Bella la grande showroom di Agnelli e chi ama la ristorazione non può non rimanere incantato dalla sequenza dei tanti rami, o pentole in alluminio o molto altro ancora. Orginale è anche il ristorante (aperto agli esterni) al primo piano. Minimalismo maniacale, pochi e spaziati tavoli per dare spazio alla cucina di Marco Stagi, grande esperienza in giro, in particolare con Perbellini, per approdare in questo spazio un pò sui generis che di certo non ti aspetti sopra una galleria espositiva e dentro un capannone. Per un piccolo gruppo di invitati (ringraziamo quindi dell’invito) è stata servita una cena molto curata nel servizio e nell’ambientazione. Prima una serie di fingers serviti nella showroom, per poi passare alla cena placèe dove lo chef ha dato sfogo alle sue indubbie qualità tecniche. Pur essendo un menù prestabilito per tutti i tempi sono saltati, (un segno che la brigata ancora non è ben oliata), ma i piatti sono usciti bene e di buona fattura cercando di coniugare il territorio con il presente con la lattuga che merita la copertina per concezione ed equilibrio. Altra lode per gli abbinamenti, tutti piacevoli e calibrati, scelti e presentati con grande cura da Federico Bovarini, indubbiamente ottimo conoscitore di vini che non disdegna un approccio originale.
Angelo Agnelli
Bella la serata organizzata con l’aiuto fondamentale di Gianni Annoni: un intero tratto di strada riservato, presenti oltre 200 invitati tra i quali alcune aziende venute al Sirha con il contributo dell’ICE. Molti gli sponsor venuti apposta dall’Italia, da Giuseppe Di Martino con il suo pastificio dei Campi, a Mepra che segue da vicino il vassoio, e a tanti altri ancora. Spicca la presenza di Alba al gran completo con Bruno Ceretto presente. Ed infine complimenti a Gianni che riesce sempre a portare il meglio del meglio, e brindiamo con fiducia all’Italia, ……ma sarà dura.
Bella sorpresa questo Cece e Simo (dai soprannomi dei due titolari), un locale semplice e giocoso (con anche un B&B conveniente e comodo al piano superiore). La sorpresa si chiama Filippo Cammarata, 32 anni, con qualche buona esperienza alle spalle, l’ultima è Niko Romito. La sua cucina è curata, centrata nel gusto, per niente banale. Ama il lievito madre, buona è la focaccia come il pane che ci portiamo via in una bella confezione, ma è la zuppa di cavolfiore che merita da sola quasi il viaggio, completata poi da un buon risotto mantecato con cipollotto e contrastato dalla polvere di cipollotto e da una riduzione di melassa. Buono anche il secondo, un filetto in crosta di limone bruciato e cavolo nero con verza croccante e cavolfiore. Peccato che non siano venute le foto del risotto e della carne, ragione di più per ritornare in questo simpatico e promettente locale indicatoci da Angelo Agnelli, che ci ha anche accompagnato.
60 nazioni in gara per arrivare alle 24 che a Lione, gennaio 2017 si sfideranno per vincere l’ambita statuetta del Bocuse d’Or. Ormai quasi tutte le selezioni nazionali sono state effettuate, e anche quella italiana è ormai alle porte: il prossimo 31 gennaio e il 1° febbraio ci vedremo ad Alba dove 12 concorrenti sono in gara. L’evento è stato presentato ieri alla Metro Academy di San Donato Milanese alla presenza della stampa invitata, delle aziende del Club dei Supporter, di Alba comune ospitante l’evento. Conferenza che è finita con un bel buffet realizzato da 6 dei 12 concorrenti, con i vini dei Consorzi del Roero e del Barolo.
Finisce Cooking for Art e inizia l’avventura del Bocuse d’Or. Eccoci a presentare la Selezione Italiana del Bocuse d’Or che verrà realizzata ad Alba il 31 gennaio e il 1° febbraio 2016 al Teatro Sociale. Con noi sul palco Florent Suplisson, direttore internazionale del Concorso, Giancarlo Perbellini presidente Italia, Enrico Crippa presidente Giuria. Marco Scuderi dà il benvenuto di Alba e noi tutti ringraziamo la Regione Piemonte e il Turismo Langhe Roero per l’importante collaborazione. Poi vado a presentare il Club dei Supporter che ci accompagnerà lungo il percorso del Bocuse d’Or e che al momento comprende: il Pastificio dei Campi, Lavazza, Mepra, Ceretto, Bragard, Calvisius, Metro, Valrhona, Tartuflanghe, Pentole Agnelli, San Pellegrino. Ed infine presentiamo i 12 concorrenti prescelti: Alessio Lorenzo, Debora Fantini, Diego Rigotti, Francesco Gotti, Giovanni Lorusso, Giuseppe Raciti, Leonardo Marongiu, Marco Acquaroli, Andrea Alfieri, Michelangelo Mammoliti, Riccardo Bassetti, Vincenzo Guarino. Riserva Daniele Lippi. A tutti alcuni omaggi dei vari sponsor e in particolare il vassoio Mepra firmato da Paolo Barichella sul quale dovranno esercitarsi per posizionare il piatto di carne.
Dopo essersi fatto conoscere (bene) in posti come Devero e Motta, Oscar tenta l’avventura in proprio in questo originale spazio ottenuto da un precedente opificio nella prima periferia di Bergamo. Il locale è indubbiamente accogliente ed offre varie alternative: l’esterno nella bella stagione sul vialetto d’ingresso, il casual all’entrata di fronte al banco per un aperitivo o un bicchiere della staffa, il menù veloce nell’enoteca, il ristorante nell’area dei tavoli apparecchiati. Nessuno discute la competenza di Oscar riguardo ai vini, quindi potete stare tranquilli che non vi annoierete. Abbiamo provato il menù del ristorante che è basato su un’ottima selezione delle materie prime (da citare il memorabile tonno, il buon foie gras e così via), ma che lo chef tende a sovrastare con troppe salse e intingoli ridondanti. Con un pò di attenzione e maggior leggerezza avremmo un risultato molto interessante perchè il posto merita, l’accoglienza pure e il rapporto prezzo qualità è decisamente buono.
Ci siamo ritrovati per ben due volte in questo funzioanle annesso dello stabilemento delle Pentole Agnelli per due cene interessanti. Qui vediamo Stefano Cerveni, bravo chef bresciano e ora anche milanese (alla Triennale) cimentarsi con i suoi classici, il risotto e il piccione. Una cena con a fianco Angelo Agnelli che ci racconta la bella storia (lunga quasi due secoli) di questa famiglia d’imprenditori dell’alluminio.