Un Massimo Bottura scatenato e contento ieri a Identità Golose. In primis l’annuncio del nuovo refettorio a Parigi, che si aprirà a breve con una cena a 4 mani Alleno e Ducasse. Ed è proprio con Yannick Alleno sul palco che Massimo da quest’annuncio. Poi il tema è la pasta e si scatena con la brigata in un menù di sola pasta, dall’antipasto al dessert, presentato e fatto assaggiare a molti dei presenti in sala, alcuni perifno imboccati dallo chef. Il pubblico in 45 minuti è stato bombardato non tanto dagli assaggi, quanto dalle emozioni, battute, coinvolgimenti dello chef. Da parte nostra abbiamo apprezzato anche un altro messaggio: non è mai stato solo sul palco ma ha voluto condividere ogni momento con la sua squadra.
Varie
La Unox è da anni sponsor dei nostri eventi ed abbiamo fatto una visita di cortesia. Pensavamo di trovare una bella realtà, ma non immaginavamo fino a che punto! Lo stabilimento è moderno funzionale e pulitissimo, ma poi scopria una serie di altre aziende tutte collegate con l’intento di fare ogni elemento dei forni in casa, dalla plastica, all’elettronica, dagli imballaggi al vetro. Una bella azienda davvero che fa onore all’Italia: per numero di forni è la prima al mondo! Merito di Enrico Franzolin che l’ha creata con la moglie e la figlia Chiara ora coinvolta nella direzione, mentre il genero Nicola Michelon è il direttore operativo. La visita si chiude con un pranzo veloce allo Zafferano di Padova, un piacevole ristorante di pesce, con tranquillizzante operosità.
Savino ed Aurora ogni anno aggiungono qualche camera per consolidare il loro progetto e l’ambizione di far conoscere al mondo Lavello e i suoi dintorni. Già adesso il loro albergo diffuso rappresenta comunque un oasi confortevole, c’è ancora da fare per migliorare confort e aggiungere qualche ulteriore comodità, ma loro sono attivi e di sicuro implementeranno gli attuali standard. Visitiamo a Lavello anche il piccolo Museo di Città, un lodevole esempio di come si può fare cultura nei piccoli borghi d’Italia.
La storia parte da lontano, nella grotta di tufo dove sono le cantina sono state rinvenuti resti di elefanti preistorici. Il Castello risale a quasi mille anni fa, ma l’attuale forma si deve ai Falconieri, che l’arricchirono nel settecento con una serie di importanti affreschi. Nell’ottocento la tenuta era di oltre 3000 ettari, ma con l’estinzione della famiglia Falconieri andò in decadenza fino all’arrivo di Luigi Albertini, direttore del Corriere della Sera ai primi del novecento, oppositore del fascismo ed infatti fu proprio con i soldi della liquidazione dal Corriere, quando fu invitato a dimettersi per le sue idee ostili al Regime, che comprò la tenuta allora completamente abbandonata. Grazie alla sua opera divenne una tenuta modello nota a tutti soprattutto per la parte lattiera. Poi fu divisa e oggi rimane il Castello con accanto le vigne, oltre 150 ettari (vitati circa la metà), con una produzione biologica. La proprietà è delle sorelle Carandini, nipoti dell’Albertini che curiosamente hanno poi sposato due vignaioli: Filippo Antonelli, di Montefalco, e Lorenzo Majnoni Guicciardini della Val d’Elsa. Ultima nata in questa lunga e bella storia è l’Osteria, detta dell’Elefante, che propone una cucina solida, legata al territorio, con larga parte di prodotti biologici.
Il Salon è la parte del New York Cafè adibita al fine dining aperta solo la sera. Occupa due sale superbe in linea con l’arredo prezioso e dorato del resto dell’ambiente. E’ ben riprodotta l’atmosfera della Belle Epoque, un servizio in stile serve al tavolo, curata la mise en place salvo i piatti curiosamente moderni, magari belli, ma non nello stile. In cucina è l’esperto Andras Wolf, qui ormai da dieci anni, con la sua cucina ungherese evoluta. I piatti denotano la ricerca, l’attenzione alla presentazione, ai contrasti di colore e sapore, con soluzioni secondo noi accettabili e di gusto, ma con la tendenza spesso al barocchismo, forse influenzati in questo dallo straordinario decoro alle pareti e al soffitto. Ci è piaciuta di più la parte finale con un delicato storione e un buona chiusura dolce.
Budapest è una bellissima città, ormai ci ritorniamo con regolarità da qualche anno e ogni volta è una conferma. Anzi ogni volta è più piacevole perchè troviamo sempre qualcosa di nuovo: una città ben tenuta, che cresce, e che investe per migliorarsi. Un bell’esempio per chi, come noi, viene da Roma.
Quasi 150 persone hanno seguito ed apprezzato la cena preparata da Peppe Guida del ristorante stellato “Nonna Rosa” nella bella sala dell’Hotel Boscolo di Budapest. Erano 5 le regioni del progetto di valorizzazione portato avanti da ITA ICE e presenti al Sirha di Budapest, e sono state 5 le ricette di Peppe Guida, ognuna dedicata ad una regione.
Molti applausi per lui e per la sua brigata, particolarmente convincenti la Mischiata Potente, un formato di Pasta di Gragnano molto legato alla sua tradizione, con totanetti e la (delicatissima) zuppe di pesce con patate, erbe e camomilla. Veri protagonisti sono stati anche i 15 produttori presenti che sul palco hanno raccontato le loro storie, spesso di diverse generazioni familiari, e la loro volontà di intraprendere rapporti commerciali con l’Ungheria e con i paesi adiacenti. Infatti erano seduti ai tavoli anche 40 buyer di 8 nazioni dell’Est Europa, invitati per l’occasione dall’efficiente ufficio dell’ICE a Budapest. Evviva l’Italia che produce cose buone, che coglie le occasioni che le nsotre istituzioni sanno ancora dare e i personaggi che le fanno vivere come si deve. Evviva l’Italia che funziona perché si, c’é anche un’Italia della quale andare ogogliosi.
Ha poco più di un anno di vita e rappresenta un pò le nuove tendenze gastronomiche della città che dopo il successo al Bocuse d’Or Europa ha decisamente rinnovato la propria cucina almeno nei locali di punta. Due folte e giovani brigate in cucina e in sala accolgono e coccolano la clientela in un ambiente classico moderno di tranquillizzante eleganza in un bel quartiere residenziale di Buda. C’è presenza in sala con giusta misura e attenzione, e dalla cucina vengono segnali positivi: una cucina leggera (sotto questo punto di vista la migliore finora da noi provata in città), gradevole e moderna che con mano sicura alterna e mescola radici ungheresi a contaminazioni orientali. Le cose migliori: in genere gli antipasti e i dessert con il foie gras e il mangalica in evidenza. Meno brillanti, sia per i tempi di attesa, sia per la sostanza, i due main courses (un pò pasticciato il manzo, mentre il delicato halibut viene coperto da una salsa troppo carica).
Al Sirha di Budapest
Un giro al Sirha dove è in corso la Catering Cup e si prepara la Selezione Ungherese del Bocuse d’Or. Riviviamo sempre con piacere le emozioni di queste gare, e ne approfittiamo per fare un giro e salutare le aziende italiane presenti. Grandi feste alla Unox, uno dei nostri sponsor, che ben conosciamo
Una partecipazione importante quella dell’Italia al Sirha di Budapest con la presenza di 15 aziende e un programma fitto di incontri, articolato nei suoi messaggi. Con la presenza dell’ambasciatore, Massimo Rustico, abbiamo seguito l’inaugurazione e condotto il Seminario sui prodotti delle 5 regioni del Sud oggetto del progetto (Basilicata, Puglia, Calabria, Campania e Sicilia). Complimenti all’ICE di Budapest per aver pensato ad ogni dettaglio e non era facile visto l’afflusso degli operatori e visitatori. E’ raro vedere le aziende ringraziare e questa volta è stato un coro unanime.