Un nuovo chef è da qualche tempo alla Gallina, ora alla sua seconda stagione, ma non c’eravamo ancora stati. Si torna sempre con piacere in questo bellissimo posto dove regna un’invidiabile serenità. La brigata di sala è premurosa sotto la guida di Andrea Sbrizzo, e i piatti si susseguono evidenziando una linea di cucina abbastanza tranquilla, abbastanza tradizionale, ma con qualche velleità. Si percepisce la volontà e il voler proporre una sala cucina di territorio, non sempre secondo noi il risultato è centrato, qualche cottura non è a punto e qualche salsa è di troppo. Le cose migliori ci arrivano dal pane e dalla sensazionale focaccia iniziale, dalla buona crema di piselli e dai decisi spaghettoni, ed è apprezzabile la serie dei dessert finali. Ultima annotazione è per i vini dell’azienda, tutti decisamente buoni con il Monterotondo 2007 da ricordare. Con Matteo Manfrinotti e Thomas Papa, mentre ai dolci Manuel Cavazzale.
Andrea Sbrizzo
Eravamo curiosi di conoscere il ristorante dei Bastianich e facile sarebbe criticare uno che critica molto come Joe Bastianich. Ma anche se non tutto è perfetto, sono tantissimi i motivi per lodare questa struttura: l’alto investimento, l’aver dato fiducia a tanti giovani in sala e in cucina, il giusto equilibrio della proposta (un correto mix di eleganza, professionalità e freschezza visto anche se siamo in aperta campagna e non in città). C’è un’aria efficiente e distesa che induce a rilassarsi e lascia crescere le aspettative, che, una volta tanto, non sono disattese. Lo chef Eduardo, si muove bene tra forno Jasper e padelle, ed accanto ha Kelly efficiente e tosta. I piatti scorrono veloci, pieni di sapori allegria e colori, con qualche sottolineatura di troppo, qualche vivacità eccessiva a scapito della finezza, ma sono anche quei contrasti che la gente poi apprezza. Manca forse l’acuto, il piatto che spicca e che si fa ricordare, ma dobbiamo anche dire che manca la caduta, la nota sbagliata. Non cercate ovviamente il territorio che qui è appena e solo sfiorato, ma la godibilità è assicurata, anche nel finale: i dessert della giovane Annie sono ineccepibili e interessanti, anche se meriterebbero una presentazione meno frettolosa.