L’antica dimora estiva di Vittorio Alfieri domina la valle del Tanaro e l’orizzonte si riempe con le vigne famose del barbaresco. La dimora non è da meno, maestosa, aristocratica, sarà presto sede museale, ma intanto ospita un nuovo ristorante: Stefano Paganini, dal nome del suo chef e patron, già a villa Tiboldi, appena trentenne.
L’antica dimora estiva di Vittorio Alfieri domina la valle del Tanaro e l’orizzonte si riempe con le vigne famose del barbaresco. La dimora non è da meno, maestosa, aristocratica, sarà presto sede museale, ma intanto ospita un nuovo ristorante: Stefano Paganini, dal nome del suo chef e patron, già a villa Tiboldi, appena trentenne. Stefano è forse il miglior allievo di Davide Palluda e ora si gioca qui il suo avvenire. La sfida è difficile, per il prestigio del posto e per la vicina concorrenza di altri chef di valore ed esperienza consolidata, ma dobbiamo dire che Stefano sfoggia una cucina fine ed elegante, curata anche nella presentazione, bisognosa solo di una messa a punto di qualche dettaglio (ma queste attenzioni arrivano in genere con la maggiore esperienza). Una scelta di menù a prezzi molto competitivi da 35 a 50 attira una buona clientela e ci fa ben sperare: è un’altra buona tavola da aggiungere al circuito langarolo (anche se qui siamo al confine del Roero).