Molto si parla e si è parlato in questi giorni della classifica dei 50 miglior ristoranti del mondo sponsorizzata dalla San Pellegrino.
Molto si parla e si è parlato in questi giorni della classifica dei 50 miglior ristoranti del mondo sponsorizzata dalla San Pellegrino. Molti a cominciare da Enzo Vizzari e Luciano Pignataro, persone cui sono molto amico e che stimo, l’ hanno criticata con argomenti difficilmente non condivisibili. Resta il fatto che il metodo alla base, pur criticabile, funziona.
La classifica fa riflettere: è anglofona (ma anche il mondo lo è), penalizza (fin troppo secondo me) la Guida Michelin, premia più la cucina creativa che quella di territorio (ma quest’ultimo è un concetto non così internazionale come quello della ristorazione), premia più lo chef del ristorante e quindi teoricamente ha anche il nome sbagliato, dovrebbe essere la guida dei 50 migliori chef.
Ha vinto Redzepi, e mi dispiace, perché Adrià meritava fino all’ ultimo di rimanere il primo. E pochi hanno protestato.
La lobby italiana mi sembra che abbia funzionato e ha portato in alto chi in questo momento è il cuoco migliore: Massimo Bottura, il leader Massimo.
Molti si lamentano che vengono ignorati dalla guida diecine di nostri valenti cuochi (Uliassi, Jaccarino ecc..) a favore di misconosciuti ristoranti australiani o americani. Io rispondo che tra dieci anni, quando Cina e India entreranno nell’ arena, rischiamo di rimanere con il solo Leader Massimo a rappresentare i nostri colori.