Tradizionale cena delle 3 forchette con alcune novità. La prima riguarda la location, la grande sala dello Sheraton che cerca (e non ci riesce) di farci dimenticare la sede storica della Città del Gusto. La formula è innovativa, non più la cena placèe, ma i piatti ce li andiamo a prendere direttamente dagli chef che cucinano lungo il perimetro della grande sala. Una formula che velocizza il ritmo della cena, permette di scambiare qualche chiacchera con gli amici capitati ad altri tavoli, i piatti vengono raccontati dagli chef in prima persona e vengono anche facilmente digeriti grazie ai chilometri che si fanno. Due annotazioni, l’enorme palco è rimasto a lungo tristemente vuoto, e non capiamo perchè, gli assaggi erano tutti di buona o ottima fattura, ma il kiwi di Pier Giorgio Parini (siamo stati fortunati, abbiamo inziato da lui) ci ha aperto i polmoni con le sue note balsamiche e rinfrescanti che ci hanno accompagnato in dolce ricordo fine alla fine, bravo Pier Giorgio.
Antonio Guida
E’ sempre un grande successo e quest’anno con il vento dell’Expò in poppa Identità Golose avrà un lungo percorso che inizia con questo Congresso e durerà fino a fine anno. Tanta gente in sala e lungo le corsie degli espositori , tante occasioni per scambiarsi impressioni, ritrovare colleghi lontani, assaggiare prodotti particolari come ad esempio il magnifico culatello di Spigaroli. E domani si continua.
Un piccolo borgo in mezzo a vigne (famose), poche case, la metà sono ristoranti di vario genere (dalla pizza alla stella Michelin) e tutti, sotto la spinta di Elisa e Senio de l’Asinello (uno dei 5 ristoranti, delizioso) si sono organizzati per dar vita a una giornata di festa. E ieri la festa c’è stata ed anche con un riscontro maggiore del previsto (dopo tre ore era tutto soldout). Buono il livello delle tante proposte con qualche punta di grande qualità grazie anche alla presenza come guest star di due chef del calibro di Antonio Guida e Paolo Lopriore.
Due resort che da anni navigano nell’eccellenza dell’ospitalità e della cucina: Posta Vecchia e Pellicano. Distano poco più di cento chilometri, ma ogni tanto ci fanno il regalo di unire le forze della cucina, e non manchiamo l’occasione di cogliere due piccioni con una fava: Antonio Guida e Michelino Gioia, eccoli fianco a fianco in una picevolissima alternanza culinaria.
10 anni di continuità e successo non sono pochi nella turbolenta vita italiana degli ultimi tempi, soprattutto per una struttura che chiude molti mesi nella stagione invernale. Ma il Pellicano è veramente un luogo speciale, noto in tutto il mondo, ma questo da solo non basta, in Italia ne abbiamo parecchi di posti belli come questo. E’ proprio la ristorazione che fa la differenza: da quando c’è Antonio Guida è stato un percorso tutto in ascesa nella qualità, merito suo e di chi ha avuto fiducia in lui e nella brigata.
Cielo, ristorante della Sommità
Stessa proprietà per due Alberghi Gourmet di grande charme: Il Pellicano e La Posta Vecchia. Da qui l’idea di una serata a 4 mani, ad opera dei due chef Antonio Guida e Michele Gioia, con il plus dei vini Biondi Santi.
Tino ad Ostia esiste da tempo. Varie gestioni più o meno fortunate. Una, quella di Massimo Salvatori (ora produttore di birre artigianali, marchio Birradamare) di una certa nototrietà.