Risotto giallo con coda alla vaccinara, un incontro Roma Milano che è forse il piatto signature del bel locale milanese che vede l’esperto Alberto Tasinato in qualità di restaurant manager e Davide Puleio, per l’appunto romano (esperienza importante da Pipero) come chef. Ci sono due locali in uno, ill bistrot con un importante bancone specializzato in cocktails e il lato ristorante, più elegante con tavoli larghi e comodi. Un ottimo servizio segue con competenza i vari tavoli e attinge da una ricca cantina, il menù spazia nei vari generi dimostrando una buona valenza tecnica, regalando qualche divertissement (pensiamo al peperone), prediligendo la succulenza piena (pensiamo ai due ricchi ma buoni primi), e insistendo un pò troppo sull’agrodolce (il manzo caramellato coon salsa allo zenzero). Il piatto migliore ci sono sembrate le animelle, sull’altro versante, quello dei piatti meno riusciti, un rombo interessante ma troppo sapido e un dessert un pò banale.
Alberto Tasinato
Anteprima di Emergente Sala programmato per giovedì 20 aprile nell’evento Le Strade della Mozzarella di Paestum. Grazie all’ospitalità della Famiglia Cecchi ecco Lorenza intervistare alcuni professionisti di sala. E alla fine sono tanti quelli che arrivano a testimoniare l’interesse che c’è per un problema più che mai attuale. Le interviste andranno in onda su FB a giorni.
Al Mandarin lo spazio della ristorazione è un tutt’uno, suddiviso in varie aree: il bar, un paio di salette collegate e il ristorante gourmet Seta isolato, ma sempre a vista. Una soluzione curiosa, ma che ha il merito di essere compatta e funzionale. Dentro una serie di tavoli che rompono la monotonia grazie agli splendidi segnaposto di Fornasetti e alle due rientranze che godono di un sedile ad alto ed avvolgente schienale. Il servizio dopo un avvio un pò lento, è andato via veloce, preciso, ben spiegato al tavolo. La cucina è quella di Antonio Guida, chef ormai collaudato nel lusso degli alberghi anche se dal Pellicano al Mandarin il salto è notevole per la continuità del lavoro, per i tempi più stretti, per le tante funzioni (dal room service al bar) che la brigata deve supportare lungo l’arco della giornata. Ma la brigata è sempre quella, fedele, che segue Antonio da tanti anni e qui le cucine sono un vero spettacolo di organizzazione e suddivisione di compiti e spazi. Superata la fase iniziale di rodaggio ormai la cucina si è ambientata e il menù si esprime in modo rispondente con una serie ampia di proposte. Ce ne sono arrivate tante al tavolo per confermare l’abilità e classe di questo chef elegante e bravo che tra l’altro è anche rimasto modesto e con i piedi a terra. Cucina che non ha cambiato stile, che ci riporta il classicismo francese, che ha in sè una certa tendenza all’opulenza e alla succulenza dolce, che ci affascina, ma che ameremmo ancora di più se riuscisse lungo il percorso a mantenere più snellezza ed agilità. Il celebrato risotto è un classico di Guida, ma ci hanno colpito molto di più gli spaghetti, di monumentale carica gustativa, in sottotono invece il cavolfiore ai frutti di mare e una coda di rospo un pò spugnosa. Buona al solito la chiusura dei dessert e l’attenzione ai tanti dettagli di apertura e fine della cena.
Abbiamo aspettato qualche mese prima di andare a vedere il nuovo locale di Andrea Berton, abbiamo nel frattempo sentito pareri contrastanti, ma tutti concordi nel ritenere questo nuovo locale comunque uno di quelli di cui si parlerà molto e forse sempre di più. La cornice è quella della Nuova Milano che si protende verso il cielo: a noi dà fiducia e ottimismo. L’interno forse un pò freddo, è comunque curato, elegante, funzionale e la cucina occupa una superficie altrettanto grande lungo il lato principale, quello della strada (via Liberazione). Carta dei vini su Ipad con già molte offerte, servizio efficiente, bella la tavola e la serie di piatti, bicchieri e accessori utilizzati. Il menù è originale, si divide equamente tra la proposta di degustazione e quella, più curiosa, che ha come tema il “brodo”. A parere dei più è quest’ultima proposta quella che ha incontrato il maggior favore, e anche a noi è piaciuta moltissimo. Ci siamo fatti portare sempre due piatti, uno del degustazione e uno del brodo e quest’ultimo è sempre stato giudicato migliore. Ma detto questo, anche il menù normale è comunque di livello ed infine un plauso ai dessert, decisamente notevoli dal delizioso predessert alla centrata piccola pasticceria, senza dimenticare l’ottimo pane.