Ha aperto da poco questo nuovo locale che ha preso il posto del precedente Società Anonima (i ragazzi sono ora al Frantoio Centumbrie). Chef patron è Federico Gramignani che avevamo conosciuto anni fa quando era con Enrico Mazzaroni al Tiglio. Prima e dopo ha avuto lunghi soggiorni in Australia dove praticamente si è formato. Il risultato è una cucina a dir poco aperta al mondo, a Federico non manca estro e forza fisica, per cui si è gettato con grande ardore in questa nuova avventura e il menù è un effervescente compendio di stimoli e proposte che a prima vista sembrano le più disparate, ma che alla fine si fanno anche apprezzare. Con più riflessione e ricerca pensiamo che Federico potrebbe ambire ad un livello ancora di più convincente. In copertina abbiamo messo il canguro salmonato che vuole riecheggiare il vitello tonnato. Ma non è secondo noi il piatto più riuscito. Ci sono piaciuti di più l’insalata di pomodori e il chitarrino, meno i pesanti bottoni di pasta fresca e il collo di agnello un pò pasticciato. Comunque non ci si annoia di certo, il locale è allegro e giovanile, si spende il giusto ed è sicuramente da consigliare a chi vuole una volta tanto un menù un pò diverso.
Porzioni Cremona
Anche nella seconda edizione, appena conclusasi all’Hotel Palace di San Marino, sono stato invitato e tenere una masterclass. Il piacere è doppio in quanto Sommelier Coach si distingue dai tanti percorsi formativi per aver scelto un percorso molto focalizzato sulla valorizzazione della persona umana, attraverso testimonial, e personaggi non banali anche fuori dal settore. C’è coinvolgimento, spirito di gruppo e anche, perchè no?, un pizzico di allegria che alla fine non guasta e contribuisce al successo dell’evento. Gennaro Buono ed Enrico Mazza, i due titolari e ideatori, poi inseriscono durante l’anno alcune esperienze dirette (Sensory Campus) che approfondiscono particolari temi in presa diretta.
Una storia a lieto fine quella della ex cava di Fuenti. Al posto della grande struttura alberghiera fatta abbattere (il caso suscitò grande scalpore a suo tempo) la proprietà non si è però “abbattuta” e ha risanato con lungimiranza l’ambiente per ricavarne due strutture, la Riva di Fuenti sulla spiaggia, per una cucina semplice di mare ed i Giardini posizionati sopra la ripida scoscesa a mare che godono di un ampio parcheggio (cosa insolita in costiera) e grande panorama. Sorprende la qualità e la cura del recupero opera dei due fratelli Alessandra e Pier Luigi De Flammineis. Una struttura ancora non finita. Attualmente il ristorante ha una cucina al piano di sotto e fuziona solo con la bella stagione senza una sala al coperto. Però già il posto merita ampiamente, sia per la posizione, che per la qualità dell’accoglienza e del servizio ad opera di Aldo Berti coadiuvato da Wladimir Giordano e Gianluca Pepe. In cucina il bravo e modesto Michele De Blasio che propone una linea di pietanze gradevoli senza cadute di stile, dagli stuzzichini iniziali ai dessert finali con attenzione alla materia prima e ampio utilizzo dell’orto adiacente, utilizzo che in prospettiva dovrebbe anche ulteriormente evolversi. Tra gli assaggi migliori segnaliamo l’interessante uovo con verdure fermentate e il buon finto risotto (chicchi di pasta risottata) al bergamotto.
Castelli e dimore storiche ristrutturate ne abbiamo viste parecchie in giro per l’Italia. Ma non pensavamo di trovare quasi in fondo al Salento una struttura così monumentale ed importante che testimonia la posizione strategica del luogo e ne racconta la storia attraverso i vari stili archittonici e le popolazioni che si sono avvicendate. Oggi è un pò un museo, un pò location per eventi di alto profilo, ma anche scuola di cucina (collegata con gli States) e resort a cinque stelle. Tutto è imponente, spettacolare e quindi anche la cucina si adegua. Lo chef è Tommaso Sanguedolce, a sua disposizione una cucina superattrezzata e una brigata esperta. La tecnica si vede, la voglia di stupire ad ogni costo pure. Però il posto è d’indubbia classe, con un servizio curato e fa onore ad una Proprietà che non si è di certo risparmiata e ha riconsegnata al pubblico una struttura di grande prestigio. RIngraziamo Maria Pranzo di averci portato alla sua scoperta.
La Puglia non finisce mai di sorprendere, qui siamo verso la fine, in un piccolo borgo, Matino. In una delle sue viuzze ecco l’Osteria Creativa di Danilo Romano dove si possono assaggiare ricette tradizionali riproposte o reinventate con indubbio estro: la porchetta di pesce, la carbonara di mare (fatta con uova di ricci), il frisamisù. Ma oltre che oste Danilo ha sviluppato una formidabile esperienza di salumeria di mare. Negli anni ha affinato il tiro, corretto gli errori, perfezionato il packaging e ora propone una linea completa e varia di prodotti. Ne abbiamo assaggiato qualcuno e pensaimo che sia una proposta stimolante e varia da poter alternare (pensiamo ai tanti wine bar ed enoteche sparse per l’Italia) qualcosa di insolito, ma comunque molto buono che ben allarga anche il campo dei possibili abbinamenti vinicoli.
Andando da Gallipoli verso sud è impossibile non vederla. Poco prima di Ugento si estendono a distesa i campi dei vari ortaggi, come anche il parcheggio e il grande spaccio aziendale dove carovane di turisti si fermano per comprare un ricordo gastronomico del Salento. Tutto ben organizzato e dobbiamo dire che in questo caso la quantità si sposa con la qualità: prodotti biologici, cura della selezione, del packaging e dell’immagine. Una sosta che vale.
E’ una delle masserie che preferiamo, per la sua autenticità, dimensione umana senza troppi sfarzi, mega piscine e centri di benessere. Qui il benessere arriva naturlamente dall’ambiente circostante e dalla famiglia che ti accoglie. Roberto Strippoli è un appassionato della sua terra e anche, fortunatamente, dei suoi prodotti. Amiamo questa struttura per l’attenzione che ha sempre riposto nel cercare di offrire alla sua clientela i sapori autentici del territorio. Anche questa volta siamo stati bene, ma di certo abbiamo trovato qualche manierismo in più che secondo noi non è in perfetta linea con quello che lo stile della Masseria suggerisce. Ma la sostanza permane, la colazione al mattino pure, e lasciatevi guidare da Roberto alla scoperta dei piccoli produttori locali, non ve ne pentirete.
Villa San Martino da tanti anni si propone come posto strategico ottimale per scoprire la Valle d’Itria e i suoi tesori. La novità ora è duplice, da una parte la nuova generazione che sempre di pù prenderà la guida e la responsabilità della struttura con i fratelli Giulia ed Edoardo in prima linea, soprattutto la prima. E poi il recupero del grande trullo che è adiacente alla Villa. Un trullo ampio, articolato e molto ben recuperato con doppio ingresso: il wine bar per una per una degustazione di vini pugliesi abbinati ai grandi formaggi e salumi della zona, e il ristorante che si propone di divnetare un punto di riferimento dei prodotti locali con ricette semplici e gustose della tradizione, presentate in modo curato. Tutto è orami pronto e abbiamo assistito alle prime prove di cucina con Martino Solito e i suoi amici esperti: Sante Convertino e Andrea Argento. Un bicchiere tira l’altro e sono uscite alla fine anche bottiglie preziose.
La Peschiera è un piccolo resort sugli scogli appena a sud di Monopoli. Elegente e romamtico con poche ed esclusive camere che si godono il mare a centimetro zero e una bella piscina alle spalle. Sale Blu è il ristorante a pelo d’acqua, dove il giovane Vincenzo Montanaro propone una cucina di mare semplice ad una clientela vogliosa solo di pesce fresco coniugato nei modi tradizionali. Incantati fissiamo il mare e ci godiamo l’aperitivo al tramonto.