Carlo Nappo è uno di quei giovani chef che non sta mai fermo. Sempre in movimento sempre in azione: ben vengano giovani così capaci e determinati, e i risultati in effetti si vedono. Un locale di successo con anche pizzeria al centro di Pordenone e questo Podere dell’Angelo a Pasiano ancora più ambizioso. Ha alcune camere che presto raddoppieranno con un nuovo centro congressi, ha un ristorante con due versanti, eventi e gourmet, ha intorno un’azienda agricola che produce già vini e ortaggi. Trova anche il tempo di seguire la cucina e questo gli rende merito. E anche ai fornelli si percepisce la voglia di fare, di colpire l’attenzione, di stupire con qualche effetto speciale. Il carattere c’è, il talento pure, pensiamo che con un pò più di misura il risultato sarebbe anche migliore, ma al carattere non si comanda e Carlo è fatto così. Seguiremo con attenzione la sua evoluzione.
Carlo Nappo
Non è stato facile il compito dei concorrenti: cucinare poco più che verdure e tuberi, con il solo aiuto del barbecue, ed in sole due ore. Inoltre alla fine è arrivata la pioggia che ha movimentato ulteriormente la gara. Ma bravi tutti perchè aldilà della competizione era questo anche un modo per ritrovarsi e confrontarsi con il giusto spirito in una situazione sicuramente anomala. Guardate queste immagini, magari manca qualcuno, e ci dispiace, ma questo non vuole essere l’album ufficiale dell’evento che sarà invece preparato dai fotografi professionisti che erano presenti.
Arrivano puntuali i concorrenti, all’inizio sorpresi e un pò spaesati, ma poi conquistati dalla bellezza del posto. E’ una gara ma deve essere anche una Festa, quindi cerchiamo di spiegare le varie regole che devono essere intese con il giusto spirito della gara. Siamo tra i boschi, potrebbe anche piovere (e infatti pioverà) e quindi bisognerà poi adattarsi in qualche modo. Si procede al sorteggio, alla pesa dei vari ingredienti che ognuno ha portato con sè per caratterizzare la ricetta (massimo 2 ingredienti), poi allestiamo il mercatino degli ortaggi frutta e verdure per far completare la “spesa” agli chef. (la gara è vegetariana). E arrivano man mano gli sponsor, con i loro prodotti e vini, e anche i giurati che andranno a comporre le varie giurie. Insomma il parterre si riempie e si riempie anche la chiesetta per seguire la lezione sulle erbe selvatiche. Ricordiamo i concorrenti che avranno un compito non facile: in sole due re preparare 30 assaggi con gli ingredienti a srpresa trovati al mercatino (salvo i 2 che si sono portati da casa) e cucinarli con il solo aiuto del fuoco. Ecco i loro nomi: Riccardo Cappelli (Argentario Golf Resort- Porto Ercole GR), Carlo Nappo (Alla Catina-PN), Marcello Tiboni (ristorante 28 posti-MI) , Federico Delmonte (Chinappi-Roma), Francesco Palombo (Sfumature Gourmet- Cassino FR), Davide Puleio (Pipero-Roma), Alessio Biagi (La Terra di Nello-Castiglione della Pescaia GR), Fabiana Scarica (Villa Chiara Orto e Cucina-NA) , Andrea Mosca (Marili-AP), Donato De Filippis (Tenuta Esdra Agrispa-Pontecorvo FR), Vito Gaballo (Ristorante Origano-LE), Donato Martella (il Capriccio-Vieste FG), Vincenzo Martella (Borgo Pignano PI), Carlo Porcu (Osteria La Lodola- AR), Nicolò Cappelli ((Tenuta Carretta-CN).
Podere dell’Angelo a Pasiano
Aveva lasciato un buon ricordo ad Emergente, quando si era presentato come chef alla Catina di Pordenone. Poi nel frattempo Carlo Nappo è ulteriormente cresciuto, in maturità ma anche in professionalità. Alla Catina ha aggiunto la conduzione di questo nuovo Podere dell’Angelo, che non è poca cosa: 100 ettari con vigne, grano orti vari, cavalli ecc.., e varie strutture tutte da riempire. La più importante accoglie con camere ben dotate, piccola area benessere, una sala eventi e il ristorante gourmet dove Carlo Nappo si può esprimere sicuramente meglio che alla Catina. Colpisce in Carlo la sua visione professionale che alla sua età è cosa rara e che ci fan ben sperare. Venendo alla cucina, è già più che interessante ma appare al momento troppo slegata dal contesto. C’è da dire che il Podere è appena avviato e ovviamente renderlo concretamente attivo e funzionale non è cosa facile visto anche l’ampiezza del progetto. Ma già da adesso, in una regione abbastanza ferma come il Friuli Venezia Giulia, e in particolare l’area di Pordenone, crediamo che la segnalazione sia d’obbligo e meritata.
Un secolo di vita, di azienda e di più generazioni. L’ultima è quasi tutta al femminile con Anna Brisotto che in particolare la rappresenta e ci fa visitare questa bella cantina, costruita rispettando l’ambiente con linee e colori tranquilli, con un salotto d’antan, mentre al contrario le bottiglie si affidano ad un’aggressiva silhouette. La linea del prosecco è praticamente completa, ed è interessante l’ultimo prodotto fatto espressamente per il centenario: un metodo classico pas dosè, come dire si comincia dal prodotto più difficile, ma è da apprezzare il coraggio.
Sembra piccola questa Latteria Visinale quasi inavvertita se si passa lungo la statale. Poi dentro ci si accorge della varietà dei prodotti che Valentino Pivetta, l’infaticabile casaro, ci illustra con trasporto. Poi ci porta pure al grande magazzino dove ci si rende conto della produzione di questo caseificio. Peccato solo che è tutta termizzata, speriamo che un giorno ci sia spazio anche ad una piccola linea a latte crudo.
Ed ecco alcune immagini della gara. Penso siano belle, ma è difficile trasmettere la grande bellezza del contesto, la serenità del tramonto, la magia delle luci, la vivacità delle scintille, il tempismo dei cooncorrenti che hanno rispettato perfettamente i tempi di preparazione e servizio (ben 18 concorrenti in meno di tre ore!). grazie veramente a tutti per l’impegno e la professionalità dimostrata. E non era facile cucinare in così poco tempo senza aiuto delle attrezzature praticamente radici ed erbe.
E tutti gli chef al mercato che abbiamo approntato per loro: radici fresche, verdure, frutta di stagione, erbe aromatiche e selvatiche, con le confezioni di Roots e di Pasta del Pastificio dei Campi. Ognuno ha la sua cassetta e “fa la spesa” che viene poi regolarmente pesata. E nel frattempo arriva la giuria, pian piano, nomi famosi ed eccellenti del meglio della ristorazione toscana e non solo. Finita la spesa secondo il sorteggio ogni cuoco entra nel backstage, troverà solo un tavolo e dell’acqua bollente, niente elettricità, solo coltelli e tagliere. Ognuno avrà un’ora e poi un’altra ora all’esterno alla postazione del barbecue per finire la ricetta e servirla alla giuria. Brindisi e si parte.
Ed ecco la cronaca della giornata di Roots. La prima parte è dedicata alle erbe e alle radici del bosco con due relatori d’eccezione, Livio Pagliari ed Elvia Giosuè che raccontano storie di erbe spontanee e cucina. Dopodichè si procede alla presentazione dei cuochi arrivati da tutta Italia ed al sorteggio effettuato usando come bussolotti gli “occhi di lupo”, il formato del Pastificio dei Campi che ci sembrava in tema con il bosco. Eccoli i concorrenti: Alessandro Cannata del Moma di Roma, Damiano Donati del Punto di Lucca, Daniele D’Alberto del BR1 di Montesilvano, Christian Mandura del Geranio di Chieri, Davide Del Duca dell’Osteria Fernanda di Roma, Federico Delmonte di Chinappi di Roma, Francesco Palombo di Tenuta Esdra di Cassino, Luca Mastromattei del Pescion di Pescara, Marcello Tiboni della Locanda Walser della Val Formazza, Marco Claroni dell’Orologio di Fiumicino, Mariano Guardianelli dell’Abocar di Rimini, Riccardo Cappelli del Pellicano di Porto Ercole, Silvia Moro del Moro di Montagnana, Francesco Brutto di Undicesimo Vineria di Treviso, Carlo Nappo della Catina di Pordenone, Stefano Sforza del Turin Palace di Torino, Shady Hasbun de Le Rotte Ghiotte di Arezzo. E a poco la gara.