Inizio dell’evento con un convegno animato dall’intervento dell’assessore regioanle alla cultura Loredana Capone di trascinante simpatia e passione per la causa. C’è anche l’importante presneza del sindaco e poi andiamo a raccontare l’evento. La prima serata è dedicata alla pizza con intervento di Giorgio Agugiaro e di due noti pizzaioli: Guglielmo Vuolo e il giovane ex emergente Andrea Godi. Il Foodexp prima edizione è partito!
Eventi Passati
Siamo innamorati di Lecce, una città stupenda in una altrettanto bella regione. E’ stato quindi facile accettare l’invito di Giovanni Pizzolante per realizzare la serie di Emergente focalizzata sulla regione Puglia, nell’ambito dell’evento FoodExp. L’ultima sorpresa la location, la Torre del Parco, monumentale, storica, perfettamente recuperata e convertita all’ospitalità, di una bellezza che toglie il fiato e che sembra quasi nata per eventi. Anche complicati come i nostri. Siamo ormai al via!
Dal 18 al 20 giugno saremo a Lecce con Emergente Puglia coniugato nei tre aspetti degli Chef, della Pizza e della Sala. Un evento al quale teniamo molto che è all’interno di un evento importante: FoodExp, un appuntamento che vuole diventare annuale e che ospiterà convegni, masterclass, esibizioni, incontri con target professionale. Questi alcuni dei protagonisti: Antonio Guida, Paolo Lopriore, Antonio Zaccardi, Francesco Cerea, Alessandro Pipero, Loredana Capone, Alfredo Prete, Louise Pitcher, Guglielmo Vuolo, Andrea Godi, Dario Stefano, Claudio Scarpa e, naturalmente, Giovanni Pizzolante ideatore dell’evento. Ufficio stampa: Mariella Piscopo e Sonia Gioia.
Prima la Norvegia, seconda la Svezia, terza la Danimarca. Con poche varianti negli ultimi Bocuse d’Or sono sempre state loro a vincere, con, per l’appunto, una leggera prevalenza della Norvegia. Continua quindi il predominio scandinavo e continua la serie nera dell’Italia, mai arrivata finora alla finale di Lione con le proprie gambe. Quando c’è arrivata, come in questo caso, il merito è della wild card, cioè del Jolly a disposizione dell’organizzazione. Eppure quest’anno c’era ottimismo, per altro giustificato, sia per la qualità del concorrente, Martino Ruggieri, sia per l’indubbio vantaggio che questa volta si giocava in casa, a Torino. Non solo c’è stato un cospicuo investimento, ma anche i vantaggi di scegliere gli ingredienti, il tema e perfino l’ingrediente a sorpresa (gli spaghetti) dichiarato pochi giorni prima dell’evento. Vantaggi che non sono stati sufficienti. L’Italia si consola con il premio al miglior commis (che poi è un belga) e di arrivare comunque in finale sulla corsia preferenziale del recupero. Eppure lo sforzo della Regione Piemonte non è stato lieve, si è creata perfino l’Accademia del Bocuse d’Or Italia e un gran sostegno attorno a questa iniziativa. C’è ancora la speranza che a Lione le cose possano andar meglio, speriamo, anche se l’ottimismo si è un pò appannato. C’è anche da dire che il Bocuse d’Or in Italia fa fatica. Mentre all’estero è seguito con attenzione qui a Torino gli spalti erano semivuoti, il numero di giornalisti presenti inferiore di gran lunga alle analoghe competizioni europee, il villaggio degli sponsor ridimensionato, e anche l’allestimento lasciava un pò a desiderare (schermi illeggibili per scarsa luminosità, tavoli delle giurie decisamente poveri, allagamento della postazione francese).
Non li contiamo i Bocuse d’Or della nostra vita, come edizione europea è però la prima volta dell’Italia. Crediamo di aver non poco contribuito a portare questo evento a Torino ed è per noi un’emozione entrare nell’Oval e sentirlo vibrare per il tifo di tanti appassionati. Ieri il primo giorno di gara, con dieci nazioni, di sotto riportiamo qualche foto. L’impressione è ovviamente positiva: c’è tensione, c’è l’atmosfera della gara, ci sono tanti team che rappresentano il meglio dell’Europa del cibo. Tra le annotazioni positive il bel campo di gara articolato con varie terrazze e doppia tribuna (quella dei VIP e del ristorante e quella dei tifosi), e l’aver coinvolto molti nostri bravi chef a vivere la competizione e a partecipare alla presentazione dei vari vassoi e piatti di gara. Oggi è il giorno dell’Italia, in campo Martino Ruggieri, tiferemo per lui, se lo merita, e pensiamo che mai come questa volta l’Italia è in grado di fare bella figura.
Una professione che non deve morire quella del Banconista. Noi, grazie al contributo determinante del Consorzio del Parmigiano Reggiano che ancora una volta si rivela sensibile e attento a queste problematiche abbiamo organizzato il Premio al miglior Banconista proprio negli spazi (bellissimi) del Consorzio a FICO. Ieri si è svolta la gara con un bel successo sia per la qualità dei concorrenti che per i tanti giurati presenti. In gara: Lorenzo Cecchini di Cecchini Roma, antica e storica bottega della Capitale, Luciano Govoni de La Casa del Parmigiano di Faenza, da mezzo secolo o quasi in bottega, Gabriele Baldini della bottega di Franco Parola al Mercato Centrale di Firenze, un giovane preparato e disinvolto, Alessandro Giancola di Salumi e Formaggi di Giancola a Milano, gran ricercatore di specialità alimentari, Gian Filippo Cavalieri del banco del Romeo Chef&Baker di Roma, e Jayson Datu di HQF prodotti alimentari selezionati. In giuria giornalisti come Alessandra Meldolesi e Marco Colognese, ristoratori come Fofò Ferriere Piero Pompili e Max Poggi, imprenditori di botteghe famose come Leone Marzotto di Peck, Claudio Volpetti, Alessandro Roscioli, il Mercato Centrale di Firenze e altri ancora. La gara si è svolta in due momenti: le domande e poi il taglio del Parmigiano Reggiano. Alla fine il verdetto è stato chiaro e si è espresso in due premi: premio alla Carriera a Luciano Govoni, protagonista di valore nell’arco di mezzo secolo, un personaggio che con continuità ha saputo conservare intatta la sua giovanile passione. Premio assoluto ad Alessandro Giancola, che unisce conoscenza a grande capacità di coinvolgimento. Ma complimenti anche agli altri concorrenti che hanno dimostrato ognuno nel suo genere, che il mestiere del banconista è vivo e d ha ancora molto da dire e fare. Un ringraziamento finale al Consorzio del Parmigiano Reggiano: è sempre bello avere degli sponsor, ma ancora di più avere dei partner intelligenti capaci di seguirti nell’avventura.
Il Passetto ha da poco riaperto con un completo cambio di arrdo, stile e gestione. e’ un locale storico della Capitale e quindi speriamo che riprenda la fama e il successo di un tempo.Le premesse ci sono, il team è agguerrito ed annovera nelle sue file anche Arcangelo Dandini che è una delle voci più autentiche della cucina romana. L’evento dell’altra sera univa più attori, coordinati dall’esperto Simone Braghetta: oltre ad Arcangelo, Paolo Parisi noto per le sue uova e non solo, ed anche Andrea Fassi, la nuova generazione di una famiglia che ha fatto conoscere il gelato a Roma. Una serata piacevole con anche Rosario Scarpato di passaggio nella Capitale per cercare di mettere a fuoco gli eventi che porteranno a Roma tanti cuochi italiani da tutto il mondo.
Sappiamo cosa fare fino al 24 luglio: scopriremo ogni settimana una robusta dose di pizzerie selezionate da un nutrito e competente manipolo di recensori (anonimi e insospettabili) sparsi lungo la penisola. Una robusta anteprima ci è stata fornita ieri sera al Baglioni, ma il vertice sarà per l’appunto centenillato fino al gran finale. Se i recensori sono occulti conosciamo benissimo team di guida, e, confessiamolo, abbiamo un debole per loro. Sono come fratelli e sono bravissimi, quindi il prodotto non potrà che essere più che buono. Poi è chiaro, sempre una guida è, e nessuno è infallibile, ma di sicuro sarebbe difficile fare di meglio.
Metti una sera a cena i piatti di Fabio Cervio, i vini di Maurizio Zanella, il panorama della Terrazza dell’Eden….è difficile che la somma non torni. Ed in effetti la serata è stata piacevole, con il ritmo giusto grazie anche all’ottimo servizio, e non sono mancate le curiosità: la serie di vini rossi abbinati anche ai primi per una cucina elegante ma, forse per rincorrere l’abbinamento, di indubbia potenza gustativa (pensiamo al retrogusto finale del ripieno di bollito, alla carica del cacio e pepe, alla concentrazione sapida dello stracotto). Coccole anche nel finale, con un buon dessert e fini praline. Ci siamo anche affacciati al Giardino, il ristorante più informale che occupa la gran parte della Terrazza: pieno ad ogni tavolo, insomma un buon segno per la città.
Non solo grandi chef, ma anche grandi prodotti come abbiamo avuto modo di vedere durante la giornata di lunedì approfittando della felice e densa esposizioni di piccoli e bravi artigiani del gusto. E poi a sera la grande serata con una 50ina di chef che spuntano da tutte le parti. E in genere ottimi assaggi con una segnalazione speciale a Thomas Kavcic, sempre gentile e pronto ad unirsi agli chef italiani, e il suo tovagliolo goloso era proprio buono.