Un investimento non da poco ha trasformato l’ex sede del Banco di Napoli (BN) a Lecce in un elegante residence con appartamenti e ristorante gourmet. Alla guida un giovane chef leccese, Simone De Siato, con una brigata ancora più giovane (sous chef Patrizio Canestrelli in pasticceria Federica Finzi) mentre in sala accolgono Giovanni Tortora restaurant manager e Riccardo Chieppa. Tavole eleganti, ma senza tovaglie, mise en palce costosa e curata, luci al punto giusto e una carta dove lo chef esprime le sue ambizioni. La cosa migliore? la colazione leccese con un pasticciotto che da solo vale il viaggio, la meno valida la patata al nero di eccessiva sapidità. Altra annotazione: il biancocostato cotto alla perfezione e purtoppo un pò rovinato dalle eccessive salse. In sintesi una cucina di alcuni lampi (che comunque come dicevamo già valgono la sosta) e qualche caduta di stile che riabbassa l’asticella. Però il potenziale c’è, da seguire quindi l’evoluzione.
Antonio Capoccello
Un evento, in realtà più eventi in uno. Dal ristorante Maffei di Verona che ha ospitato la prima prova pratica, a Castel Sallegg per la prova della carta dei vini ed il buffet; dal Teatro Puccini per la prova orale al Kurhaus per la premiazione finale. Due giornate intense che hanno visto gli 11 giovani concorrenti under 30 di sala affrontare le varie prove con indubbio talento e scioltezza.
Ricordiamo i loro nomi:
Alessia Chignoli di Villa Crespi a Orta San Giulio (NO), Alex Cazzari di Benso Pubblica Ristorazione a Forlì (FC), Andrea Saccogna de Il Cavallino a Maranello (MO), Davide Giordana di Villa La Bollina a Serravalle Scrivia (AL), Gabriele Escalante di Ristorante Flora a Busto Arsizio (VA), Gabriele Siroli di Peter Brunel Gourmet* ad Arco (TN), Gaia Serafini di Noir a Ponzano Veneto (TV), Giorgio Canedi di Hotel Cré Forné a Champoluc (AO), Matteo Di Giovanni di Seta Mandarin Oriental ** a Milano, Nicolò Bertuzzi di Caffè La Crepa a Isola Dovarese ( CR).
Alla fine le varie giurie hanno decretato come finalisti: Andrea Saccogna, Matteo Di Giovanni e Davide Giordana, con Alex Cazzari come eventuale riserva. Erano presenti anche i due past winner Jessica ROcchi e Luis Diaz, ospite a sorpresa e graditissimo, Matteo Lunelli ceo del Gruppo Lunelli.
Ma è giusto celebrare i meriti di tutti che hanno dimostrato in queste prove passione e orgoglio di appartenere ad un settore che troppo spesso viene dimenticato e che è invece il cardine della ristorazione.
I tre finalisti gareggeranno in finale con gli altri tre della Selezione Centrosud ancora da scegliere.
Grazie anche agli sponsor di questa competizione: il Consorzio del Parmigiano Reggiano, Vinea Domini, La Famiglia Cotarella, Castel Sallegg, Acqua Egeria, Repertoire Culinaire, Prosciuttificio Galloni, Appennino Food, Chamapgne Extrè. Uno speciale ringraziamento a Panificio Moderno di Rovereto, Alessandro Bellingeri di Acquarol per il buffet in cantina, Anna Accalai per il contributo e a tutta la Chaine des Rotisseurs per l’intensa collaborazione, ad Antonio Scuderi e a Luca Gambaretto per la tappa di Verona.
Castelli e dimore storiche ristrutturate ne abbiamo viste parecchie in giro per l’Italia. Ma non pensavamo di trovare quasi in fondo al Salento una struttura così monumentale ed importante che testimonia la posizione strategica del luogo e ne racconta la storia attraverso i vari stili archittonici e le popolazioni che si sono avvicendate. Oggi è un pò un museo, un pò location per eventi di alto profilo, ma anche scuola di cucina (collegata con gli States) e resort a cinque stelle. Tutto è imponente, spettacolare e quindi anche la cucina si adegua. Lo chef è Tommaso Sanguedolce, a sua disposizione una cucina superattrezzata e una brigata esperta. La tecnica si vede, la voglia di stupire ad ogni costo pure. Però il posto è d’indubbia classe, con un servizio curato e fa onore ad una Proprietà che non si è di certo risparmiata e ha riconsegnata al pubblico una struttura di grande prestigio. RIngraziamo Maria Pranzo di averci portato alla sua scoperta.
La Puglia non finisce mai di sorprendere, qui siamo verso la fine, in un piccolo borgo, Matino. In una delle sue viuzze ecco l’Osteria Creativa di Danilo Romano dove si possono assaggiare ricette tradizionali riproposte o reinventate con indubbio estro: la porchetta di pesce, la carbonara di mare (fatta con uova di ricci), il frisamisù. Ma oltre che oste Danilo ha sviluppato una formidabile esperienza di salumeria di mare. Negli anni ha affinato il tiro, corretto gli errori, perfezionato il packaging e ora propone una linea completa e varia di prodotti. Ne abbiamo assaggiato qualcuno e pensaimo che sia una proposta stimolante e varia da poter alternare (pensiamo ai tanti wine bar ed enoteche sparse per l’Italia) qualcosa di insolito, ma comunque molto buono che ben allarga anche il campo dei possibili abbinamenti vinicoli.
Ventesima edizione di Capolavori a tavola, organizzata come sempre da Simone Fracassi: un esempio di come con determinazione, testardaggine (e un pò di incoscienza), una persona di valore riesca a smuovere e a trascinare un territorio, nel caso nostro il Casentino, splendido, orgoglioso della sua peculiarità ed eccellenza, ma forse proprio per questo poco aperto verso l’esterno. Anno dopo anno Simone è stato capace di far arrivare qui personaggi di valore nel settore enogastronomico che non poco hanno contribuito alla sua crescita. Gli ultimi anni, per colpa del covid, sono stati particolarmente impegnativi, ma Simone è uno che non demorde. A lui va tutta la mia stima ed il mio affetto per quello che è riuscito finora a realizzare. Speriamo che continui, magari aggiornando un format che a volte sembra distrarre troppo dagli obbiettivi della manifestazione.