Convegno di Solidus a Roma nel bel Palazzo Giustiniani. Ricordiamo che Solidus riunisce le associazioni professionali del mondo alberghiero (AIH , AIS, Amira, ADA; Aira, FIC, Aibes). Il nuovo presidente, Carlo Romito, ha introdotto i lavori e noi abbiamo seguito il convegno sull’Eccellenza dell’Accoglienza e l’Accoglienza di Eccellenza.
Alessandro D’Andrea
Wine Net, ovvero sei cooperative del vino unite in un progetto comune. Si sono presentate a Roma al Festival della Gastronomia e poi in giro in sei ristoranti selezionati. Siamo passati da Giulia, del bravo chef Pierluigi Gallo e alla Terrazza Divinity del Pantheon Hotel Iconic Rome per assaggiare due ottimi piatti (un grande pollo tandoori) di Francesco Apreda, ben abbinati a queste etichette che si distinguono per il buon rapporto prezzo qualità
La Terrazza Divinity è il nuovo ristorante di Francesco Apreda al The Pantheon Iconic Rome Hotel, 5 stelle nel cuore del centro storico. Lo chef di origini campane, ben noto al pubblico di Roma dopo 16 anni investiti alla guida dell’Imàgo presso l’hotel Hassler di Trinità dei Monti, ha trovato sinergia con la catena di boutique hotel Tridente Collection inaugurando la nuova collaborazione. Per un ‘tocco’ di dolce vita romana, basta salire al sesto piano dove si trova Dinivity, una terrazza panoramica tra le più belle della città, da cui è possibile ammirare le 7 cupole più famose della capitale sorseggiando un drink comodamente seduti su uno dei tanti confortevoli divanetti e poltrone di design della zona lounge bar. E per chi alla vista vuole unire anche il ‘gusto’ ecco che proseguendo sul rooftop si accede al dehors di Divinity ‘restaurant’, che si estende poi anche all’interno in un’elegante sala in cui dominano elementi in ottone e marmo, ed è qui che è possibile assaporare le innovative proposte di chef Francesco Apreda, un nome noto nel firmamento gastronomico. Chef Apreda, napoletano d’origine, romano d’adozione e cittadino del mondo con esperienze in Europa e in Oriente, ha lanciato un nuovo format culinario all’insegna della convivialità a tavola. Al Divinity Restaurant si possono infatti gustare una delle Spezial Pizza preparate nel forno a vista in terrazza, scegliendo tra l’impasto a base di semola e poi servita tonda a spicchi, o quello integrale, quadra e al taglio. Per gli amanti della pasta, le reinterpretazioni della Amatriciana, Carbonara, Cacio e Pepe, Puttanesca e Scoglio vengono servite al tavolo pronte per essere condivise, così come il Thook, lo spiedo con cottura tandoori ma con prodotti del territorio, ma anche diverse proposte di Mozzarella di Bufala, tra cui immancabile “38°” di Chef Apreda, e di Carpacci di Pesce preparati rigorosamente al momento al Kore Food Bar (il cui nome è una fusione tra il “cuore” napoletano dello chef e le influenze internazionali). E per finire i Dolci in Vetrina realizzati dalla della giovane Pastry Chef Edvige Simoncelli, un’irresistibile selezione di piccola pasticceria da scegliere direttamente dalla vetrina.
Pur avendo Roy imparato il mestiere in Italia, conserva ancora (meno male) le sue radici colombiane ed un’ acuta indipendenza gastronomica che gli permette di affrontare alcune ricette nostrane con animo disincantato. Il risultato, grazie non solo alle tecniche apprese lungo il percorso, ma anche ad un ottimo palato, è notevole. La sua cucina è oggi tra le più interessanti d’Italia, e con un pizzico di nota intrigante e dissacrazione che la rende particolare. Pensiamo all’inizio, alla precisione degli stuzzichini iniziali di chiara impronta sudamericana (uno più buono dell’altro), poi la parentesi piaciona della spuma di patate, poi arrivano i due assaggi forse migliori, due preparazioni da fare al tavolo con le mani arrotolando la larga foglia che fa da contenitore e ripetendo un modo tradizionale di mangiare ancora largamente diffuso in vaste aree del mondo. Tra i primi quelli più tradizionali (le due paste ripiene) ci hanno convinto più dei finti ravioli di pomodoro e dell’antipasta, anche se quest’ultima non passa di certo inosservata per la sua carica gustativa. Splendido e buono il risotto nella foglia di verza e sempre su un alto livello con i due secondi (baccalà e piccione) per finire un pò in calando sui dessert che sono forse la parte più debole della cena. Anche il contorno è pregevole: la sala si è rinnovata ed ora è sicuramente più funzionale ed elegante, il servizio di Paolo Abbale umano e corretto, e ad Alessandro D’Andrea dobbiamo le lodi per gli ottimi drinks di apertura. Un plauso finale a Ciro Scamardella, braccio destro di Roy e ancora fresco vincitore di Emergente Chef 2016.