Tutti a Piacenza per onorare le stelle Michelin. Tante le novità, alcune dolorose, come la perdita (da due a una stella) per due ristoranti storici come il Sorriso di Soriso e Vissani di Baschi. A loro va il nostro primo pensiero. Poi il secondo a chi ha trinfato: Enrico Bartolini, il nuovo che avanza a tutta velocità, secondo noi meritatamente. Il terzo pensiero è per le due stelle in Italia: dovrebbero rappresentare tra l’alta fascia della ristorazione italiana e sono un numero limitato. Erano già poche prima, ora sono anche di meno, doppi complimenti quindi a Mammoliti e a Doanto Ascani che hanno centrato l’importante traguardo. Chiudiamo salutando i tanti ex emergenti che hanno ottenuto la stella quest’anno, Gorini, De Santis, Puleio, Griffa, Raciti un grande abbraccio a tutti voi.
Aldo Ritrovato
Tradizionale pranzo degli chef emergenti alla Torre del Saracino, il bel ristorante di Gennaro Esposito. Ecco i prescelti: Enzo Di Pasquale del Bistrot900 di Giulianova, Aldo Ritrovato del It Restaurant di Milano, Gaetano Trovato del Convento di Cetara, Giuseppe Costantino della Terrazza Costantino di Sclafani Bagni (PA), Alessandro Tormolini di Sensi ad Amalfi, Pierluigi Gallo di Giulia a Roma, Ivan Silvestri di Alicina a Porto Ercole, Ferdinando Palombo di Emporio Armani a Milano, Domenico Candela di George a Napoli, Antonio Ziantoni di Zia a Roma, Maria Rosaria Stellato di AnimaMia a Caserta, Pietro Penna di Casamatta a Manduria. In cucina c’è stata una bella atmosfera, voglia di confronto e i piatti ci sono sembrati belli. Ne abbiamo assaggiati solo 4 ed erano tutti buoni con il pomodoro ed anguria di Enzo Di Pasquale a distinguersi.
L’albergo è tra i nostri preferiti per l’accueil, la bontà di un servizio cortese e non imbalsamato (guidato da Carlo Bevilacqua e Maurizio Rossetti), l’originalità di una sala ad anfiteatro con lo sfondo della vetrata che si apre sul verde. Il ristorante vede abitualmente passare chef di grande fama per l’evento Epicurea, e uno di questi, Matt Orlando, lo incontriamo nel giorno prima della sua esibizione. Tra uno chef e l’altro quotidianamente è questo il regno di Roberto Di Pinto, ennesimo chef napoletano trapiantato al nord, che porta qui i sapori e i colori della sua terra, aiutato da Aldo Ritrovato e Antonio Restucci. L’obiettivo dichiarato è quello di “Trattoria di lusso” ed in effetti ci pare un messaggio rispondente. Non c’è la ricerca dell’effetto speciale, non c’è l’assemblaggio ad arte di tanti ingredienti, non c’è la corsa all’abbinamento esclusivo e sensazionale. Si viaggia sui sapori sicuri e piacioni delle tartare (ben 5 in apertura: salmone, scampi, mozzarella, ricciola, vitello), sulle porzioni generose, su un ricettario di collaudato riferimento (aglio olio peperoncino, acqua pazza, pomodoro e basilico). E forse hanno ragione loro.