Ieri alle Strade della Mozzarella una bella giornata animata da tanti contenuti, alcuni in sovrapposizione, tutti molto seguiti da un pubblico partecipe ed attento.
Antonio Abbruzzino
Poco distante da Catanzaro verso la costa jonica ecco un angolo verde sereno discosto e tranquillo: siamo nell’azienda Salazar dove si producono buoni formaggi di latte di pecora e di bufala. Azienda che ha un bell’orto e che un domani oltre a farci assaggiare i latticini potrebbe proporre anche qualcosa di più.
Padre (Antonio) e figlio (Luca) costituiscono una coppia formidabile, dove il primo spinge avanti il secondo ma sta sempre ben attento a controllare suggerire stimolare, e soprattutto spingere ancora il giovane Luca ad aggiungere altre esperienze a quelle importanti che ha già fatto. Il risultato si vede in una serie di ricette ogni volta nuove, alcune per altro di non facile fattura, dove i prodotti della Calabria trovano il giusto risalto e che giustificano ampiamente il viaggio che si compie per arrivare fino a qui. Questa volta la prima parte del menù è stata esemplare con l’acuto dell’insalatina di gamberi, ottime anche le sfiziosità iniziali e buona anche la fase finale con la pasticceria fine e precisa. Due note tecniche a margine: la “tempura” è migliorabile, come pure il risotto dove lo yogurt non supportava troppo con l’acidità.
Una Catanzaro che non ti aspetti è quella che ci fa scoprire Antonio Abbruzzino. Merito dell’intraprendenza di Daniela Carrozza, imprenditrice appassionata della tavolo che ha creato il Circolo Le Querce, aperto su prenotazione, un elegante dimora appena fuori città. Nel centro storico ha invece un bel negozio di arredamento, il Loft, pieno di oggetti di decoro moderno e con un angolo dedicato ad una semplice ma raffinata ristorazione.
Notevole è la crescita di Luca Abbruzzino, che partendo quasi da zero, anche se cresciuto in odor di cucina, in soli tre anni è arrivato alla stella Michelin, ed ha solamente 24 anni. I suoi meriti sono tanti, i sacrifici pure come gli stages lontano da casa (da Don Alfonso, Uliassi e Crippa). Meriti che vanno comunque anche divisi con il padre Antonio, un professionista di valore che per anni ha lavorato come consulente viaggiando molto per ritornare a casa qualche anno fa ed aprire il ristorante e che, quando ha visto il figlio affrontare con passione questo lavoro, lo ha incoraggiato, gli ha dato tutto lo spazio necessario e lo ha spinto in avanti mentre Lui ha fatto un mezzo passo indietro. Siamo nel versante che dalla città va’ verso Catanzaro Lido, in un quartiere nuovo residenziale, non facilissimo da trovare, ma alla fine sarete più che appagati da una cucina piena di stimoli, moderna, che alterna proposte più innovative (probabilmente dovute a Luca) a piatti più di sostanza (la mano diAntonio?) in una piacevole gara dove alla fine vince il cliente soddisfatto. I piatti migliori? i crostini di tonno all’nduja, i gamberi con quinoa, il baccalà con mozzarella e il dessert. Leggermente in secondo piano i due primi con il risotto troppo mantecato e la pasta troppa cotta. Ultima annotazione è sul prezzo: venite tranquilli, tra le stelle michelin è forse la meno costosa.
Il nome in effetti ci ha incuriosito. Non è stato facile scovarlo, un pò isolato e nascosto in borgata S.Janni uscendo da Catanzaro in direzione di Crotone.