Siamo sempre in giro, ma con le radici ben salde e sicure, nel cuore di Roma. E amiamo dove abitiamo, la nostra piccola piazzetta, per l’appunto “largo”, che per tutti non è altro che un piccolo tratto più largo di via dei Giubbonari ben più conosciuta. Piccolo, ma pieno di contenuti e persone non banali, come ad esempio Irene Bignardi, famosa giornalista, critica cinematografica e tante altre cose ancora. Ha creato nell’androne del palazzo una piccola biblioteca dove mette in circolo i tanti libri che riceve e le dobbiamo quindi non poco in fatto di cultura. E in questi giorni ci regala un’altra chicca: vecchi film che si proiettano a sera tardi sul portone della chiesetta che chiude la prospettiva per gli appassionatim residenti e amici, ma poi chiunque si può aggregare. Ognuno si porta la sua sedia da casa e la sera è vervita! grazie Irene. Stasera si replica.
Varie
Franco Franciosi di Mammarossa ci racconta le vicende di questo territorio, dall’antico lago ai primi tentativi di gestirne le acque fatte dai Romani, alla sua definitiva scomparsa opera dei Torlonia, al terremoto che un secolo fa distrusse completamente la città azzerandone storia e cultura. Poi un lento recupero, una ripresa dovuta anche alla favorevole posizione geografica, ed ora la grande potenzialità di una campagna integra a 700 metri di altezza che fin dai tempi dei romani è nota per produrre grandi ortaggi e non solo. Luigi Pantoli, storico contadino, ci porta nel suo orto e ci racconta altri antiche aneddoti di unagricoltura che non c’è più. Ma con il buon senso e il rispetto della terra grandi prodotti si possono fare ancora.
Un bellissimo borgo sulle colline alta di Radda acquisito da tanti anni ormai dalla famiglia Mascheroni Stianti che negli anni lo ha rimesso a nuovo (senza stravolgere anzi mantenendo la semplicità del contesto) e lo ha aperto all’ospitalità. Oltre alla cantina e al frantoio c’è anche l’Osteria (vedi post a parte) e la bottega del pane ed altri prodotti da assaggiare e comprare.
Si presenta a Roma Alte Terre, un’associazione di produttori e imprese legate al turismo gastronomico dell’Alto Reatino. Ci sono agriturismi, produttori di formaggi, latte, birre artigianali, confetture ecc… che hanno il privilegio di abitare in una delle zone più belle e intatte d’Italia, ma la preoccupazione della fragilità che questi territori hanno fatto vedere specie negli ultimi anni. A loro va quindi il nostro plauso e incoraggiamento: solo facendo rete di imprese si può aspirare a far arrivare più lontano il messaggio che queste Alte Terre vogliono lanciare e anche ad attirare i tanti visitatori che non sanno che ad un’ora di distanza da Roma c’è un piccolo Paradiso.
Ieri sera, cena di gala al FoodExp di Lecce, l’evento ideato da Giovanni Pizzolante, siamo sul palco con Antonio Guida, Paolo Lopriore, Antonio Zaccardi ed altri ancora e arriva la notizia da Bilbao: Massimo Bottura è di nuovo al vertice assoluto dei 50 Best. L’applauso di tutti è stato vivo e spontaneo, il commento: è un orgoglio per tutti noi, è una grande vittoria per l’Italia. Grazie Massimo! Un piccolo commento, se nei primi 50Best l’Italia ha complessivamente una buona presenza, è preoccupante invece la carenza nella seconda fascia, quelli da 50 a 100. E’ un vuoto che dobbiamo colmare: forza giovani cuochi, avete un grande esempio avanti!
Siamo a Vico per la festa e accettiamo volentieri l’invito a visitare la piccola azienda che Beppe Guida, di Nonna Rosa, ha realizzato sulla montagna sopra Vico. Scopriamo un posto tranquillo ed ameno con gran vista sulla costa e qui Beppe si è circondato da tutto quello che ama, dall’arredo alla musica in sottofondo, ma soprattutto con una cucina ben attrezzata dove ha già cominciato a fare dei corsi prevalentemente per gli stranieri. Intorno è un ettaro di rigogliosa e fertile terra che gli garantisce tutto l’anno ortaggi legumi frutta e ogni ben di Dio, c’è anche qualche gallina. Altri animali “giusti” si trovano a poche centinaia di metri come il maiale dell’amico contadino che è alla base dei suoi salumi. Siamo un piccolo gruppo di amici e Beppe improvvisa un pranzo con il raccolto del mattino: bontà assoluta.
E, andando a Vico, un doveroso passaggio per Cetara per salutare Pasquale Torrente che ci mostra orgoglioso i lavori fatti per migliorare il già bel locale che è ospitato nell’antico convento. Una gran cucina di pesce azzurro con pane burro e alici in evidenza.
Piccolo caseificio, molto genuino e semplice, con una produzione di formaggi di latte di pecora (pecore di propietà), con forme di media stagionatura in genere e anche yogurt e ricotta. Abbiamo assaggiato un forma di 5 mesi, veramente notevole, peccato che non vengono normalmente prodotte in quanto finiscono prima.