Origini lontane, ma ormai romani per adozione e convinzione: Alba e Michel, dopo la bella esperienza di Marzapane, eccoli qui, in pieno centro storico a due passi da Campo de Fiori, in un antico laboratorio convertito alla ristorazione e rinnovato con grande professionalità e ottimo gusto. Accoglie al centro la cucina a vista con in prima linea la brace, a destra una suggestiva saletta lunga, a sinistra la sala con il banco bar e la cantina. (nel tutto c’è anche un bel prosciutto iberico a taglio). Alba ha avuto eccellente esperienza formativa dai Roca e si dimostra capace di affrontare qualsiasi ingrediente con ottima mano. La sua è quindi una carta varia che spazia attraverso vari generi: precise le cotture della lingua e della capesanta, profondi di sapore gli agnolotti, semplice ma di classe il cervo con il suo purè perfettamente a punto. Qualche imprecisione nelle linguine troppo ammassate e poco acide, e in qualche nota sapida in eccesso. Il piatto migliore? siamo indecisi tra le originali rape variegate con aceto leggere e ben manipolate e presentate, e il dessert finale elegante e suadente (ci ricorda Jordi Roca).
Alba Esteve Ruiz
Parte all’inizio dell’anno il primo contest del Primo Piatto organizzato da Barbara e Albert sotto l’egida del Pastificio dei Campi. Un vero successo per il numero di ricette arrivate via web e per la qualità di quanto proposto. Il Tema portante era la pasta con i legumi, uno degli abbinamenti più ricorrenti nella dieta mediterranea per salubrità e tradizione . I migliori 4, scelti a tavolino in base alle ricette inviate, sono stati invitati a Gragnano nella sede del Pastificio per sfidarsi in diretta e non più virtualmente con la loro ricetta: il giovanissimo Stefano Di Giosia, italiano ma lavora all’Era Ora di Copenhagen, Domenico Stile chef executive del “Villa Letizia” a Roma, uno straordinario resort metropolitano ubicato in una Villa Liberty di proprietà della stilista Anna Fendi Venturini. Sono stati tutti e 4 bravi, ma le due donne si sono imposte, Faby Scarica del Villa Chiara Orto e Cucina, con una delicata spuma di ceci contrastata dai ceci grigliati in miniburger al fumo di rosmarino dove le tofette erano esaltate dai ricci di mare e controbilanciate dal tamarindo. Alba Esteve Ruiz del ristorante Marzapane di Roma ha risposto con un rinascimentale piatto di eliche dadolata di agnello, lupini in tre modalità differenti e il profumo di cannella, ricetta anche più tecnica ma meno centrata di quella di Faby sul tema proposto. Alla fine la giuria ha deciso l’ex-aequo perché entrambe hanno saputo interpretare al meglio il tema della seconda edizione del contest, “The Benevolent Bean“, teso a valorizzare i benefici, la biodiversità e le tradizioni legate appunto al mondo dei legumi. L’evento si é chiuso con il solito gran finale con altre ricette create al momento e tante, tante ottime bollicine. Anfitrione ineguagliabile Giuseppe Di Martino, sorpresa in chiusura con la “Pasta della staffa” ovvero l’originale cacio e pepe sul tovagliolo di Albert che non ci aspettavamo.
Dopo alcuni anni di indubbio successo, manutenzione straordinaria per il Marzapane, con alcuni cambi in sala (qualche coperto in meno) e nella linea di cucina. Morale Marzapane oggi è un pò meno bistrot, un pò più gourmet. Ambizioni d’altronde giustificate dal team che è stato costruito in questi anni che vede sempre , oltre ai titolari Angelo Parello e Mario Sansone, le figure chiave di Alba Esteve Ruiz in cucina e Michel Magoni in sala. con altri bravi elementi aggiunti negli ultimi tempi. C’è voglia di presentare una cucina articolata, moderna, con un percorso lungo e variegato, dove ogni piatto vuole nascondere una sorpresa o almeno contenere un messaggio. Locale di riferimento potrebbe essere il Tickets di Barcellona. Operazione riuscita? Alba non è (almeno ancora) Albert Adrià, ma la classe ce l’ha (vanta un’ottima esperienza dai Fratelli Roca), e la dimostra in un percorso forse solo troppo lungo e impegnativo, che come si è detto sopra non prevede soste e momenti di relax. Però dobbiamo pure dire che ci siamo divertiti, con questo ordine: al primo posto il Capitolo 1 (antipasti) dove è difficile scegliere il piatto migliore, forse la lingua, ma giusto per non far vincere il foie gras che eticamente non amiamo, poi il capitolo 3 (secondi) e il capitolo 4 (dessert). Meno ci ha convinto il capitolo 2 (i primi): troppo salsati e conditi gli gnocchi e i tortelli, poco contrastate le linguine. In conclusione il Marzapane merita, e va considerato tra le migliori attrazioni gourmet della Capitale.
Conferenza stampa al mattino per ringraziare gli sponsor e presentare i destinatari dei contributi raccolti. La buona notizia è che questi contributi ogni anno aumentano grazie al sempre maggiore afflusso dei visitatori. E sono tanti soldi che portano a tanto “bene”, accanto all’Ospedale Santobono, usuale beneficiario, altre importanti iniziative sono state messe in atto. Alla fine ci si ritrova per il rpanzo degli Chef Emergenti nel ristorante di Gennaro Esposito alla Torre a Seiano e l’evento si chiude con la grande cena alle Axidie. Peccato che noi la salteremo per rientrare a Roma, dove manchiamo da oltre 10 giorni.
Sono giovani e si allargano giustamente, vedi la collaborazione con l’Opera di Roma, ma questo rimane il centro della loro attività: a Mario Sansone la strategia, a Michel la sala, e la cucina affidata alla brava e dolce Alba Esteve Ruiz. Come dire che tutto è curato, dall’ambiente al servizio, dalla carta dei vini ai prezzi corretti. Assaggiamo la nuova linea dei piatti che ci confermano le doti della giovane chef. Piatti non banali, ricette costruite bene che raggiungono questa volta la vetta nelle due carni, decise, centrate nella succulenza, e dove ogni ingrediente trova la sua giusta espressione ed equilibrio. Buona ma un pò coperta la sogliola degli antipasti, meglio i tortelli di coda che quelli di rana pescatrice, buono anche il finale goloso, mentre l’unica perplessità arriva da un risotto troppo mantecato e calorico difficile da mandar giù con il caldo estivo.
Arrivo a Vico in pieno svolgimento della cena dei big, cioè gli chef famosi. Mi perdo il giro degli aperitivi, ma in tempo per i piatti al tavolo. Cena troppo lunga? di sicuro, ma c’è anche da dire che si raccolgono i soldi per beneficenza e bisogna coccolare chi aiuta il prossimo. Tanti i piatti, in genere molto buoni, che iniziano subito con l’ottima trota di Berton. E in parallelo si anima la terrazza a mare ed è lì che fino a notte fonda si svolge la vera Festa.
Ogni anno facciamo almeno una salto a Vinoforum, un villaggio nella pineta del Foro Italico dove è proprio piacevole trascorrere una serata. Quest’anno il tempo è stato un pò inclemente, ma ieri sera almeno la pioggiaa ci ha risparmiato e ci siamo giduti un giovane chef stellato di Edimburgo, a noi completamente sconosciuto. Ed è stata una bella occaasione per parlar di territori lontani, di ristorazione diversa, ma anche lì animata da ideali e obbiettivi molto simili: cercar di fare qualità valorizzando soprattutto la materia prima locale.