E’ sempre bello vedere accanto ad un museo (in questo caso la Galleria Doria) un bel punto ristoro, come in questo caso il Caffè Doria. AL centro una spettacolare fontana e due salette ben arredate con divanetti confortevoli dove è unpiacere sedersi (dalla colazione del mattino a sera). Punto di forza il bere miscelato ed in particolare il gin che da solo riempie una scaffalatura. Siamo stati invitati ad una serata dedicata al Monkey Gin, il famoso gin della foresta nera, assaggiato in versione classica (gin tonico) e innovativa (Fiorino, con punt e mes, cioccolato e tè), da godere fino in fondo.
Prodotti&Vini
Non è l’ennesimo campionato mondiale di panettoni, ma una gara confronto formativa quella organizzata dal Club Richemont e che ha coinvolto associati italiani e non solo visto che il club è internazionale. Abbiamo assaggiato ben 44 panettoni, alti e bassi, piacevoli e meno piacevoli, ma il numero testimonia il crescente interesse mandiale per questo tipico dolce italiano che è ormai diventato il dolce iconico sul quale confrontarsi per tantissimi pasticcieri di tutto. Ospiti della Cast Aliment, sotto la guida attenta di Roberto Perotti e Matteo Cunsolo del Club Richemont Italia, con accanto alcuni bravi Maestri panificatori e pasticcieri, e la collega Annalisa Zordan, abbiamo passato ore ad assaggiare panettoni. Ognuno con il suo stile, con i suoi sapori, a confermare che un prodotto artigianale non è mai uguale e anche nelle sue imperfezioni non ti stanca.
Soec è la più grande azienda al mondo specializzata nei prodotti per la spumantistica sia metodo classico che charmat. Festeggia i suoi 50 anni nella splendida Villa Foscarini in provincia di Treviso di fronte ad una platea di oltre 150 operatori e produttori. Momento saliente il convegno moderato con la consueta professionalità da Fabio Piccoli che cerca di fare una sintesi delle motivazioni che hanno portato alla straordinaria crescita in Italia e nel mondo del consumo delle bollicine. Denis Pantini supporta il tutto con una serie di grafici riassuntivi, Andrea Terraneo presidente di Vinarius porta la voce delle enoteche, io cerco di esprimere il punto di vista della ristorazione, mentre Riccardo Cotarella manda un saluto da lontano. Complimenti alla Soec per il grande lavoro svolto e a Ramon Bel, il direttore, che ha salutato il pubblico con un lungo discorso in italiano.
Cantina Barberani, una cantina storica che abbiamo conosciuto tanti anni fa, ai tempi del primo Vissani (che è a cinque minuti d’auto). A quei tempi c’erano Luigi e Giovanna (ai quali ora è dedicata una riserva di Orvieto classico), ora ritroviamo Bernardo e Niccolò. Due fratelli ben miscelati (uno al commerciale e l’altro alla produzione) che nel tempo sono riusciti non solo a mantenere ma anche arricchire la cantina. Poche etichette, belle, vini biologici, raccolta manuale nella fascia superiore e buon rapporto prezzo qualità. Assaggiamo la linea dell’Orvieto Classico e concludiamo con il celebre Calcaia da uve appassite in pianta, uno dei primi muffati d’Italia sia da un punto di vista storico, che organolettico.
Un Maso che al suo interno offre l’ospitalità di qualche camera, ma è anche il regno di un piccolo produttore, Martin Kritzinger, specializzato nello speck (ne produce di oltre 20 varietà, tra le quali il delicato speck di lingua) e selezionatore di altri prodotti della zona come formaggi, carni di agnello e così via. Inoltre pesca nel laghetto del quale ha la concessione, con indubbio successo visto qualche esemplare che ci ha fatto vedere. SIamo qui con Verena e Marc dell’Hotel Lamm per una colazione stupenda in riva al laghetto, godendo la serenità e l’incanto di questo luogo.
Primo per la somma dei voti delle tre giurie (in particolare primo per la giuria tecnica e secondo per la giuria critica) il panettone di Salvatore De Riso vince il concorso internazionale organizzato dall’Accademia Maestri del Lievito Madre ad HOST. Eravamo nella giuria dei critici e dobbiamo dire che il livello medio è stato molto alto, superiore di grna lunga a quello delle passate edizioni, dove c’erano molti “alti e bassi”. Quest’anno si è arrivati alla finale dopo aver superato alcune selezioni e questo appunto ha giovato alla qualità della gara. Complimenti all’Accademia e a Micaela Scapin per l’organizzazione, complimenti a Salvatore De Riso che vede premiata la sua lunga e spettacolare crescita professionale. In giuria anche due persone a me care: Davide Oldani, chef sempre attneto alle tante facce del mondo della ristorazione che non esita a metterci la faccia, e Paco Torreblanca, un signore in tutti i sensi in questo settore. Il giorno prima abbiamo presnetato due dibattiti, il primo sulle nuove farine dedicate ai lievitati prodotte da Agugiaro&Figna, il secondo su “Diversamente Panettone” con interessanti interventi di alcuni esperti. E poi tanti gli assaggi e gli incontri ad Host. Uno per tutti: gli ottimi friarielli prodotti da Andrea Tortora.
Un luogo un pò nascosto nei Monti Berici che cela un piccolo gioiello, Casa Del Rebene di Francesco Castegnaro e Claudia Serblin. Una posizione unica in mezzo ai boschi e alla natura in un angolo incontaminato senza capannoni e tralicci nemmeno in lontananza. Qui Francesco con l’aiuto di Claudia ha ristrutturato la vecchia casa, costruito una piccola cantina e accoglie ora pochi ospiti con grande garbo (e anche con un’ottima colazione grazie anche a Claudia). I vini sono solo rossi con un buon frizzante rifermentato in bottiglia. Quello che sorprende per eleganza ed equilibrio è il tai rosso. Li degustiamo in una cena tra amici, a tutto capretto (ottimo, peccato il troppo vino ci ha fatto saltare le foto), con alcuni ristoratori della zona, l’amico Bernardo Pasquali gran cerimoniere e Lorenzo Cogo, (presto padre, auguri) maturo ed ormai per nuove avventure (un piacere riabbracciarlo!)
Qui è tutto incredibile. Per arrivarci c’è una stradina scoscesa a picco sulla Valle dove si deve solo sperare che non evnga alcuno in senso contrario, ma sono ben tre chilometri di angoscia. Poi ecco i due chalet appaiati in mezzo e sopra le vigne che in effetti godono di una posizione unica, incastonata tra le montagne. Qui Rainer Zierock cercò di realizzare il suo sogno piantando decine edeicne di vitigni diversi mescoalndo poi ogni anno il tutto e creando ogni anno praticamente un vino diverso. Non gli mancavano le conoscenze tecniche (aveva insegnato all’Istituto di San Michele, conosciuto e sposato Elisabetta Foradori, lanciato il teroldego con il Granato), ma la sua ispirazione era il mondo antico. Anzi antichissimo, perchè il Celacanto, primo abitante di questi territori, è omaggiato in varie rappresentazioni, e poi scritte in greco che omaggiano le tradizioni dei greci e dei romani, ed il pantegono dei sapori che fa da bussola. Norbert è l’attuale propretario e da qualche anno ne continua la produzione cercando di mantenerne il carattere originale, ma anche di stare più in linea con i tempi. Il Dolomytos all’assaggio è indubbiamente spiazzante, ha una solarità siciliana, con miele cera e mandorla che si evolvono in bocca con una serie di note speziate ed intriganti.
Franz Lagader ci porta sopra Laion in un piccolo caseificio che è un vero gioiello, sia per come sono tenute le capre, che per la vista e per la bella saletta degustazione veramente accogliente. David Perathoner appassionato casaro ci accoglie e ci fa assaggiare il suo caprino. Ottimo, di stile classico, ben equilibrato e accompagnato da altri prodotti, e un ottimo vino della Valle.