Fiore all’occhiello del gruppo Vaiani è questo Bistrot, elegante, sulla spiaggia, molto ben frequentato, un successo da tanti anni. C’eravamo stati proprio all’inizio, poi mai più tornati. Ed è indubbiamente un piacere sedersi ad una tavola elegante coccolati da un bel servizio con Piero Vaiani che al solito riceve e saluta la sua affezionata clientela affiancato dal figlio David e da qualche mese anche dall’esperto Andrea Salvatori. In cucina è Simone Di Maio, ma a sovraintendere il tutto e con occhio vigile e attento è Andrea Mattei, chef ormai esperto che conosce bene la Costa Toscana (prima alla Magnolia di Forte, poi a Borgo Santo Pietro). E’ arrivato qui da pochi mesi creando nuove aspettative con la responsabilità di traghettare verso un futuro ancora più splendente un locale che comunque gode di ottima salute consolidata e dove gran parte della clientela è anche viziata e coccolata, abituata e fedele a ricette e comportamenti radicati negli anni. Sarà interessante vederne l’evoluzione, al momento comunque il livello è già notevole, registriamo un inizio tecnico ed elegante con il crudo di gamberi e il carpaccio di rana pescatrice, poi si prosegue con piatti di gran materia prima e sapori confortevoli con grande gioia dei palati che amano poco avventure rischiose. Qualche punta di sapidità, il branzino un pò coperto, i dessert migliorabili per tecnica e presenza scenica, ma la cena scorre con un bel ritmo, e con un’ottimo livello. I piatti migliori? Per noi i tagliolini ai ricci e il piccione. Un plauso al servizio di sala, alla notevole selezione di vini e alla navette che è a disposizione della bella clientela.
Andrea Salvatori
Stavolta la novità grossa c’è, anzi forse due. La positiva è il nuovo 3 stelle, Norbert Niederkofler del St Hubertus, nessun commento se non positivo per la qualità, spessore anche etico del personaggio. Curiosità, con la vicinissima Siriola (seconda stella) San Cassiano diventa la frazione (500 anime) più stellata al mondo. E a proposito di Siriola, ci complimentiamo con Matteo Metullio, a suo tempo vincitore di Emergente Chef, arrivato al traguardo della seconda stella. Altri emergenti che ce l’hanno fatta quest’anno: Francesco Brutto, Davide Pezzuto, Adriano Baldassarre e appunto Alessio Longhini, che, coincidenza, è anche per la guida Touring Giovane Chef dell’Anno, o meglio Top Domani nel nostro lessico.
La nota negativa? ovviamente chi ha perso la stella, soprattutto i due che sono passati da due a una, due chef famosi come Claudio Sadler e Carlo Cracco. Il primo l’ha presa un pò male, è un grande professionista e vedremo come sarà la sua reazione sul campo. Il secondo è alla prese con un grande progetto (anzi due) e la risposta sarà ancora più visibile.
Meo Modo al Borgo Santo Pietro
Ci piace tutto il Borgo, ma di certo per noi il ristorante ne è il vero cuore. Non era facile, vista la bellezza e qualità del contesto riuscire a mantenere anche in cucina pari livello, ma Andrea Mattei e la sua brigata sono riusciti nella non facile impresa di coniugare ottima cucina con i prodotti a km zero offerti dall’azienda, di dare quel tocco di eleganza che un resort a cinque stelle richiede. A volte secondo noi è forse fin troppo esagerata la ricerca del perfezionismo, della presentazione estetica, e qualche ricetta ci sembra un pò troppo elaborata. Ma l’ambizione della cucina è quella anche di stupire e sicuramente ci riesce. La serie degli stuzzichini iniziali sotto questo punto di vista è particolarmente convincente: buoni, eleganti, leggeri. Tra gli antipasti si impongono le belle mazzancolle su delle meno valide rigaglie, tra i primi non c’è lotta. E’ buono il risotto, ma le mezze maniche con le chiocciole sono tra i migliori piatti con le lumache mai assaggiati. Tra i secondi meglio il black cod di un agnello un pò coperto, e si chiude bene con i vari dessert. Insomma un bel percorso dove si ammira senz’altro il gran lavoro fatto dietro le quinte (ogni piatto ha sale e salsine, elementi croccanti, attenzione ai dettagli cromatici, ecc..). Le materie prime di casa (animali, latte, erbe, orto ecc..) sono diffuse nel menù e quasi sempre presenti, però secondo noi maggiore spazio dovrebbe avere l’orto e maggiore presenza qualche piatto vegetariano anche per chi ama la carne e il pesce. Ma nel complesso siamo di fronte ad un signor ristorante di professionalità sempre più completa che arriva alla cura del tavolo e a quella del servizio.