Un investimento non da poco ha trasformato l’ex sede del Banco di Napoli (BN) a Lecce in un elegante residence con appartamenti e ristorante gourmet. Alla guida un giovane chef leccese, Simone De Siato, con una brigata ancora più giovane (sous chef Patrizio Canestrelli in pasticceria Federica Finzi) mentre in sala accolgono Giovanni Tortora restaurant manager e Riccardo Chieppa. Tavole eleganti, ma senza tovaglie, mise en palce costosa e curata, luci al punto giusto e una carta dove lo chef esprime le sue ambizioni. La cosa migliore? la colazione leccese con un pasticciotto che da solo vale il viaggio, la meno valida la patata al nero di eccessiva sapidità. Altra annotazione: il biancocostato cotto alla perfezione e purtoppo un pò rovinato dalle eccessive salse. In sintesi una cucina di alcuni lampi (che comunque come dicevamo già valgono la sosta) e qualche caduta di stile che riabbassa l’asticella. Però il potenziale c’è, da seguire quindi l’evoluzione.
Ristorazione&Ospitalità
La presentazione della guida Michelin è sempre una grande festa. Le stelle che cadono purtroppo non fanno notizia, mentre è gran festa per i nuovi arrivi. In larga parte sono giovani e quasi tutti transitati nel nostro premio Emergente Chef, motivo di più per sentirci orgogliosi.
Abbracciamo così tanti giovani che vedono coronare la loro carriera, da Franzese a Cilenti, da Bellingeri a Giubbani, da Biafora a Manduria e altri ancora.
Due doppie stelle, sempre troppo poche secondo noi rispetto alle aspettative di tanti bravi monostellati, ma almeno sono di quelle pesanti e ambedue meritate: Iannotti al Kresios e Giovanni Solofra a suggellare il trionfo della Campania.
Felici loro, ma un pochino anche noi, per i tanti riconoscimenti che i nostri giovani emergentei hanno raccolto.
Hanno aperto, poco prima della pandemia, subito chiuso, ed ora riaperto. Andrea Perfetti, Andrea La Caita, Luca Morra e Valentina Di Gregorio, titolari di questo bel ristorante vicinissimo al corso principale, non sono stati proprio fortunati (come per altro tanti altri) però sono tenaci. Il ristorante ora è partito bene ed il futuro fa sperare ancora meglio. E’ un posto gradevole, equilibrato con una sala curata, un servizio (Luca Morra) esperto, una cucina (Andrea Perfetti, con un buon curriculum, aiutato da Pierpaolo De Dominicis) che si fa ben valere. Il menù si distacca dall’omologazione dei tantissimi ristoranti del lungomare: c’è anche il crudo, ma la proposta è più focalizzata sul pesce lavorato, ma giusto quel tanto per fare la differenza. I piatti sono in genere semplici, con la materia prima in bella evidenza, i sapori centrati sul gusto comune senza ricercare rischio od avventure. Insomma un confort food che va incontro alla clientela, ma che anche il palato fine comunque accetta. Il piatto migliore? forse il delicato baccalà con una soffice spuma di patate, il meno riuscito lo scampo alla Rossini, dove si ricerca un matrimonio (scampi e foie gras) che vuole subito il divorzio.
Il Palmizio è sempre stato un buon ristorante di pesce tra i tanti che si susseguono lungo la costa adriatica. Però grazie agli stimoli di Valerio (il titolare) e il lavoro del giovane Maicol in cucina (aiutato dalla moglie di Valerio, Jelena), sta ora proponendo una cucina più moderna che rivela delle giustificate ambizioni. Salvo gli stuzzichini banali abbiamo apprezzato il resto della cena e soprattutto la pescatrice e la spigola, ambedue le ricette ben eseguite e presentate senza orpelli e inutili ridondanze. Una cucina giovane che punta all’essenziale, e che siamo curiosi di vedere come si evolverà nei prossimi tempi.
Riparte anche Emergente Sala con la selezione Nord che come sempre viene fatta a Merano in combinazione con il Wine Festival. La novità è la prima parte che si farà a Verona: la cena di gala e di gara al ristorante Maffei in piazza dell Erbe stasera. Poi domani mattina, sabato 6 saremo a Castel Sallegg a Caldaro ospiti di un’importante e bella cantina dell’Alto Adige per una visita e la degustazione dei loro vini, per poi arrivare alle 14 a Merano, al Teatro Puccini per la prova orale. La premiazione si svolgerà al Kurhaus nel brindisi organizzato dal Merano Wine Festival per i produttori presenti. Evviva la sala, ricordando i due ultimi vincitori: Jessica Rocchi e Gabriele Bianchi.
Luca Gambaretto è un giovane imprenditore che proprio dal Maffei è partito per allargare il suo campo di azione per ora a Verona. In città gestisce anche AMO, un bel locale poco distante e due altri locali Saos e Oblò specializzati in carne e cucina salutare. Il Maffei rimane comunque il suo fiore all’occhiello, d’altronde è il ristorante storico di città, dentro uno dei palazzi più ragguardevoli con affaccio su piazza delle Erbe. La cantina è suggestiva ed è ricavata e interconnessa con i resti importanti della Verona romana. Qui c’era il Capitolium e proprio tra questi reperti è stato posizionato un tavolo per una cena veramente esclusiva. Il rilancio del locale è stato poi frenato dalla pandemia, in compenso è arrivato un nuovo chef, Fabio Tammaro, che anni fa si era ben distinto ad Emergente Chef e poi l’avevamo ritrovato all’Officina dei Sapori fuori Verona. Abbiamo assaggiato durante la nostra visita alcuni piatti ben impostati, soprattutto i due di pesce, seguiti da un servizio attento e cordiale. Eravamo qui anche per un sopralluogo. Infatti venerdì sera 5 novembre si svolgerà proprio al Maffei la prova pratica di Emergente Sala selezione Nord che si concluderà il giorno seguente a Merano. Ringraziamo Luca Gambaretto per l’ospitalità e Antonio Scuderi per la collaborazione.
Da qualche tempo la nuova proprietà sta investendo nella ristorazione e lo testimonia questa bella stube fatta di materiali originali che ospita il ristorante gourmet dell’Hotel Tyrol. Ci volevamo cenare, poi per un disguido abbiamo preso solo un aperitivo che però si è trasformato in una cena veloce. Giusto il tempo per apprezzare la calda accoglienza della famiglia Dirler Micheli, la professionalità di Marika Rossi in sala e quella della cucina guidata da Alessandro Martellini con l’aiuto di Alessio Bigoni e di Sandro Incordino. Tutti piatti sensati, gradevoli, senza troppi rischi, che centrano il bersaglio del gusto ed in genere piacciono alla clientela, con l’unico appunto di un pò troppo condimento o guarnizione a volte ridondante.
Un ottimo agriturismo a conduzione familiare e particolarmente adatto alle famiglie. C’è l’orto, gli animali e anche una carrozza per le escursioni (ad un’altro maso collegato dove fanno le merende). A gestirlo una giovane coppia molto capace, Stephanie che accoglie in sala e dirige con sorriso e sicurezza il traffico (in estate si fanno oltre 100 coperti) dei tanti clienti, in cucina Hannes che promette ed esegue piatti tipici pensati per accontentare tutti in famiglia (anche la pizza). Le costine di maiale meritano ampiamente la sosta.
Ritrovarsi tra gli amici, ritrovarsi intorno ad un tavolo, ritrovarsi con grandi vini e ottime ricette. Dopo tanti mesi eccoci nuovamente a celebrare la convivialità intesa nel suo modo migliore in questa “secret place” del Pastificio dei Campi. Un posto unico soprattutto per il pensiero ed il cervello che è dietro: quello di Giuseppe Di Martino, grande imprenditore, ottimo intenditore di pasta e di champagne e non solo. La cosa che forse gli riesce più bene è proprio questa: di farci sentire meglio che a casa e di condividere con lui i sogni. Il suo, oggi, è quello di stupire il mondo nel luogo più difficile che ci sia: Manhattan, dove è passato e passa tutto e il contrario di tutto e dove non c’è più nessuno o qualcosa che possa far sbalordire. Però da come ci ha descritto il ristorante che a suo nome sta per aprire al Chelsea Market, crediamo che stavolta se ne parlerà a lungo, perfino a NY. Con noi a godere della piacevolissima serata: gli chef Peppe Guida praticamente di casa, i due giovani chef Alessio Rossetti e Matteo Limoli in partenza per la Grande Mela, la chef JRE Annet Teich di Montpellier. E come compagni di tavolo: Margherita Foglia, la bravissima assistente di Giuseppe (onnisciente sulla pasta, ma se la cava e come sullo champagne), Marianna Ferri, Riccardo Liberatori, Emanuela D’Ambrosi (Armatore), Antimo Caputo e signora e ovviamente Lorenza Vitali.