L’idea è intelligente: dare agli allievi della Scuola di Cucina la responsabilità di gestire un ristorante come fase finale di formazione. E’ nato così il primo “Spazio” a Rivisondoli in quello che era il primo Reale di Niko. Ora lo Spazio sbarca a Roma ed è facile prevedere che si replicherà per il successo della formula che tra l’altro ha vari pregi: il costo competitivo, il menù compatto e vario, l’assenza dei camerieri con i piatti serviti e raccontati al tavolo direttemente dai ragazzi di cucina a turno. Affollata la presentazione alla stampa romana con un Niko emozionato e un Farinetti sempre a ruota libera.
Anna Scafuri
Riprendono con Heinz Beck, consulente de Les Paillottes che ha come chef resident il bravo ed esperto Matteo Iannaccone, le Cene Stellari che lo scorso anno hanno avuto un folgorante successo. Anche quest’anno una dozzina di chef con un numero di stelle di gran lunga superiore si avvicenderanno in genere il venerdì, e ci saranno inoltre anche delle novità che vi racconteremo più avanti. Intanto ci godiamo una cena come al solito perfettamente organizzata con, questa volta, i grandi vini della Cantina Tramin, e i piatti di un Beck sempre fresco e sempre in forma nonostante il tourbillon di progetti che lo vedono protagonista in tutto il mondo. Una bella serie di piatti, dove forse l’unico che ci ha meno convinto è la spigola sovrastata dal contesto, ma ce n’è anche uno sorprendente: le capesante, un vero tocco di classe ed eleganza.
Cala il sole, cala il caldo, ma non cala la qualità. Tra pizzaioli, lato gourmet e area di gara c’è l’imbarazzo della scelta. La seconda parte della giornata vede ancora in scena la Campania con 4 agguerriti giovani chef, vince il bravo Luigi Salomone di Marennà con due piatti complessi che denotano tecnica e maturità. Affiancherà Cristoforo Trapani ed oggi andremo a scegliere gli altri due finalisti.
Tre chicche in una: la bellezza dell’Imago il ristorante gourmet dell’Hotel Hassler, la cucina di Francesco Apreda, i vini di Castiglion del Bosco che erano poi il motivo della cena. Con questi presupposti le cose non posson che andar bene e tra una bottiglia e l’altra spiegata con apprezzabile semplicità informale dall’enologo Cecilia i vini hanno accompagnato gli assaggi dello chef. Il vino migliore? Il brunello Campo del Drago 2008 da una vigna in cima alla collina della tenuta. Il piatto migliore? Il collaudato risotto cacio e pepi. Prendiamo anche nota che l’importante tenuta è diventata operativa con il golf, le ville in affitto, l’albergo di sole suites e il ristorante (anzi due, accanto a quello gourmet c’è una più informale trattoria).
Serata intensa l’altra sera a Roma. Prima a scoprire le meraviglie e la raffinatezza dell’operazione Unforketable di Niko Romito, mentre due piani sotto Viviana e Sandra presentavano il loro ristorante (temporaneo, fino alla fine dell’anno) particolarmente giudizioso nei prezzi. E poi a Casa Bleve per gli auguri dell’Unione Italiana Vini, dove abbiamo trovato il gotha politico del vino in Italia.
Sono al momento solo 7, ma sono nomi che contano e che tutti gli addetti ai lavori conoscono. L’elite degli importatori e distributori che comunque non vuole essere una “cupola” segreta, ma aprirsi a nuovi ingressi e ai media. Tutti hanno nel loro carnet almeno uno champagne e ieri a Roma si è per l’appunto celebrata la giornata dello Champagne. Da qui l’invito per brindare e raccogliersi attorno ad un tavolo nella tranquillità di un famoso ristorante romano, il San Lorenzo, che si è confermato all’altezza sia per il servizio che per i piatti in abbinamento. Visto il parterre,non era poi un’impresa facile accontentare tutti. Per informazioni su questo Club: Francesca Pelagotti 3667062302.
Gran Soirèe all’insegna del brunello. Un tripudio di antipasti spettacolare e di grande effetto che sembrava di stare nel paese di Bengodi, ma dove si bevevano delle modeste bollicine (si sa che a Montalcino non sono il massimo della vita). Poi in una sala chiostro di grande e bell’effetto si è vissuta una modesta cena (ma come finiscono per essere tutte le cene di gala) dove comunque la cosa più improbabile era l’ abbinamento a vini come il rosso, il brunello e la riserva, con particolare peccato per quest’ultima: il 2006 si è confermata un’ottima annata.
E venne l’ora dell’Abruzzo, nel punto più in alto a più di 2100 metri nella baita Club Moritzino, a Piz La Ila. Suggestiva l’ambientazione e grande performance di Qualità Abruzzo con una serie di sfiziosità iniziali varia e notevole, considerate anche le condizioni non proprio banali della location. Si beve alla grande con magnum di Ferrari e vini abruzzesi e si finisce con tutti (ma proprio tutti) a ballare ovunque, anche sui tavoli.
Peccato lasciare a metà la festa, ma almeno ce la siamo goduta fino a tardi. I primi banchi sono esauriti, ma birra, vino e franciacorta reggono l’ urto della folla. Ormai sono in tanti, chef famosi (che stasera si esibiranno) giornalisti e appassionati. Arrivederci al prossimo anno. Trento ci chiama.