Oggi viene conferita la Laurea ad honorem (in Direzione Aziendale) a Massimo Bottura nell’Aula Magna dell’Università di Bologna. Crediamo sia un riconoscimento importante, non solo e non tanto per Massimo Bottura, quanto per tutta la ristorazione italiana. Come lui ha giustamente ricordato: “oggi la somma dei cuochi italiani vale molto di più della somma delle loro ricette”. Insomma oggi (nel mondo non solo in Italia) la ristorazione italiana vale molto di più del semplice fatturato dei loro ristoranti: è un traino economico e sociale, è un traino di cultura e creatività. Massimo di tutto questo è un pò l’emblema e l’alfiere, e se lo merita non solo perchè è riconosciuto da tanti (se non da tutti) il migliore (o comunque tra i migliori), ma anche perchè secondo noi pur essendo al vertice non smette di pensare a crescere ancora. E, cosa ancora più meritevole, non lo fa puntando ad esempio al fatturato (e non sarebbe di certo cosa irriprovevole) ma ad una visione universale e sociale dove largo spazio viene dato ai concetti di umanità, carità, sostenibilità con il progetto del Refettorio messo a punto all’Expò di Milano (vedi le foto) poi riprodotto a Rio, a New York e prossimamente altrove. Non vogliamo farne un Santo, quanto un esempio da additare a tutti per la voglia di crescere, di fare e non di rilassarsi sugli allori. Massimo, grazie!
Albert Adria
Una giornata al Refettorio con tre cuochi a caso, tre campioni come è raro vedere insieme: Albert e Ferran Adria con Massimo Bottura. Ma è stato emozionante non solo vederli uniti, ma vederli mettere direttamente le mani in pasta, cioè ai fornelli. Certo, c’era una brigata d’appoggio fatta con un paio di ragazzi della Francescana, un paio di Alma e una brava stagista di Andreas Caminada, ma loro preparavano le basi, sotto le direttive attente degli chef, che poi hanno veramente e direttamente preparato 8con quello che hanno trovato, come è nelle regole e nell’idea del Refettorio) le varie pietanze. Un’emozione vera vivere questi momenti con loro in cucina come anche vedere la gioia di questi ragazzi, un centinaio provenienti dalla periferia contigua di Milano, che costantemente incitati da Massimo in sala hanno spazzolato i vari piatti e chiesto il bis dei dessert. In sala Lorenza ed io abbiamo cercato di aiutare i volontari del servizio. Ci è sembrato vivere un film, pensando che era troppo bello per essere vero. E, andati via i ragazzi, come dimenticare Massimo che si è messo a cucinare la pasta per il tavolo dei volontari ed Albert che ci ha portato il piatto? Grazie Massimo per aver fatto questo Refettorio e per averci fatto condividere questa giornata.