Gran degustazione in chiusura del Vinitaly organizzata dal WRT un gruppo di aziende che ha riunito gli sofrzi per approfondire la ricerca sul vino, territorio e tecnologia. Sono presenti le aziende con i loro titolari e sono nomi storici come Piernicola De Catris o Alessio Di Majo delle omonime antiche aziende, o nomi famosi come Bruno Vespa o Massimo D’Alema (aziende Vespa e Madeleine); cooperative come Domizio Pigna per la Guardiense e Doriano Marchetti per Moncaro; larga presenza campana con Salvatore Avallone (Villa Matilde) Ilaria Petitto (Donnachiara) Giuseppe Pagano (San Salvatore, emerso prepotentemente negli ultimi anni), ed altri ancora. A dirigere stimolare e coordinare il tutto è la mano di Riccardo Cotarella, bravo enologo, ma anche gran regista del mondo del vino, aiutato dai commenti puntuali di Ian D’Agata. Impressionate il aprterre, con sala al completo nonostante si era in chiusura del Vinitaly. E a giudicare dai vini serviti, siamo fiduziosi ed ottimisti sulla “nuova frontiera della Viticoltura e dell’Enologia Italiana” (questo il sottotiolo del convegno).
Cesare Pillon
Il Vinitaly non è una fiera internazionale del vino, ma una grandissima fiera del vino italiano. Italiani sono il 99% degli espositori, ma non mancano le chicche e le sorprese di vini che vengono da lontano grazie a qualche importatore e in questo caso grazie a Riccardo Cotarella, il più noto dei nostri enologi, la cui fama è arrivata per l’appunto anche in Giappone. Ed ecocci quindi ad assaggiare tre vini, un bianco (vitigno Koshu) e due rossi (merlot). Aromatico e piacevole il vino bianco, di ottima trama uno dei due merlot, e interessante davvero l’introduzione sulle problematiche delle vigne in un ambiente così lontano e diverso.
Si stringe l’alleanza tra Podere Forte e Enrico Bartolini che curerà la ristorazione nella sede dell’ azienda in Val d’Orcia, senza lasciare il Devero Hotel. L’altra sera il binomio ha funzionato bene mettendo in mostra la serie dei prodotti di Casa Forte. Un’azienda che si distingue dalle altre perchè in piccolo, ma non tanto (parliamo di qualche centinaio di ettari) , cerca di riproporre le migliori eccellenze gastronomiche.