In famiglia si ridiscute e questo è un bene. Così la classica cucina di papà Adriano che ha fatto la fortuna negli anni ottanta e novanta del Gambrinus, viene riaggiornata dai figli secondo nuovi schemi e stimoli più contemporanei. Nasce così il Borsò, accanto al ristorante datato, con due salettine ben arredate, ma con meno pretese che si avvalgono anche di un piacevole spazio esterno affacciato sul laghetto del parco. Qui viene proposta una cucina più semplice e diretta, e trovano spazio anche le nuove idee di Pierchristian, sempre più responsabile della cucina che è memore degli insegnamenti di Lopriore e Alajmo e soprattutto di Leeman, come dire tre dei migliori e più fini intelletti della cucina italiana. Il risultato è ancora in fieri, si basa su un orto che sta crescendo accanto alle già note vigne, si avvale delle preferenze quasi vegane dello chef, deve trovare ancora la sua giusta espressione, ma rende già interessante la visita e ci stimola a seguire questo indirizzo che avevamo un pò dimenticato.
Adriano Zanotto
Passano le generazioni, il Parco cambia pelle e si rinnova, ma sembra tenere il ritmo degli anni. Al ristorantone per le famiglie bene e le cerimonie degli anni passati sta subentrando il nuovo progetto portato avanti dai due fratelli Gianmaria e Pierchristian, un progetto che mira di fondo a rafforzare il legame spontaneo e naturale che la struttura ha con il bel Parco che la circonda, di valorizzare un’immagine di salubrità ed attenzione etica all’ambiente che il Parco stesso suggerisce. Da qui largo spazio ai vini bioligici e forze presto avremo anche l’Elisir biologico, affiancato da una serie di altri prodotti per arrivare anche ad una rinnovata immagine della ristorazione.
I numeri erano impressionanti: una tavola lunga quasi 300 metri per accogliere 900 commensali, e applaudire i 100 ristoranti del Buon Ricordo un’associazione che festeggia per l’appunto i 50 anni. Una tavola monstre affidata alla regia di celebri chef esperti, tra i quali soprattutto per ovvi motivi pratici, quelli del territorio a cominciare da Massimo Spigaroli. L’Associazione ha indubbi meriti, è partita prima di tutti gli altri e se ancora se ne parla ed è capace di organizzare eventi come questi vuol dire che funziona. Alcuni la vorrebbero un pò più “contemporanea”, ma bisogna pure dire che oggi è forte il vento di chi vorrebbe tornare un pò indietro, o almeno non perdere certi valori acquisiti. Detto questo è stato bello ritrovarsi con tanti amici, chef e colleghi, con la dirigenza del Touring ad assaggiare i tanti prodotti che hanno animato la piazza Garibaldi e le Logge portati fin quassù da tutti i cuochi. Poi al momento di andare in tavola si è scatenato un nubifragio, ma in qualche modo sono riusciti ad andare avanti, con forza e coraggio contro la sfortuna che purtroppo ha colpito ancora una volta. Comunque alla fine ci ricorderemo questo evento anche per la vicissitudine e l’allegria che tutti sono riusciti a mantenere.