Siamo nelle terre della famiglia Ottavi (donde anche Ottaviano poco distante), qui passava l’acquedotto che portava l’acqua dall’Irpinia alla flotta romana di Capo Miseno, e qui sorgeva questo antico complesso residenziale noto come “Villa Augustea” a Somma Vesuviana alle pendici del Vesuvio, vuoi per la grandiosità della villa vuoi per il probabile legame con la famiglia imperiale. In realtà la più parte della villa risale a dopo Pompei ed è stata preservata e giunta a noi grazie alla lava che l’ha ricoperta in un’eruzione successiva del tardo impero. E’ veramente imponente quello che, grazie al contributo del Giappone, è venuto alla luce, e forse tanto altro è ancora interrato. Interessante il legame con l’agricoltura, qui d’altronde siamo in piena “campagna felix”, sono numerosi i riferimenti ai prodotti e in particolare al vino con statue a Dionisio e fregi. C’è anche una vasta cantina con le anfore ben visibili. Cosa coltivavano allora? per la nostra guida, Francesco Mosca, bravo ed appassionato, nessun dubbio: catalanesca e lui orgoglioso, ce ne omaggia una bottiglia (anzi due), del suo appezzamento poco distante.