In attesa di tornare a gustare le loro creazioni, in una delle zone più colpite dall’emergenza coronavirus ecco la storia di due eccellenti ristoranti a Orzinuovi, nel Bresciano.
L’articolo è parte di Passione Italia, la campagna Touring per promuovere il territorio italiano e le sue bellezze. Un invito a tutti a “viaggiare da casa”, per scoprire e riscoprire ciò che ha da offrire il nostro Paese, semplicemente dal computer o smartphone. Scoprite tutti i contenuti sulla sezione dedicata del sito Touring Club Italiano e sui rispettivi canali social. E contribuite alla mappa della bellezza con #passioneitalia #mappadellabellezza.
Pudiano, piccolissima frazione a est di Orzinuovi: quattro case, praticamente tutte belle, intorno alla grande piazza con in evidenza l’imponente Palazzo Caprioli e la chiesa di San Giorgio che contiene anche le reliquie di San Bonifacio. Reliquie che non sono riuscite a tener lontano il virus, ma in compenso il fascino di questo piccolo borgo ha portato qui una deliziosa coppia: Liana Genini e Simone Breda, che hanno aperto il loro ristorante “Sedicesimo secolo”, piccolo, elegante e raccolto, con cucina d’autore. Lui viene dalla grande scuola di Gualtiero Marchesi, lei aggiunge grazia ed eleganza ad una sala e a dei piatti che non ne avrebbero nemmeno bisogno in quanto ben assemblati e presentati.
Una cucina moderna, ben ideata e altrettanto ben eseguita con gli ingredienti in primo piano non coperti e distratti da troppe complicazioni, ma valorizzati con mano sicura. Siamo nella Bassa, terra di tanto burro e di tanta carne, ma la cucina di Simone è leggera e predilige l’orto al quale lascia sempre notevole spazio. Tra i piatti citiamo il Capriolo, pera, grappa e barbabietola; le Lumache, panada e bagnet verd; il Raviolo di grano saraceno, cassoeula e ragù di piovra; il Diaframma di manzo, insalate invernali bruciate e salsa ponzu.
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In questi giorni ovviamente il ristorante è chiuso, ed è proprio nell’occhio del ciclone del coronavirus. Chiediamo a Simone:
Innanzitutto, come stai?
Fortunatamente bene sia noi che i familiari, ma intorno tutto è bloccato, sospeso, e si vive con l’ansia addosso.
Come passi il tuo tempo?
Abitiamo sopra, ne approfitto per i tanti lavoretti che rimangono indietro in sala e in cucina, poi cuciniamo per noi e con tutta calma mi posso assaggiare le mie ricette.
Che cosa ti ha insegnato quest’esperienza?
Che non tutto dipende da noi, pensi magari di poter programmare la vita e il tuo lavoro, poi tutto cambia all’improvviso. Mi sta aiutando a ritrovare un po’ d’umiltà.
Cosa cambierà quando sarà tutto finito?
Penso che dopo qualche mese tutto sarà bene o male come prima, la gente avrà però meno soldi. Io ho pochi tavoli, credo in quello che cucino, non voglio cambiare, sarebbe una sconfitta. Spero di poter lo stesso continuare a riempire il ristorante.
Sempre nel Comune di Orzinuovi c’è un altro ristorante di livello, più recente di Sedicesimo Secolo: il nome è Saur ed è sito nella frazione di Barco, vicinissima al fiume Oglio. Un sogno diventato realtà di tre giovani ragazzi provenienti da differenti esperienze, ma accomunati dalla stessa passione per la ristorazione e dalla giovane età. Due, gli uomini, Alessandro Sciortino e Nicholas Caruso, sono in cucina, lei, Virginia Severgnini, in sala: poco più di 70 anni in 3!
Il locale è moderno, con colori vivaci, allegro (e di questi tempi aiuta). C’è un orto e il verde arriva pure dentro ravvivando le pareti in verticale. Come tutti i giovani le idee sono tante, le ricette vengono una dopo l’altra e per riassumerle mettono a disposizione degli ospiti due menù degustazione a 7 portate (a 50 euro) e 5 portate (a 35 euro) che sono, per quanto offerto, tra i migliori per il rapporto prezzo qualità della regione. Piatti ben presentati, senza troppi ingredienti, con colori vivi, ma anche spesso sapori decisi. Non manca il coraggio agli chef e così spesso qualche contrasto acido/sapido anima la ricetta. Un locale quindi di vibrante creatività dove non ci si annoia di sicuro.
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Abbiamo chiesto ad Alessandro qualche impressione su quanto sta accadendo.
La salute per prima cosa: come state?
Grazie a Dio bene, ma certo qui si sentono passare solo le autombulanze, chiami un amico e sono tanti che ad avere un parente morto o in gravi condizioni, insomma si vive nell’incubo e nella paura del contagio, non si parla poi di altro.
Cosa fate per passare il tempo senza poter uscire?
Vorremmo essere d’aiuto, ma la cosa migliore e più utile è di rimanere a casa e non creare problemi. Facciamo tanti piccoli lavori per i quali in genere non si trova mai il tempo e curiamo il nostro orto
Su cosa ti fa riflettere l’epidemia che ci ha colpito?
Che il mondo e la natura vanno rispettate. Oggi c’è il virus, domani potrebbero esserci i cambiamenti climatici. L’uomo deve imparare a rispettare meglio il mondo che ci circonda
Come sarà il dopovirus? Cosa prevedi?
La clientela sarà sicuramente più povera. Però noi siamo entusiasti e convinti di quello che facciamo, i nostri menù sono convenienti, ce la mettiamo sempre tutta. Vorrà dire che lavoreremo ancora più sodo.
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