Seconda (e ultima) serata in allegria al Vinoforum per Witaly nella lounge Eventi. Questa volta una sfida improvvisata all’ultimo minuto tra Anna Moroni e Alessandro Scorsone, amici e per anni protagonisti alla Prova del Cuoco. Conosciamo bene entrambi e quindi la sfida è stata non solo allegra ma piena di battute e episodi divertenti e il pubblico che è accorso numeroso si è sicuramente divertito.
Alessandro Scorsone
E arriva il giorno della finale! che coincide anche con l a pioggia. Monica Piscitelli presenta la sua guida sulle migliori pizzerie di Napoli e stretti dentro ai gazebi gli chef subiscono un pò di disagi, ma la legge (cioè la pioggia) è uguale per tutti. E nonostante il condimento inaspettato (di acqua piovana), i piatti escono veloci, pieni di sapori e colori. Colpisce il giovane Luca Abbruzzino con la sua spontanea eleganza, preciso e attento Mirko Balzano, ma forse erano meglio i suoi piatti del giorno prima, la lotta si capisce subito che si concentra tra Felice Sgarra dell’Umami di Andria e Andrea Napolitano del Buco di Sorrento.
Ancora non sappiamo se è un’occasione mancata o una grande promessa. Atlas Coelestis ha tante cose che fanno ben sperare: una location decentrata ma comoda da raggiungere dotata di ampio parcheggio; un ambiente un pò stravagante e improbabile, ma che si fa ricordare; un birrificio che produce birra di qualità posto proprio al centro della sala; una grande attenzione e conoscenza di validi produttori di specialità alimentari; un amore per le basi come il pane con il lievito madre, e un’ottima focaccia.
Ristoranti che propongono cucina napoletana ce ne sono sempre in numero sempre maggiore, non solo in Campania. Questa “La Locanda”, è a Terni, a Colle dell’Oro, dove (con altra gestione) troverete anche delle confortevoli camere. L’azienda Briziarelli ha presentato qui i suoi vini umbri (sagrantino, sangiovese ecc..) con questo abbinamento un pò inusuale per l’Umbria, non quindi con selvaggina o bistecca, quanto invece con genovese (vedi sopra i paccheri) e baccalà.
Le Macchiole, una piccola azienda che vanta ben tre etichette di punta. Questo grazie ad una sapiente impostazione di Eugenio Campolmi prima e poi, alla sua scomparsa, all’ottimo lavoro della moglie Cinzia. Fin dall’inizio una scelta coraggiosa soprattutto in un territorio che sembrava prediligere solo l’uvaggio bordolese, e cioè quella di vinificare i vitigni in purezza. Sono nati così il Paleo, il Messorio, lo Scrio, tre grandi vini che negli anni hanno concorso a costruire la fama dell’azienda e di Bolgheri.
Continua il successo delle bollicine. E quando arriva il Franciacorta si riempiono i saloni, anche qui a Roma. Merito comunque dell’ottimo lavoro fatto dal Consorzio che è riuscito a creare un marchio trainante più forte dei pur forti singoli nomi come Ca’ del bosco, Bellavista, Berlucchi. Qui ce ne sono una quarantina, alcuni noti, altri meno, ma tutti remano nella stessa direzione. Una nota stonata il servizio di pane e formaggio, più modesto e sciatto che ad una festa dell’Unità.
Carrellata senza fine di chef da tutto il mondo (qui sopra Paolo Lopriore) e sempre più ampia anche la presenza di espositori e di pubblico con gli spazi aumentati come la ressa dei visitatori. L’Identità perde l “identità” in questa crescita? Forse, ma sempre di più diventa luogo d’incontro: c’erano veramente tutti, o quasi, nonostante le pesanti condizioni meteo.