200 invitati, 18 chef e 18 ricette sono numeri da capogiro per una cena di 4 ore che comunque ricorderemo con piacere per la grande convivialità che c’è stata.
Andrea Berton
Abbiamo aspettato qualche mese prima di andare a vedere il nuovo locale di Andrea Berton, abbiamo nel frattempo sentito pareri contrastanti, ma tutti concordi nel ritenere questo nuovo locale comunque uno di quelli di cui si parlerà molto e forse sempre di più. La cornice è quella della Nuova Milano che si protende verso il cielo: a noi dà fiducia e ottimismo. L’interno forse un pò freddo, è comunque curato, elegante, funzionale e la cucina occupa una superficie altrettanto grande lungo il lato principale, quello della strada (via Liberazione). Carta dei vini su Ipad con già molte offerte, servizio efficiente, bella la tavola e la serie di piatti, bicchieri e accessori utilizzati. Il menù è originale, si divide equamente tra la proposta di degustazione e quella, più curiosa, che ha come tema il “brodo”. A parere dei più è quest’ultima proposta quella che ha incontrato il maggior favore, e anche a noi è piaciuta moltissimo. Ci siamo fatti portare sempre due piatti, uno del degustazione e uno del brodo e quest’ultimo è sempre stato giudicato migliore. Ma detto questo, anche il menù normale è comunque di livello ed infine un plauso ai dessert, decisamente notevoli dal delizioso predessert alla centrata piccola pasticceria, senza dimenticare l’ottimo pane.
Grande festa tra i salumi di tutta Italia. Si aggiungono le tante mani di tanti chef dell?Emilia e della Romagna riuniti per l’occasione. Non manca il leader, Massimo Bottura e a scendere tutti gli altri più e meno famosi, ma tutti insieme a difendere e valorizzare il loro territorio. Un avera festa allietata da un caldo sole che non sembra aprile.
Dopo un interessante dibattito su guide cartacee e web moderato da Marcello Masi di Rai2, un lungo aperitivo con dei cuochi eccellenti, trentodoc e una modestissima mozzarella e ricotta di bufala che non si capisce perchè sia stata servita. Anche la successiva cena in verità è stata deludente per tempi e modalità, ma almeno al nostro tavolo l’allegria non è mancata. Folta la presenza dei colleghi giornalisti e felici i vincitori, tra i quali Ilario Vinciguerra per i cuochi, le sorelle Maci per la comunicazione, Vincenzo Donatiello tra i sommelier. Ma forse il più contento era Alberto Lupini, ideatore dell’indovinato premio.
Ormai un nuovo ristorante è un vero avvenimento anche per una città grande come Milano, segno dei tempi! Ad omaggiare Andrea Berton lunedì sera erano veramente in tanti e non solo chef e colleghi. Basti pensare alla presenza di Adriano Galliani e Martina Colombari. Il nuovo locale è nella Milano che guarda avanti, quella che più piace anche a noi, Porta Nuova con i suoi nuovi grattacieli. Proprio sotto uno di questi si affaccia il nuovo ristorante, con un accueil sobrio, tavoli spaziosi e un’enorme cucina ben divisa in reparti. Andrea è chef altissimo, elegante, preciso e pieno di voglia di lavorare, lo dimostra la serie di impegni che negli ultimi mesi ha messo in atto e tutti hanno avuto un grande successo come, crediamo e speriamo, lo avrà anche quest’ultimo.
Grande l’inizio con Massimo Bottura che ha saputo essere trascinante come pochi. Non tanto e non solo per quello che dice, ma per la passione e la capacità di coinvolgimento che ci mette. Dopo di lui una parata di chef celebri trascinati qui dall’amore per la mozzarella di bufala, ma anche dal grande lavoro di raccordo fatti da Barbara e Albert Sapere, bravi come sempre.
Ormai è un appuntamento fisso, un pò come le feste comandate. Siamo sempre stati presenti fin dalla prima edizione, i motivi sono molteplici, ci piace la mozzarella di bufala, ci piace questo territorio, Paestum, che è l’immagine della nostra Italia: potenzialità incredibile e risultati appena sopra la linea di galleggiamento. Poi ci sono Barbara e Albert che si sforzano, un pò come Don Chisciotte, di cambiare lo stato delle cose, per questo gli vogliamo bene. Serata d’avvio nell’azienda San Salvatore di Peppino Pagano, un altro che crede (e investe) nei sogni, per questo stimiamo anche Lui.
Scritta che decora una parete di questo originale Cafè. A due piani, quello di sopra, a livello stradale, è estremamente coinvolgente con la sua offerta di tavolo comune, aperitivo con assaggi (non le solite porcherie, ma un signor prosciutto a coltello ed altro ancora). Sotto più tradizionale con alcuni punti di forza: il prezzo competitivo, il servizio efficiente e preparato, i piatti semplici ma non privi di quel tocco che fa’ la differenza. Dietro le quinte è Andrea Berton. Altri locali come questo, frequentatissimo dalla sua apertura, arriveranno probabilmente nel prossimo futuro.
Siamo nell’ albergo forse più bello, il Ritz Carlton e al ristorante Tosca una clientela elegante, la Cina del domani (che ad HK e la Cina d’oggi) assaggia i piatti di Vittorio Lucariello, chef resident, e Oliver Glowig, chef guest e poi in giro, allo Shangri-la dove troviamo Marco Medaglia e Andrea Berton, e al’ incredibile MesSina con Francesco Greco e Riccardo di Giacinto. Il Summit e’ in pieno svolgimento
Lei è Stefania Scarampi, lui Filippo La Mantia, insieme il matrimonio dell’anno della ristorazione romana. Come romano mi sento debitore a Filippo La Mantia, ha reso di nuovo frequentabile e frequentata via Veneto, ha ripatinato lo spolvero locale profumandolo di allegorie siciliane e ha reso perfino popolare il brunch domenicale , un rito visto finora dagli indigeni come qualcosa di alieno. Aggiungo, mi è anche simpatico, anche se poi magari a tavola qualche critica ogni tanto mi viene di fargliela. Auguri Stefania e Filippo.