Da lontano sembra una casa come tante altre, poi avvicinandosi si capisce la differenza. Un bel parcheggio, un piccolo giardino curato e poi si entra in un locale dove ogni dettaglio architettonico e di arredo è stato curato. Bella la veranda aperta sul verde del giardino, gradevole la sala posta di fronte alla cucina a vista. Riceve con un calice già pronto Christian Rainer, per farti subito apprezzare un’accoglienza tra le migliori d’Italia (e non solo). Il locale porta il nome dello chef, ma diciamo che qui alla cucina si affianca appunto una grande sala per merito della classe di Christian ma anche di come ha saputo istruire la sua brigata (citiamo almeno i giovani Gabriele Siroli e Leonardo Rossi). La cucina vede con Peter altri giovani in gamba: Stefano Rossi e Luca Colombo come souschef, Piercarlo Altieri e Matteo Grandi alle partite e, molto brava, Maria Novella Salani in pasticceria. In ultimo, ma avremmo dovuto cominciare da lui, Peter Brunel. Ci sembra sempre un ragazzo come quando l’avevamo conosciuto in montagna (è della val di Fassa), poi a Trento, a Firenze ed ora qua, sempre allegro e vivace, sempre proiettato verso una cucina che insegue i suoi mutevoli sogni. In questa fase è il Perù che lo ispira, ma non manca il Giappone e soprattutto il vegetale. Un menù ricco appunto di spunti green che si rende subito piacevole, vario e intrigante. I piatti migliori? per noi le alici appese, intense e decise, e un ottimo cavolfiore cotto e passato al fumo. Ma bisogna citare anche i dessert per merito della brava Maria Novella e anche qui sono molto green con la frutta e soprattuto gli ortaggi (ottimo questo dessert) che la fanno da padrone. Peter è bravo ad aver coinvolto così tanti giovani di cucina e di sala nel suo progetto, motivandoli e facendo una bella squadra. Si sta dimostrando anche imprenditore capace, il locale è partito bene, arriva gente anche da lontano e presto ci sarà accanto la possibilità di arrivare anche con l’elicottero!
Christian Rainer
Una svolta che apprezziamo quella di Norbert: bando al pesce di mare, a primizie importate, ad ostriche e gamberi rossi. Ritorno invece alla montagna anche perchè poi alla fine c’è tanto da fare e da scoprire. Non è stato facile, perchè un conto è di tanto in tanto utilizzare il meglio della piccola produzione locale, un conto è programmare il lavoro di tanti artigiani per permettere ad un ristorante importante, che è anche un’azienda con le sue inevitabili esigenze e impegni, di poter lavorare con continuità e certezze. E dopo un estenuante lavoro di raccordo e stimolo con i produttori, ecco che Norbert è riuscito a presentare e mantenere il suo nuovo menù di vera montagna,che rappresenta un traguardo importante da un punto di vista simbolico, e sorprende anche per il suo livello gastronomico. Una serie di piatti di alta classe che utilizzano a piene mani erbe e fiori di montagna, carni incontaminate e pesci di acqua dolce, dove è difficile stabilire il migliore.Forse i tortelli? o il maialino e l’agnello? e che dire del buon dessert? mentre l’unica nota stancante viene da un risotto un pò troppo dolce e impegnativo.