITALIAN WINE CHOICE va a Nathan Outlaw del Al Mahara Burj Al Arab e al Alta Badia, Armani Amal Restaurant, al BiCE Ristorante, al Buddha-Bar Dubai, al Bussola, al Cave, al Conrad Dubai, al Cipriani Dubai, al Coya Dubai, al Four Season Resort Hotel, a Il Borro Tuscan Bistro Dubai, a Il Faro Dubai, al La Cantine du Faubourg – Restaurant & Lounge, al La Serre Dubai, all’Okku, al Ronda Locatelli Dubai, al Segreto, Toro Toro, Grosvenor House, Dubai, al Vanitas, Palazzo Versace Dubai, allo Zuma Dubai.
Che dire ragazzi? Tutti bravi perché il loro successo é anche un po’ il nostro, viva la Sala!
Lorenza Vitali
Quasi per caso Monia e Umberto De Martino si sono ritrovati alla conduzione di questa impegnativa struttura. Un pò la fortuna e tanto la passione e l’impegno, e alla fine in soli tre anni possono cominciare ad esserne fieri e confortati dal successo e dal ritorno della clientela. Siamo in posizione dominante la pianura sulla prima collina provenendo dal basso. Una location indovinata e una struttura piacevole. Al piano di sotto il ristorante che comunque (pur essendo in basso) gode di un bel panorama attraverso la larga vetrata. Lui è chef consumato, grande amico di Gennaro Esposito e grossomodo stessa provenienza. Lei è stata cooptata nel servizio di sala e ha ben reagito mostrando piglio ed efficienza. La cucina mostra fieramente le proprie origini, con forse una ridondanza nel proporre il fritto e comunque un intingolo di sostanza, ma dobbiamo dire che non perde di vista il gusto facile che alla clientela piace. Abbiamo apprezzato gli stuzzichini iniziali, e a seguire meglio il gambero in carrozza delle scivolose capesante e tra i primi meglio le linguine di un risotto un tantino pesante e troppo mantecato. Il piatto migliore? secondo noi la triglia cotta e cruda con il cavolo rosso.
Andreina a Loreto
Andreina ci ha lasciati, ed amiamo ricordarla come l’abbiamo sempre vista: di fronte alla sua amata griglia, per altro posta subito di fronte all’entrata del locale. Quanti sono passati? quanti l’hanno salutata in tanti anni di attività? E’ una storia bella e lunga, è una storia che continua, perchè dopo di Lei Ave,e dopo Ave ecco Errico, che coadiuvato da una bella e importante presenza in sala, quella di Ramona, da alcuni anni ormai ha la responsabilità del ristorante. Diciamo subito che Errico ce la mette tutta, con passione e determinazione e dobbiamo dire che negli anni grazie anche ad esperienze e confronti, è cresciuto. Dove arriverà? La stella lo ha premiato, come anche il giudizio di tanti altri colleghi a testimoniarne appunto la crescita. Anche secondo noi vale e vale un pò tutto il locale a cominciare dall’ottima regia di sala di Ramona. Pensiamo pure che forse qualcosa in più si potrebbe fare, sia operando su un ambiente che risulta un pò oscillante tra il rustico e l’elegante senza prendere direzione certa, sia sulla cucina anche questa incerta se seguire la strada tracciata da nonna Andreina o quella di una contaminazione che attrae (e c’è anche una terza via, quella di una griglia contemporanea). Sono loro due, Ramona ed Errico che dovranno (se vogliono) rispondere guardandosi dentro, noi per ora ci limitiamo a registrare la buona serie degli stuzzichini iniziali, la tecnica evidenziata dal tacos, dalle sfoglie di riso, dal buon pane. Poi arriva il piatto a più alto potenziale: le foglie e foglie, secondo noi non perfettamente eseguito, ma molto bello. Non ci è piaciuta la capesanta troppo cotta, meglio la cacio e pepe di una mischiata con lumache carente di acidità, buono infine anche il dessert.
Iyo a Milano
Uno di quei locali che onora Milano e la rende la città metropolitana e internazionale che vuole essere. Un locale moderno, funzionale, con un’accoglienza impeccabile e un servizio di sala altrettanto puntuale e preciso. In un ambiente ben frequentato e indovinato da un punto di vista architettonico, una brigata numerosa soddisfa le esigenze dei non pochi clienti che qui vengono e tornano volentieri per assaggiare una cucina di base nipponica con ampie contaminazioni occidentali. Una giovane brigata di cucina guidata dal bravo Michele Biassoni, con Francesco Bianchi e Luca Jesus Monaco dialoga con quella di sala: l’eccellente Matteo Ghiringhelli con Paolo Cantafio e Angela Lonetto. Accompagnati da un soave e pieno Solosole dell’Azienda Allegrini a Bolgheri, (siamo al tavolo con Leonardo Vallone, grande esperto di marketing del vino), ecco arrivare i piatti: in meno di un’ora una serie di portate non banali, tutte piacevoli, centrate nel gusto. A volte qualche ripetizione nelle note dolciastre, ma senza arrivare alla caramellizzazione eccessiva molto amata dal genere fusion (vedi Zuma &Co). Una bella prova di alta professionalità.
Mancavamo da quasi due anni e abbiamo trovato un Fabio Abbattista cresciuto, con una cucina più misurata e leggera, che ci è piaciuta: punta alla sostanza del gusto, non fa troppe carpiole inutili, è piacevole senza ricercar l’effetto speciale. Risente ancora dell’impostazione classica, un pò troppo proteica, con carne e pesce che dominano il menù mentre sarebbe forse più opportuno lasciare spazio maggiore al vegetale. Quanto ai piatti ci sono sembrati centrati gli stuzzichini iniziali, tra gli antipasti meglio le lumache di una cipolla poco contrastata e di un lavarello scivoloso, il baccalà risulta leggero e croccante, e giustamente golosa è la chiusura dolce. A buon controno un servizio attento e gli ottimi vini che hanno accompagnato la cena.
Che bella questa Filiale, la pizzeria all’Albereta dove Franco Pepe è consulente! Un bello spazio su due livelli che presto sarà affiancato da uno esterno per la bella stagione in arrivo, e anche per aumentare il numero di coperti rivelatosi inadeguato: la pizza spopola pure in Franciacorta. D’altronde una buona pizza gourmet, come ad esempio quella da noi provata con i friarielli, con un buon calice di Franciacorta ci sta da Dio.
Cavo a Genova
Ritroviamo Ivano ed Elisa a Genova, proprio nel centro (dopo il The Cook a Nervi e ad Arenzano). Un locale storico sopra Romanengo, altrettanto bello con una sala imponente e preziosa nel soffitto dipinto, e una seconda sala altrettanto bella subito dopo il chiostro. Sono appena partiti ma ci sembrano aggueriti e in forze. Ad Ivano ed Elisa si sono affiancati Marco Primiceri (ex Emergente Nord) e la sua campagna, Lucia De Pari ai dessert. Loro sono stati molto in giro (soprattutto in Spagna, Quique Dacosta) ed il tocco moderno e tecnico già si manifesta. Abbiamo provato il piccolo menù degustazione con grande soddisfazione, a parte un improbabile collo di gallina farcito (difficile da masticare), e con le lattughe ripiene e i dessert da ricordare. Il centro storico di Genova è affascinante e questo locale finalmente rappresenta una meta golosa da non perdere.
La Unox è da anni sponsor dei nostri eventi ed abbiamo fatto una visita di cortesia. Pensavamo di trovare una bella realtà, ma non immaginavamo fino a che punto! Lo stabilimento è moderno funzionale e pulitissimo, ma poi scopria una serie di altre aziende tutte collegate con l’intento di fare ogni elemento dei forni in casa, dalla plastica, all’elettronica, dagli imballaggi al vetro. Una bella azienda davvero che fa onore all’Italia: per numero di forni è la prima al mondo! Merito di Enrico Franzolin che l’ha creata con la moglie e la figlia Chiara ora coinvolta nella direzione, mentre il genero Nicola Michelon è il direttore operativo. La visita si chiude con un pranzo veloce allo Zafferano di Padova, un piacevole ristorante di pesce, con tranquillizzante operosità.
Mezzora a disposizione prima del treno ed è stata sufficiente per una sosta breve ma tranquilla e serena nel bello spazio che Oliver Glowig gestisce al Mercato Centrale. Tutto corretto dall’arredo al servizio, dal menù alla gente che viene qui e trova una sosta gastronomica adeguata. La Stazione Termini complessivamente ci sembra bella e funzionale, in una Roma dove tanti servizi lasciano a desiderare.