Conosciamo ed apprezziamo da tempo la famiglia Perathoner che gestisce lo storico Gran Baita a Selva di val Gardena. Questa volta l’abbiamo trovato completamente rifatto con un gourmet tutto nuovo, moderno e aperto con una grande vetrata verso l’esterno. In cucina è Andrea Moccia che si può ora esprimere ad un livello più in linea con le sue giuste ambizioni e dobbiamo dire che alcune cose sono state assolutamente notevoli: il gran plateau del pane, gli amouse bouche iniziale, la variazione di wagyu e il delicato brodo di astice. Ma accanto ai tanti “hits” anche qualche caduta come il guazzetto di capesante, gli spaghetti ed il filetto, piatti non certo in linea con l’eleganza degli altri citati. Il saliscendi termina comunque bene con il dessert, anche questo gradevole ed elegante (in pasticceria Anita Vicchio). Da segnalare anche il buon servizio di sala di Simone Dose e Marco Trotti, ed infine un plauso alla terza generazione che si sta mettendo in prima linea.
Achille Grande
Curiosi gli ultimi anni di Ramona e Riccardo, una delle coppie più rappresentative della nostra ristorazione. Dopo essere stati fermi a lungo nel cambio di sede, quasi improvvisamente hanno aperto un albergo, The Hall, il nuovo ristorante All’oro, il ristorante distaccato Madre (consulenza) e il nuovo ristorante all’ultimo piano della Rinascente. Questo è l’anno del consolidamento, e ci sembra stiano puntando soprattutto sul MadelTerraneo (Rinascente) e ovviamente sul ristorante originale, quell’All’oro che li ha portati alla ribalta. E ci troviamo appunto in quest’ultimo, un’elegante bomboniera che sembra di stare in un club inglese, ma a riportarci a Roma sono i sapori che Riccardo ci propone. E lo troviamo in piena maturità, fedele ai suoi principi (meno male) e cioè il gusto come obbiettivo principale, con in più una certa giocosità che non fa male e un lodevole servizio di sala che interagisce con il cliente. Piccole sfumature da evitare come il formaggio troppo ripetuto e i tortelli troppo coperti dall’intingolo, ma per il resto è una carrellata di piatti buoni, che si fanno per giunta facilmente apprezzare e questo va a vantaggio del consumatore. Forse non acconteranno i palati difficili di qualche gastronomo errante, ma siamo dell’opinione che non sempre a tavola si devono per forza fare elucubrazioni che finiscono il più delle volte per essere senza alcun profitto.
Seconda giornata con esame finale alla presenz adi una scheira di giurati eccellenti. Poi il proseguio con un buffet preparato ad arte e presentato nel bellissimo Chiostro del Podestà. Ultimo atto, la premiazione nella sala delle Lupe. Vince il premio “empatia” Carlotta Ciorra, vincono la selezione e li rivedremo a Roma: Carlotta Cenedese di Materiaprima Osteria Contemporanea di Pontinia, e Gianmarco Panico del Mirabelle di Roma. Ma il lungo applauso che ha salutato tutti i concorrenti sta a testimoniarne l’ottimo valore.
Tanti i concorrenti in gara, ma tanto in gamba, ricordiamoli: Francesco Aldieri Sommelier del Ristorante Acquolina a Roma, Samuele Bartolini di Osteria di Passignano a Badia a Passignano (FI), Carlo Brunetti chef de rang e barman del Relais&Chateaux Il Falconiere a Cortona (AR), Carlotta Cenedese chef de rang di Materiaprima Osteria Contemporanea a Pontinia (LT), Camilla Ciorra chef de rang de La Bottega del Buon Caffè a Firenze, Alessandro Farinelli chef de rang di Konnubio a Firenze, Achille Grande responsabile di Sala al Ristorante All’Oro di Roma, Emanuele Riccardi junior di sala dell’Osteria Da Giovanna ad Arezzo, Giacomo Scatolini Head Sommelier de Il Convivio Troiani a Roma, Michele Serva commis de rang de La Trota a Rivodutri (RI), Claudio Storniolo sommelier e Chef de Rang al Ristorante Albergaccio di Castellina in provincia di Siena, Alessandro Incocciati chef de rang di Al 43 a San Gimignano (SI), Gianmarco Pànico di Mirabelle Restaurant di Roma, Steven Vergara Arenos chef de rang di Enoteca La Torre Villa Laetitia nella capitale ed infine Stefano Zanette del Ristorante Novecento a Castelnuovo Berardenga (SI). Nella prima giornata molte le prove, dalla falsa carta dei vini dove dovevano riconoscere gli errori, alla prova del parmigiano reggiano con stagionature differneti. Poi si sono presentatidi fronte ad un pubblico di quasi cento studenti di 7 Isituti Alberghieri della Toscana per rispondere alle domande dei Professori. Infine la spettacolare prova pratica: il servizio della cena di beneficenza a Santa Maria della Scala in uno scenario di straordinaria bellezza alla presenza del Sindaco di Siena Luigi De Mossi e dell’assessore Alberto Tirelli, . Ringraziamo il Comune di Siena che ci ha permesso l’utilizzo di questa bellissima sala.
Dal piccolo primo All’oro ai Parioli, a questa nuova struttura il salto è importante. Non ci risultano precedenti, crediamo sia la prima volta che uno chef prende la proprietà (almeno in quota parte) e la gestione di un albergo (tra l’altro una vera chicca di 14 belle camere) e del suo ristorante qui a Roma. L’investimento è importante, ma crediamo che Ramona e Riccardo Di Giacinto abbiano la capacità di portarlo avanti. Hanno sempre avuto l’ambizione di crescere nella qualità, ma senza dimenticare anche di ampliare il giro dei consensi e della clientela. Basti vedere il grande successo del Madre, praticamente sempre soldout tutte le sere. L’All’oro però resta e resterà sempre il loro cuore, il baricentro delle attività, dove mettono il massimo dell’impegno e la loro faccia. Il ristorante è nel basement, arredato con eleganza e gusto anche se un pò volutamente buio, forse troppo. Ma almeno le luci illuminano bene i piatti che arrivano e sono tutti piatti molto curati, ricercati da un punto di vista di contenitore e di presentazione. Il menù offre di fondo due linee: i grandi classici e le novità. Ma tra ieri e oggi non ci sono forti discontinuità, la filosofia di Riccardo è ben chiara, procede a piccoli passi, senza fretta, senza segni di creatività dirompente (ma che è spesso a volte effimera), cercando di mettere a punto ogni dettaglio. Piatti che inseguono in genere non tanto l’azzardo o la provocazione, quanto il gusto pieno e la succulenza, ricette che vanno incontro al cliente e non vogliono girargli intorno senza farsi capire. Nel nostro percorso un plauso agli stuzzichini iniziali vari ed eleganti, qualcuno solo un pò troppo pesante. Poi tutto più che buono, ma di certo abbiamo preferito i secondi e i dessert (anche questi golosi a tutto tondo, evvivà!, e non sbiaditi come spesso capita) ai due primi un pò troppi carichi. Il piatto migliore? l’ottimo pollo alla cacciatora che sarebbe stato perfetto con un purè più centrato.