Un piccolo borgo sulla strada del vino, e un piccolo ristorante. Piccolo ma grande perchè ALessandro Bellingeri è un chef non molto mediatico, ma di grande talento. Basterebbe assaggiare la sua nuova serie di prodotti “A Mano”, uno più buono dell’altro, oppure ancora meglio prendere il suo menù degustazione che coincide con la carta e costa in base al numero di portate. La sua è una cucina non banale, molto tecnica, e molto precisa (basterebbe vedere la finezza dei ravioli, o la cura delle presentazioni), eppure nonostante il gran lavoro della brigata i piatti sembrano spontanei e apparentementi semplici come per altro l’ambiente e l’arredo che sembrano quasi non rincorrere particolari ambizioni che invece ci sono e sono ampiamente motivate dalla qualità dei piatti e dalla ricchezza dei dettagli (basti pensare all’ottimo pane e grissini, agli stuzzichini e alla pasticceria finale). Insomma un ristorante che si rivela a tutto tondo con una serie di proposte dove è persino difficile dire la migliore anche se il cavolo nero arrostito ci ha pienamente convinto. Forse quello meno brillante cì è parso il primo con degli agnollotti di grand efattura ma un pò troppo coperti. E l’ultimo plauso va alla serie dei dessert buoni e di vario genere.
Alessandro Bellingeri
La presentazione della guida Michelin è sempre una grande festa. Le stelle che cadono purtroppo non fanno notizia, mentre è gran festa per i nuovi arrivi. In larga parte sono giovani e quasi tutti transitati nel nostro premio Emergente Chef, motivo di più per sentirci orgogliosi.
Abbracciamo così tanti giovani che vedono coronare la loro carriera, da Franzese a Cilenti, da Bellingeri a Giubbani, da Biafora a Manduria e altri ancora.
Due doppie stelle, sempre troppo poche secondo noi rispetto alle aspettative di tanti bravi monostellati, ma almeno sono di quelle pesanti e ambedue meritate: Iannotti al Kresios e Giovanni Solofra a suggellare il trionfo della Campania.
Felici loro, ma un pochino anche noi, per i tanti riconoscimenti che i nostri giovani emergentei hanno raccolto.
Un evento, in realtà più eventi in uno. Dal ristorante Maffei di Verona che ha ospitato la prima prova pratica, a Castel Sallegg per la prova della carta dei vini ed il buffet; dal Teatro Puccini per la prova orale al Kurhaus per la premiazione finale. Due giornate intense che hanno visto gli 11 giovani concorrenti under 30 di sala affrontare le varie prove con indubbio talento e scioltezza.
Ricordiamo i loro nomi:
Alessia Chignoli di Villa Crespi a Orta San Giulio (NO), Alex Cazzari di Benso Pubblica Ristorazione a Forlì (FC), Andrea Saccogna de Il Cavallino a Maranello (MO), Davide Giordana di Villa La Bollina a Serravalle Scrivia (AL), Gabriele Escalante di Ristorante Flora a Busto Arsizio (VA), Gabriele Siroli di Peter Brunel Gourmet* ad Arco (TN), Gaia Serafini di Noir a Ponzano Veneto (TV), Giorgio Canedi di Hotel Cré Forné a Champoluc (AO), Matteo Di Giovanni di Seta Mandarin Oriental ** a Milano, Nicolò Bertuzzi di Caffè La Crepa a Isola Dovarese ( CR).
Alla fine le varie giurie hanno decretato come finalisti: Andrea Saccogna, Matteo Di Giovanni e Davide Giordana, con Alex Cazzari come eventuale riserva. Erano presenti anche i due past winner Jessica ROcchi e Luis Diaz, ospite a sorpresa e graditissimo, Matteo Lunelli ceo del Gruppo Lunelli.
Ma è giusto celebrare i meriti di tutti che hanno dimostrato in queste prove passione e orgoglio di appartenere ad un settore che troppo spesso viene dimenticato e che è invece il cardine della ristorazione.
I tre finalisti gareggeranno in finale con gli altri tre della Selezione Centrosud ancora da scegliere.
Grazie anche agli sponsor di questa competizione: il Consorzio del Parmigiano Reggiano, Vinea Domini, La Famiglia Cotarella, Castel Sallegg, Acqua Egeria, Repertoire Culinaire, Prosciuttificio Galloni, Appennino Food, Chamapgne Extrè. Uno speciale ringraziamento a Panificio Moderno di Rovereto, Alessandro Bellingeri di Acquarol per il buffet in cantina, Anna Accalai per il contributo e a tutta la Chaine des Rotisseurs per l’intensa collaborazione, ad Antonio Scuderi e a Luca Gambaretto per la tappa di Verona.
Acquarol a San Michele Appiano
Una piacevole sorpresa questo Acquarol! E pensare che conosciamo Alessandro Bellingeri da tanti anni, ( in passato è stato ad emergente dove si è fatto notare per le sue doti). L’avevamo visto poi nel suo locale a Panchià in val di Fiemme, dove avevamo mangiato bene, ma in modo diciamo normale. In questo nuovo locale, al bordo del centro storico del bel borgo di Appiano, in piena zona vitivinicola, Alessandro forse ha trovato il giusto ambiente per aprirsi ed esprimersi senza troppi vincoli. Lui d’altronde è di Cremona e Lei conosciuta durante un’esperienza in Messico, quindi si sentono ora giustamente liberi di interpretare i riferimenti del circondario. E Alessandro ci riesce a puntino, con estro notevole, padronanza di mezzi, sicurezza e consapevolezza delle proprie scelte. Ci piacerebbe magari qualche nota vegetale in più, qualche fermentazione in meno, ma il percorso che ci ha proposto aveva tante piacevolezze e ben poche sbavature. Il piatto migliore? la sequenza dei due salmerini (fegato e guancia), il meno riuscito secondo noi l’agnolotto di formaggio grigio un pò pesante e salato). Buona mano anche nei dolci originali e niente affatto banali.
Densa di contenuti la prima giornata di Cooking for Art: si fa fatica a stare dietro a tutti gli eventi. Dall’animata area della pizza dove si svolgono le esibizioni di pizzaioli famosi (da Piedimonte a Pappalardo, da Giancarlo Casa a Pino Arletto ed altri ancora) alle due cene che hanno visto la presenza di chef del calibro di Luigi Taglienti (del nuovo e già lanciatissimo ristorante Lume) e dei Fratelli Serva, una vera sicurezza per la loro affidabile e costante qualità. L’area del mercato, novità di questa edizione, ha visto la presenza di alcune tra le migliori botteghe di Roma che hanno qui proposto la loro migliore produzione anche per la degustazione immediata. Ma noi abbiamo più che altro vissuto il ritmo del palco principale dove si sono alternati chef ormai già ben conosciuti ma che con Emergente hanno trovato la loro prima notorietà. Oggi, dalle 12 alle 21 si replica con altri contenuti ed eventi. Inutile dire che Vi aspettiamo.
Due giorni in giro per la Baviera e gran finale con i 5 chef al Kounge, una bella e funzionale sala privata con cucina a vista, per preparare il menù di prodotti bavaresi, ognuno improvvisando secondo il proprio stile, con l’aiuto prezioso di Josef Hartl, lo chef della Baviera, bravo e disponibile. Tavola con le Autorità locali (il Ministero della Baviera e la Camera di Commercio Italo-Tedesca) che hanno pensato e realizzato l’evento, e con loro giornalisti di ambedue i paesi. Tutti i nostri cinque chef hanno dimostrato grande coesione (e nessuno di loro si conosceva prima di questo evento) e grande professionalità muovendosi con eleganza, preparando i vari piatti con ritmo giusto e anche sequenza rispettata di sapori e ingredienti. E non era facile dovendo comunque cucinare in trasferta con materie prime obbligate e in gran parte poco note. Ne è uscito un menù piacevole, molto leggero rispetto ai canoni locali, di bell’effetto e anche giocoso (nel caso della rosticciada). Gli applausi sono stati spontanei e i giornalisti tedeschi hanno veramente apprezzato e si sono a lungo complimentati con i nostri ragazzi. Ultima sorpresa: le orecchiette di Domenico Cilenti che hanno chiuso la serata, d’altronde gli italiani non possono far mancare la pasta a tavola.
Si chiude così questo breve viaggio in Baviera, originale per la sua impostazione, azzeccato per il risultato positivo e il riscontro che ha avuto: Speriamo che non rimanga un episodio.
Con noi 5 giovani chef italiani, conosciuti in genere la prima volta attraverso il nostro Premio al miglior chef emergente d’Italia, che dovranno preparare una cena con i prodotti locali. Coordinerà il giovane chef stellato Josef Hartl che andiamo a trovare. La sua famiglia ha una bella fattoria sulle verdi colline di Turkenfeld, che visitiamo, dove gli animali pascolano liberi. Torniamo poi alla Locanda per assaggiare la cucina tradizionale del luogo. Poi tutti in cucina a scegliere con Josef gli ingredienti necessari per le 5 ricette.
E’ un piacere che ci mancava da 4 anni, quello di venire a Summa, l’evento dei vini ideato da Alois Lageder che in realtà invita ad esporre i suoi amici e vini del cuore, quelli biologici se non biodinamici. L’evento non solo è esclusivo e particolare, ma piacevolissimo per tanti motivi: la bellezza del castello-borgo-cantina che ospita l’evento aprendo il cortile il giardino e alcune sale, l’atmosfera distesa che si crea con tanta gente che si mescola la calca e l’affanno, la varietà internazionale dei vini in degustazione, il senso di ordine che l’organizzazione riesce a trasmettere, la nobiltà di devolvere gli incassi per beneficenza, l’attenzione alla pulizia, agli scarti, ai rifiuti. Tutto è a disposizione di chi si accredita, liberamente, dai vini agli assaggi dei prodotti, dai dolci al caffè. E’ insomma una vera dimostrazione di come si possa fare un evento interessante, che è anche istruttivo e civile. Complimenti Alois! Da domani a Verona dove la musica sarà diversa!
Un lunedì con il botto a Cooking for Art. La finalissima di Chef Emergente ha visto come protagonisti Danilo Vita per il Sud Italia, Alessandro Bellingeri per il Nord e Marco Martini per il Centro. Ad aggiudicarsi il titolo di miglior Chef Emergente d’Italia del 2013 è stato Marco Martini, della Stazione di Posta a Roma. Una vittoria guadagnata grazie alla presentazione di un menu completo ed interessante che ha conquistato la giuria composta da chef stellati ed importanti giornalisti del settore. Ecco una breve selezione di foto.