La storia parte da lontano, nella grotta di tufo dove sono le cantina sono state rinvenuti resti di elefanti preistorici. Il Castello risale a quasi mille anni fa, ma l’attuale forma si deve ai Falconieri, che l’arricchirono nel settecento con una serie di importanti affreschi. Nell’ottocento la tenuta era di oltre 3000 ettari, ma con l’estinzione della famiglia Falconieri andò in decadenza fino all’arrivo di Luigi Albertini, direttore del Corriere della Sera ai primi del novecento, oppositore del fascismo ed infatti fu proprio con i soldi della liquidazione dal Corriere, quando fu invitato a dimettersi per le sue idee ostili al Regime, che comprò la tenuta allora completamente abbandonata. Grazie alla sua opera divenne una tenuta modello nota a tutti soprattutto per la parte lattiera. Poi fu divisa e oggi rimane il Castello con accanto le vigne, oltre 150 ettari (vitati circa la metà), con una produzione biologica. La proprietà è delle sorelle Carandini, nipoti dell’Albertini che curiosamente hanno poi sposato due vignaioli: Filippo Antonelli, di Montefalco, e Lorenzo Majnoni Guicciardini della Val d’Elsa. Ultima nata in questa lunga e bella storia è l’Osteria, detta dell’Elefante, che propone una cucina solida, legata al territorio, con larga parte di prodotti biologici.
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Il Salon è la parte del New York Cafè adibita al fine dining aperta solo la sera. Occupa due sale superbe in linea con l’arredo prezioso e dorato del resto dell’ambiente. E’ ben riprodotta l’atmosfera della Belle Epoque, un servizio in stile serve al tavolo, curata la mise en place salvo i piatti curiosamente moderni, magari belli, ma non nello stile. In cucina è l’esperto Andras Wolf, qui ormai da dieci anni, con la sua cucina ungherese evoluta. I piatti denotano la ricerca, l’attenzione alla presentazione, ai contrasti di colore e sapore, con soluzioni secondo noi accettabili e di gusto, ma con la tendenza spesso al barocchismo, forse influenzati in questo dallo straordinario decoro alle pareti e al soffitto. Ci è piaciuta di più la parte finale con un delicato storione e un buona chiusura dolce.
Budapest è una bellissima città, ormai ci ritorniamo con regolarità da qualche anno e ogni volta è una conferma. Anzi ogni volta è più piacevole perchè troviamo sempre qualcosa di nuovo: una città ben tenuta, che cresce, e che investe per migliorarsi. Un bell’esempio per chi, come noi, viene da Roma.
Quasi 150 persone hanno seguito ed apprezzato la cena preparata da Peppe Guida del ristorante stellato “Nonna Rosa” nella bella sala dell’Hotel Boscolo di Budapest. Erano 5 le regioni del progetto di valorizzazione portato avanti da ITA ICE e presenti al Sirha di Budapest, e sono state 5 le ricette di Peppe Guida, ognuna dedicata ad una regione.
Molti applausi per lui e per la sua brigata, particolarmente convincenti la Mischiata Potente, un formato di Pasta di Gragnano molto legato alla sua tradizione, con totanetti e la (delicatissima) zuppe di pesce con patate, erbe e camomilla. Veri protagonisti sono stati anche i 15 produttori presenti che sul palco hanno raccontato le loro storie, spesso di diverse generazioni familiari, e la loro volontà di intraprendere rapporti commerciali con l’Ungheria e con i paesi adiacenti. Infatti erano seduti ai tavoli anche 40 buyer di 8 nazioni dell’Est Europa, invitati per l’occasione dall’efficiente ufficio dell’ICE a Budapest. Evviva l’Italia che produce cose buone, che coglie le occasioni che le nsotre istituzioni sanno ancora dare e i personaggi che le fanno vivere come si deve. Evviva l’Italia che funziona perché si, c’é anche un’Italia della quale andare ogogliosi.
Ha poco più di un anno di vita e rappresenta un pò le nuove tendenze gastronomiche della città che dopo il successo al Bocuse d’Or Europa ha decisamente rinnovato la propria cucina almeno nei locali di punta. Due folte e giovani brigate in cucina e in sala accolgono e coccolano la clientela in un ambiente classico moderno di tranquillizzante eleganza in un bel quartiere residenziale di Buda. C’è presenza in sala con giusta misura e attenzione, e dalla cucina vengono segnali positivi: una cucina leggera (sotto questo punto di vista la migliore finora da noi provata in città), gradevole e moderna che con mano sicura alterna e mescola radici ungheresi a contaminazioni orientali. Le cose migliori: in genere gli antipasti e i dessert con il foie gras e il mangalica in evidenza. Meno brillanti, sia per i tempi di attesa, sia per la sostanza, i due main courses (un pò pasticciato il manzo, mentre il delicato halibut viene coperto da una salsa troppo carica).
Al Sirha di Budapest
Un giro al Sirha dove è in corso la Catering Cup e si prepara la Selezione Ungherese del Bocuse d’Or. Riviviamo sempre con piacere le emozioni di queste gare, e ne approfittiamo per fare un giro e salutare le aziende italiane presenti. Grandi feste alla Unox, uno dei nostri sponsor, che ben conosciamo
Una partecipazione importante quella dell’Italia al Sirha di Budapest con la presenza di 15 aziende e un programma fitto di incontri, articolato nei suoi messaggi. Con la presenza dell’ambasciatore, Massimo Rustico, abbiamo seguito l’inaugurazione e condotto il Seminario sui prodotti delle 5 regioni del Sud oggetto del progetto (Basilicata, Puglia, Calabria, Campania e Sicilia). Complimenti all’ICE di Budapest per aver pensato ad ogni dettaglio e non era facile visto l’afflusso degli operatori e visitatori. E’ raro vedere le aziende ringraziare e questa volta è stato un coro unanime.
Il Boscolo Hotel di Budapest cambierà presto nome (è stato acquistato da un fondo internazionale assieme ad altri alberghi della stessa catena). Ma continuerà ad essere (e forse anche di più), uno degli alberghi più spettacolari del mondo grazie sia alla monumentale struttura che si affaccia sulla hall centrale che al New York Cafè, un magnifico ambiente di fine ottocento ispirato al barocco italiano con candelabri veneziani e colonne ritorte. Tra marmi, bronzi, velluti ed ori si gode un ambiente unico, un locale da visitare assolutamente.
C’è conferenza stampa e conferenza stampa. Quella di ieri è stata praticamente perfetta (non è un auto lode perchè non eravamo gli organizzatori), nel senso che c’è stato un messaggio (la presenza delle aziende italiane al Sirha di Budapest), ci sono stati i numeri (forniti da Marco Bulf), c’è stata la presenza di prestigio (l’ambasciatore italiano a Budapest, Massimo Rustico), ci sono stati i giornalisti (una ventina, tra i più importanti di Budapest), c’era la location (la bellissima Casa Pomo d’Oro) e c’è stata per ultimo l’allegria. Sì!, perchè Beppe Guida si è presentato e subito ha cominciato a cucinare improvvisando un primo dopo l’altro. E al momento della “devozione” l’applauso è stato trascinante e anche l’Ambasciatore ha chiesto commosso il bis!
La Cantina a Spello
Esiste da tanti anni, sempre con successo, spesso occorre prenotare in quanto questo spazio caratteristico al centro di Spello è tra i più ricercati. Oltre all’ambiente, piace l’accoglienza cortese e professionale, e la cucina incerniata sulla bella griglia che si intravede. Una buona scleta di vini, salumi e formaggi completa l’offerta. Anche noi abbiamo seguito il consiglio e ci arriva al tavolo una buona tagliata (con troppo sale grosso aggiunto) con qualche contorno. La cosa migliore? i raperonzoli di campagna, la peggiore? delle patate al forno non finite di cottura.