Mancavamo dalla ristrutturazione, un paio di anni fa, e non conoscevamo il “Mollica”, l’alternativa più semplice dove si possono avere piatti semplici del territorio e dove Massimo Mazzucchelli sforna ottime focacce e pizze. Poi nel giardino c’è un magnifico e ben tenuto orto, e la sala è sicuramente più elegante e bella. Ci accoglie Gabriele Bianchi, messosi recentemente in evidenza a Emergente Sala, appassionato di tè ma si difende bene anche sul vino. In cucina è Aurora Mazzucchelli, chef sempre giovane, conosciuta allora giovanissima. Ci aveva subito colpito e dobbiamo dire che l’evoluzione è stata positiva e anche questa volta ce l’ha confermato anche se crediamo possa fare ancora meglio. Abbiamo trovato di ottimo livello tutta la parte centrale, quella importante, del pasto, dai due primi ai deu secondi, mentre leggermente sotto le aspettative gli antipasti (ma preceduti da ottime sfiziosità) e i due dessert. Ma nel complesso con questa ristrutturazione il locale è più completo (bella anche la cantina), arioso e vario, con una doppia offerta per accontentare al meglio ogni cliente.
Aurora Mazzucchelli
Un quarto di secolo fa la prima edizione ad Argente, poi poche altre. Non ce ne siamo persa una: Saperi e Sapori è stato il primo vero evento gastronomico d’Italia, una vetrina per alcuni chef già allora famosi, un punto di incontro per altri che nessuno ancora conosceva, come un certo Ferran Adrià o Massimo Bottura poco più che ventenne. Ora Igles riprende il suo cammino, purtroppo interrotto, per riproporre un nuovo Saperi e Sapori nel lusso e nello splendore di Villa Rospigliosi. Tre serate, tema caccia, noi siamo stati alla prima. Un menù di grande spessore, un servizio altrettanto efficiente e puntuale, una serie di vini interessanti. Insomma sono ripartiti alla grande. Una breve carrellata dei piatti: pane vario sfornato da Franco Franciosi di Mamma Rosa (Avezzano), antipasto di gran gusto ma un pò piacione di Uliassi (con mezz’etto di tartufo sopra), tortelli intensi e giustamente masticabili di Peter Brunel. Poi i due piatti sopra le righe: le “non” tagliatelle di zuppa di mare addensata di Roy Caceres, solo troppo impegnative come porzione, ma assai intriganti, e la classica coscia fondente di anatra (a trovarne di cosi buone!) di Philippe Leveillè. Difficile chiudere con un dessert ispirato alla lepre, ci ha onestamente provato Aurora Mazzucchelli.
Lucca sta dando vita ad una ristorazione sempre più interessante. A parte il Tomei dell’Imbuto, ormai “il” classico della new age lucchese, ci sono due giovani in gamba: Damiano Donati al Punto e Lorenzo Stefanini al Giglio. In occasione dell’Anteprima dei Vini della Costa Toscana, sono state organizzate intelligentemente due cene a 4 mani, collegando i due giovani chef ad altre due promesse: Oliver Piras e Lorenzo Lunghi. Qui vedete la prima “coppia”: Oliver Piras con Damiano Donati, divertimento assicurato.
Non solo vini ma anche espositori e chef. Quest’ultimi di ottimo calibro e selezione, il che non stupisce visto che tra gli organizzatori c’erano Anna Morelli e Lido Vannucchi. Ci siamo goduti le idee dei più giovani, come Oliver Piras, di quelli più famosi come Marcello Leoni e Aurora Mazzucchelli, per finire con la classe di Valeria Piccini che ha presentato il suo “cuore” di mamma, visto che era anche la festa della mamma.
Ogni anno è un appuntamento al quale è difficile rinunciare. Le Soste rappresentano il meglio della nostra ristorazione e ogni anno si allunga il numero delle strutture che aderiscono a dimostrare la salute del comparto. In genere cucinano i nuovi ingressi, come anche in questo caso: stuzzichini affidati a Errico Recanati, Viviana Varese, Massimo Spigaroli, Massimo Mantarro, e piatti eseguiti da Aurora Mazzucchelli, Alfio Ghezzi, Marcello Trentini, Burkhard Bacher, Vincenzo Candiano. Per chiudere la pasticceria dei Cerea. Cucina di classe, una curiosità: mise en place senza nemmeno un coltello…ormai la cucina d’eccellenza non prevede l’uso dei denti.
21simo congresso dei JRE con una bella esposizione dei programmi ed eventi svolti, che ha toccato il punto più alto nella descrizione delle varie iniziative dedicate alla solidarietà. Poi è arrivata la presentazione della guida particolarmente apprezzata per il taglio divertente delle fotografie (anche se la diffusione è rimandata al numero di AD di aprile, dove sarà allegata). Ultimo atto ufficiale la presentazione del nuovo JRE: un JRE a tutto tondo, Paolo Trippini e il convegno di sole donne, tema l’imprenditoria femminile, che probabilmente è carente, ma forse al maschile andiamo pure peggio in questi momenti. Poi tutti nello splendido Palazzo Lana per la cena di gala organizzata con tema: il pranzo di Babette. Anche qui sole donne chef con grembiule e crestina, e gli uomini a servire al tavolo. Tutto sotto l’occhio vigile delle due Cristine al comando: Cristina Ziliani padrona di casa e Cristina Parizzi perfetta organizzatrice. Insomma un Congresso veramente al femminile.
Una prima parte della giornata decisamente gustosa e interessante. Chef del calibro di Aurora Mazzucchelli, Ilario Vinciguerra, Marco Gubbiotti, Leandro Luppi e Alberto Conti hanno deliziato il pubblico proponendo due ricette: una libera e una a base di riso. Ecco una breve ma esaustiva selezione di foto.
Emanuele Scarello e Andrea Sarri si passano oggi ufficialmente le consegne. Andrea, chef del ristorante Agrodolce di Imperia, guiderà per qualche anno quella che è comunque l’ associazione di cuochi più vivace d’Italia. Potrebbero fare di più? sono troppi o troppo pochi? è troppo nordista? sono mediamente troppo anziani? Sono tante le domande, ma alcune risposte arrivano: tra i nuovi JRE aumentano ad esempio le donne (Klugmann e Vitale) , che comunque sono sempre poche non solo nei JRE ma nell’universo della cucina professionale.