Dopo la parentesi di Baldassare riapre questo bell’ “angolo” dell’Aventino, versante di San Saba: un piccolo gioiello di poche camere, circondato da terrazze, in alto sulla via, mentre sul piano strada, oltre l’ingresso, è un bel bar che per ora ha gestione separata, anche se la proprietà è la stessa. Qui è arrivato Marco Martini, giovane chef romano, tra i pochi che ci sembra riescono con successo a dar nuova luce ai classici della cucina romana che sono pochi, ma sembrano tetragoni (carbonara, matriciana, cacio e pepe). E non sono solo nuove riletture dei grandi classici, ma anche soluzioni inedite, vedi ad esempio gli spaghetti ai frutti di mare e caccia, e il piccione con carrube. Marco riesce a divertire, pensiamo ai tanti divertissement iniziali, riesce a sedurre con l’elegante triangolo di parmigiana, riesce a sorprendere con il buon cannellone dolce. Qua e là qualche piccola sbavatura (il porchetta bun troppo pesante, la ricciola un pò coperta, il chupa chupa invasivo), ma sono piccole cose, pensando poi che la cucina è appena avviata. L’unico vero problema rilevato è la temperatura dei piatti che nonostante l’estate incipiente arrivano un pò troppo tiepidi, ma sarà di facile risoluzione con un riscaldo, e qualche problema di rodaggio inel servizio di sala. Ma Marco Martini ci sembra assai ben partito, e vedremo dove sarà capace di arrivare. Con lui e con Paola Apollaro e Andrea Farletti co-titolari, una squadra fedele: in cucina Enzo Paolicelli, Dino Felici, Lorenzo Mancino, Simone Carmignani, Gianluca Durillo; in sala Antonio Maura, Giuseppe Rastelli, Daniel Bovary; al bar Luigi Di Coccio, Francesco Monticelli.