E’ solo la seconda edizione, ma ci sembra ben oltre, un evento che attrae tanti (ed infatti alle 21 le file alle pizze e per entrare erano imponenti) ed ha subito conquistato il popolo romano. La pizza piace sempre di più e questo evento offre della pizza una bella selezione di interpreti, tipologie, non solo romane e napoletane. Complimenti ad Emiliano De Venuti, l’organizzatore, e al suo team, sempre allegro e collaborativo (tutte ragazze, sarà un caso?).
Ciro Oliva
L’ultima pizza a pranzo mangiata al volo a Napoli, da Ciro Oliva, ma il discorso varrebbe per qualsiasi altra pizzeria di successo, e sono parecchie qui in città, ci induce a qualche riflessione. La fila fuori la porta vale già il viaggio. Non è unifilare, nè bifilare, si ingrossa e si assottiglia un pò casualmente secondo la gente che arriva, non segue un rigoroso ordine temporale, ma tutto scorre liscio, tra commenti e sollazzi, tra risate e spintoni. Metà delle battute sono incomprensibili per chi non è ben dentro al dialetto, ma quanto basta per rasserenarti l’anima. La pizza è democratica, ad un tavolo è il funzionario ben vestito, a quello dopo il manovale di passaggio. La pizza è antidemocratica, tutti i tavoli vengono chiaramente invitati a fare in fretta, ma a quello dei funzionari ben vestiti si concede qualche minuto in più. La pizza è cosa da giovani, non alludiamo alla clientela che può avere qualsiasi età (purchè sappia mangiare velocemente), quanto al servizio: il ritmo è frenetico, la fila fuori incalza, ogni secondo è prezioso per far ruotare il tavolo e fare altri coperti, ci vogliono occhi svelti per controllare ogni angolo di tavolo e riflessi preziosi per bruciare anche l’attimo. Tutti (i pizzaioli con i quali ogni tanto ci confrontiamo) hanno a cuore la digeribilità della pizza e sono passati a lievitazioni più lunghe, curiosamente nessuno si preoccupa dei tempi di deglutizione. Si esce comunque soddisfatti, tra fila, volteggio dei camerieri, giro di pizze e saluti, l’esperienza è stata intensa, economica, istruttiva. Però ci faremo una rilassante pausa prima di riaffrontare la prossima pizzeria.
Pizza, a che punto siamo? Dopo cinque anni di cavalcata mediatica, la pizza ha scalato ogni classifica mediatica e dal retrobottega dov’era relegata, ora ha un posto stabile nell’olimpo della comunicazione. Merito dell’orgoglio ritrovato dei pizzaioli, di noi giornalisti che ce ne siamo innamorati, del pubblico sempre più convinto che per 6-9 euro forse non si trova niente di meglio in giro. Di tutto questo si è parlato nei due giorni di convegno per concludere grosso modo, anche se con diverse sfaccettature, che ci vogliono ingredienti giusti, passione e formazione da parte dei pizzaioli e che quella del forno a legna è una battaglia bella, ma probabilmente destinata a perdersi. Il tutto organizzato benissimo, ma senza un assaggio di pizza (sic!), da Barbara ed Albert.
Cala il sole, cala il caldo, ma non cala la qualità. Tra pizzaioli, lato gourmet e area di gara c’è l’imbarazzo della scelta. La seconda parte della giornata vede ancora in scena la Campania con 4 agguerriti giovani chef, vince il bravo Luigi Salomone di Marennà con due piatti complessi che denotano tecnica e maturità. Affiancherà Cristoforo Trapani ed oggi andremo a scegliere gli altri due finalisti.
L’evento offre varie esibizioni anche in parallelo e ci dividiamo soprattutto tra il Congresso e il palco degli Emergenti dove presentiamo Felice Sgarra e Luca Abruzzino con la partecipazione di Peppe Guida. Si chiude la giornata con una bella e seguitissima degustazione di Bellavista.