La fata dei boschi in val di Fiemme ha nome e cognome, Cinzia Corradini. Vive (molto) appartata in alto tra boschi e prati, qualche animale e tanti fiori ed erbe che manipola incessantemente per una produzione eccellente di infusi, tisane, creme, e tante altre piccole magie che rappresentano secondo noi forse il miglior ricordo di questa bella Valle. Fortunatamente alcune di queste si trovano facilemnte in alcune botteghe di Cavalese, ma invitiamo tutti ad andarla a trovare, per ammirare la linea completa della sua produzione e godere della sua simpatia.
Porzioni Cremona
Un piccolo ed accagliente Maso con bel panorama cela dentro di sè un caseificio ben organizzato e compatto. Solo una decina di vacche grigioalpine a pascolo e con grande attenzione tenute in stalla. Anche il fieno è locale e pure il grano, ed infatti i fortunati ospiti delle sei camere a colazione oltre a latte e formaggio hanno anche il pane fatto in casa con il grano di propria produzione. Pochi formaggi che meriterebbero un affinamento anche più lungo, fatti da Cristian Delladio con passione aiutato dalla giovane figlia che si sta facendo strada.
Com’era una volta la vallata ce lo racconta e ce lo fa rivivere con garbo Patrizia Braito, titolare con la sorella Monica di quest’albergo, Maria a Carano, che sembra un pezzo di storia vivente. Un’accoglienza che non può non piacere a chi arriva da lontano e che ripercorre le tradizioni di una volta. A tavola gli ingredienti risultano anche buoni, mentre qualche ricetta rimane ridondante. Menzione speciale per i formaggi del Maso Santa Libera, veramente notevoli e anche questi ben presentati.
Con Cristian Deflorian, responsabile marketing dell’Azienda, visitiamo il nuovo stabilimento ad inizio valle. Un investimento importante in un luogo certo non così conveniente da un punto di vista logistico. Però lavorare vedendo le montagne grazie alle ampie vetrate, poter utilizzare l’acqua pure delle sorgenti intorno, mantenere il rapporto sociale con il territorio sono tutti elementi che hanno fatto prendere alla storica azienda questa decisione. Riccardo Felicetti ci illustra lo sforzo che la famiglia coesa e convinta ha fatto. Così la storia dell’Azienda seguita ad essere ancora di più legata a questo magnifico territorio.
L’Hotel La Roccia per posizione, panorama e completezza dell’offerta si pone in prima linea nel quadro dell’ospitalità della Valle. Un investimento importante portato avanti con coraggio e lungimiranza da Paolo Gilmozzi, un imprenditore che sa guardare avanti. Anche perchè non è solo ed ha la fortuna che i due figli, Simone e Federico, in cucina ed in sala, si impegnano anche loro in prima linea. La cucina è da bistrot: materica, con proposte che potrebbero essere dei piatti unici, dove si mescolano allegramente piatti di varia regionalità e non solo. Infatti la cosa migliore ci è sembrata il burritos di camoscio.
La bravissima Mara Lona, instancabile animatrice della val di Cembra ci fa un quadro delle tante attività che la Valle propone (Caneva en festa ed altri). Una Valle che ha un grande potenziale e che speriamo trovi il riscontro che merita. Meritano in particolare i vini, che sono prodotti da vigne che arrivano quasi anche a mille metri, vini fini ed eleganti, soprattutto i bianchi e in particolare negli ultimi anni gli spumanti metodo classico, specie nella versione nature. Assaggiamo un bel brut della Cantian Zanotelli, (il nature arriverà presto), che ci conferma la qualità di questa produzione.
La Val di Cembra è attivissima grazie anche ad un gruppo coeso di persone che cercano di spingere il territorio ad esprimere il meglio. Vini e distillati sono senza dubbio noti anche lontano della valle, ma per chi viene in zona manca il ristorante di riferimento. Meglio crearlo quindi, così con l’aiuto anche di Alessandro Gilmozzi del vicino Molin di Cavalese (la Val di Fiemme è accanto), ecco sorgere questo Ca’ dei Volti, proprio al centro di Cembra, grazie ad un bel recupero di uno spazio disponibile. Qui è arrivato Guglielmo Baron, a lungo souschef di Alessandro, chef quindi di un notevole potenziale che crediamo nel tempo si esprimerà come si deve. Per ora gli assaggi migliori ci sono sembrati la lattuga e i buoni dessert. L’accoglienza in sala è ancora un pò da mettere a fuoco. sono tutti molto giovani e speriamo che cresceranno in fretta.
Un locale giovane come sono giovani loro: Simone Dellantonio in cucina e la cugina Valeria in sala. Alle spalle di Simone una buona esperienza e una famiglia proprietaria di una storica macelleria della valle. Va da sè che i piatti di carne la fanno da padrone ed in effetti sia la carne cruda che, soprattutto, la costina, sono veramente buoni con quest’ultima accompagnata da una deliziosa polentina. Meno coinvolgente il resto, ma il tutto è ben presentato da Valeria, non ancora esperta, ma che già dimostra di essere a proprio agio in sala.
Un piccolo birrificio da prendere come esempio (salvo la breve strada per arrivarci)- Intorno si coltiva la vite ed il luppolo, si prendono i prodotti migliori della valle e si fanno assaggiare curando le buone maniere e la bellezza semplice del contesto. Il tutto è fatto con legno, acciaio e vetro, con ampia riscontro con il verde circostante. Gradevole il posto, come gradevoli sono le birre in questione, che però, data la quantità limitata, vengono praticamente tutte vendute in loco. Gestisce il tutto con simpatia e passione il bravo Stefano Gilmozzi.