Tante le nuove stelle, tutte condivisibili, meno condivisibile è che ne mancano sempre tante altre all’appello, soprattutto tra le due stelle. Tutti ci aspettavamo poche novità al vertice, Zero 3 stelle soprattutto, ed infatti zero sono state. Speravamo nelle due stelle, un’area largamente sottostimata dalla Michelin italiana. Purtroppo ce ne sono solo 3 (al netto due visto che un due stelle è stato declassato). Però almeno sono di spessore, Davide Oldani che nemmeno ricordavo ne avesse solo una, dandone scontate le due, e a buon contorno due ex Emergente Chef di lusso: Matteo Metullio (che le ha riconquistate, quindi doppio merito) e Rocco De Santis, la vera sorpresa di questa edizione. Ma complimenti anche agli altri e ai vari nostri ex Emergente, come Luigi Salomone con il suo bellissimo nuovo ristorante e Juan Quintero, al quale non era stata data lo scorso anno, ma puntualmente questa volta non ha fallito.
Antonio Ziantoni
Con un gruppetto di amici, che ringraziamo per l’invito, eccoci a sorpresa da Zia per trovare e assaggiare con piacere il nuovo menù. E’ intimo e minimale la saletta e l’arredo per far risaltare meglio i piatti dello chef, il giovane Antonio Ziantoni, è sempre fine e sorridente la compagna Ida in sala. Le foto che riportiamo sono poche, un incidente le ha falcidiate, ma i piatti assaggiati, essendo in 6 coprivano praticamente tutto il menù. Curiosamente mancano le cose migliori, che da sole giustificano la visita: l’Animella farcita con il pomodoro secco, servita con erbe spontanee( foglie di senape) e crema ai tre latti( vaccino, caprino, ovino) e il Risotto mantecato con mozzarella di bufala, polvere di limone e genziana. Notevole l’inizio con una serie di stuzzichini di ottima tecnica, meglio i tortelli dei cappellacci un pò coperti dall’intingolo. Difetto questo che riappare nella buona linea di secondi dove l’anatra si fa preferire per equilibrio complessivo e ottimo abbinamento con la zucca (e che zucca!). Grande è lo sforzo fatto in direzione della pasticceria dove Christian Marasca ha approntato una linea per l’asporto. Ed in effetti i dessert sono golosi e buoni, ma qui al ristorante li vorremmo più costruiti e finalizzati come dessert al piatto.
Li abbiamo conosciuti entrambi come nostri emergenti, Andrea Mele a EmergenteChef 2020 e Christian Marasca a EmergentePastry 2020 ( evento previsto a Marzo 2020, ma rimandato per il covid ). Qualche giorno fa sono passati a trovarci per assaggiare i dolci di DOOR TO DOOR, la Pasticceria di Zia Restaurant. Una cucina moderna, con tecnica e precisione, lo stile del giovane chef Antonio Ziantoni, che decidere di condividere la passione per il dessert, con la proposta del pastry chef Christian, in versione delivery e asporto.
1) Babà cremoso al mascarpone e vaniglia
2) Tarte Citron base pasta frolla, frangipane alla mandorla, curd al limone, meringa bruciata
3) Tourbillon: pasta frolla e frangipane, pralinato liquido alla mandorla, chantilly alla vaniglia
4) Bisquit senza glutine al cacao, cremoso al cioccolato fondente, composta di ananas e mousse al caramello.
La composizione di 4 pezzi viene consegnata a 20 euro. Un solo pezzo ritiro in loco al ristorante costerebbe 5 euro ma si preferisce consegnare un minimo di 4 pezzi in packaging compatto.
Proseguono gli incontri on line con gli emergenti, per il quinto Webinar abbiamo parlato del mondo della pasticceria insieme ad una grande azienda, Irca, che dal 1919 si dedica alla fabbricazione di prodotti alimentari destinati alla Pasticceria, Panificazione e Gelateria. Abbiamo avuto il piacere di conoscere la realtà di Irca attraverso le parole del CEO Paolo Perego, che ha raccontato la filosofia dell’Azienda e grazie all’Academy Director Fabio Birondi che dal punto di vista tecnico ha presentato i prodotti che sono stati gli ingredienti principali delle ricette dei giovani emergenti pastry. Hanno partecipato all’appuntamento sul web molti protagonisti del settore: Paolo Sacchetti ex Vicepresidente dell’Accademia AMPI e Maestro Pasticcere di Pasticceria Nuovo Mondo a Prato, Antonio Ziantoni Patron chef di Zia Restaurant a Roma e il giovane pastry chef Christian Marasca che sta portato avanti il nuovo format, dedicato esclusivamente al dessert, Door to door – Zia pasticceria, simbolo del nuovo servizio di asporto e delivery di Zia.
Gli Emergenti Pastry che hanno presentato le loro ricette elaborate con i prodotti di Irca sono stati: Matteo Corridore pastrychef junior di Locale Firenze con la sua idea di “Nocciola e cioccolato”, un pasta frolla con una dacquoise alla nocciola accompagnata da un cremoso al cioccolato bianco Irca, una mousse al cioccolato fondente Irca e ricoperto con una glassa fondente a specchio; Andrea De Benedetto pastrychef junior al Ristorante Adelaide dell’Hotel Vilon di Roma con il suo dessert “Millevoglie”, una ganache al nocciolato Irca accompagnata da un biscotto morbido al cioccolato Irca, una crepes dentelles, del gelato al lampone e un crumble alle nocciole; Ilaria Caneva pastrychef del Ristorante Cracco a Milano con una ricetta che ricorda la classica merenda italiana Pane&cioccolata la“Millefrolle al Pane“, una pasta frolla al pane con cremoso al caramello e nocciola Irca profumato al caffè ed un cuore morbido di mou al cioccolato fondente 72% Irca e zenzero; Tommaso Foglia pastrychef del Ristorante Don Alfonso 1989 al San Barbato Resort Spa & Golf di Lavello (PZ) con il suo “Dal Madagascar al Vesuvio”, una mousse di cioccolato fondente Madagascar 72% Irca con una ganache montata alla nocciola Irca e albicocche pellecchiella del Vesuvio profumate al timo; ed infine Veronica Di Curzio pastrychef di Casa Coppelle nella Capitale con un dessert molto creativo adatto alla stagione estiva dal nome “Vacanze Romane”, un tartella di frolla allo zucchero di canna muscovado chablonata farcita con mousse fondente al 72% Irca, una daquoise alla nocciola glassata con cioccolato nocciolato Irca con sopra una semisfera di anguria adagiata su un disco di cioccolato bianco nocciolato Irca.
Le ricette di Pasqua dei nostri chef: “Agnello e senape” di Antonio Ziantoni, patron chef di Zia a Roma
Zia a Roma. Un locale giovane, nuovo, ma assai diverso dai tanti che sono in questa parte così attraente di Roma che si chiama Trastevere. Una cucina che parte dal territorio, ma che non si ferma agli stereotipi, ma invece propone ricette attraenti e gustose, senza scivolare nel manierismo accademico. Un’esperienza piacevole anche per la bella presenza in sala di Ida Proietti, compagna di vita e lavoro di Antonio Ziantoni. Anche Ad Antonio abbiamo chiesto un suo pensiero sulla situazione attuale: “Sto soffrendo a non lavorare, ma sono ottimista, riprenderò come prima ancora più concentrato alla ricerca dei tanti piccoli prodotti del territorio che in un piatto fanno la differenza e che spero di riuscire a valorizzare nel modo migliore”.
Ingredienti per 4 persone
2 kg sella d’agnello
3 cl olio
40 g burro
Per la senape in grani
100 g senape in grani
30 g aceto
400 cl acqua
30 g zucchero
Per la panatura
2 uova
200g farina
Sale q.b.
Pepe q.b.
400g pane grattugiato
Aggiunta finale, se a disposizione
Senape al miele
Foglie di senape
Procedimento
1. Per la senape unire tutti gli ingredienti (senape in grani, aceto, acqua, zucchero) in una casseruola e far cuocere per 1 ora. A cottura terminata, lasciar raffreddare e mettere in frigorifero.
2. Panare la sella con farina, uovo e infine pane grattugiato.
3. Per la cottura, salare, pepare, mettere l’olio in una padella e far rosolare ambo le parti della sella. Quando è dorata, aggiungere il burro e ultimare la cottura in forno a 170 gradi per circa 6 minuti.
4. Servire con la senape realizzata precedentemente, della senape al miele e, se si hanno, delle foglie di senape fresche.
Per chi desiderasse realizzare il jus d’agnello
Ingredienti
1 kg di carcasse d’agnello
2 carote
1 costa di sedano
1 testa d’aglio
10 g Anice stellato
5 g finocchietto
2 foglie alloro
1 rametto timo
20 g di Aceto di vino bianco
5 g di pepe in grani
Procedimento
1. Pulire bene la sella d’agnello. Con le ossa e gli scarti, preparare il jus d’agnello. Far tostare bene le carcasse in una casseruola, aggiungere le verdure, le spezie e le erbe. Sfumare con acqua e aceto fino a copertura, far sobbollire per 5 ore.
2. Filtrare il tutto e far ridurre fino a ottenere una salsa densa.
3. Versare il jus di agnello prima di impiattare.
Una bellissima edizione in crescendo, grazie anche alla nuova location sul prato del lago di Tor di Quinto. Si è concluso VInoforum 2019: tanti vini, degustazioni, brindisi e anche tanti chef che abbiamo qui portato. Complimenti ad Emilaino De Venuti, cuore e braccio di Vinoforum, e ai suoi tanti collaboratori tra i quali Chiara bravissima nel coordinare ben 31 cuochi. Il vino è finito, e lascia spazio alla birra.
Tradizionale pranzo degli chef emergenti alla Torre del Saracino, il bel ristorante di Gennaro Esposito. Ecco i prescelti: Enzo Di Pasquale del Bistrot900 di Giulianova, Aldo Ritrovato del It Restaurant di Milano, Gaetano Trovato del Convento di Cetara, Giuseppe Costantino della Terrazza Costantino di Sclafani Bagni (PA), Alessandro Tormolini di Sensi ad Amalfi, Pierluigi Gallo di Giulia a Roma, Ivan Silvestri di Alicina a Porto Ercole, Ferdinando Palombo di Emporio Armani a Milano, Domenico Candela di George a Napoli, Antonio Ziantoni di Zia a Roma, Maria Rosaria Stellato di AnimaMia a Caserta, Pietro Penna di Casamatta a Manduria. In cucina c’è stata una bella atmosfera, voglia di confronto e i piatti ci sono sembrati belli. Ne abbiamo assaggiati solo 4 ed erano tutti buoni con il pomodoro ed anguria di Enzo Di Pasquale a distinguersi.
Dopo tantissime nonne, molte madri, ecco apparire le zie. A loro è dedicato questo piacevolissimo locale vicino a piazza San Cosimato a Trastevere ed il merito va ad una coppia deliziosa: Lei più riservata accoglie con garbo in sala, lui è decisamente più estroverso ma normalmente non si vede essendo il cuoco, per giunta la cucina è al piano di sotto. Atmosfera studiata, illuminazione corretta, il sonoro un pò di meno, ma in genere la clientela è del genere mano nella mano, quindi si rimane sul tranquillo (noi siamo stati meno fortunati). Lei porge il menù con un’eleganza sussurrata, Lui si esprime con piatti di tutt’altro impatto. Anni passati in giro per posti improtanti e per ultimo quelli con Anthony Genovese, dal quale ha appreso che la cucina si affronta con preparazione sofferta, con una varietà importante di ingredienti, una visione ampia di equilibri e contaminazioni. Insomma un cammino non proprio semplice, più verso il barocco che il minimalismo. Cucine che richiedono mani esperte e dobbiamo dire che Antonio ce la mette tutta e i risultati si vedono perchè il menù scorre sul tavolo dando segnali di eleganza e capacità. Buone e tecnica la parte iniziale, corretti gli antipasti con le animelle in evidenza, poi sempre in evidenza la buona anatra e i dessert del bravo pasticciere Cristian Marasca. Le perplesstà maggiori nascono dai due primi, sballati secondo noi per vari motivi: due paste ripiene, due paste confuse dove si fa fatica a discenrere il riipieno. Sono aperti da poco più di due mesi e quindi non vorremmo sembrare severi, anzi c’è solo da applaudire il coraggio, l’indubbia capacità evidenziata e aggiungiamo, la simpatia di questa coppia così ben assortita dove uno sembra veramente integrare l’altro.