Dal casello di Sirmione si vede in lontananza la storica torre della battaglia di San Martino e proprio di fronte è questa ampia struttura. Comodissima, con parcheggio e accoglienza cortese. Un locale funzionale che fa una cucina basica: primi della casa e carne alla griglia, ma che propone una buona scelta delle materie prime e un’ attenzione per farti stare bene. Ospiti di Luca Formentini e Costantino Gabardi, abbiamo abbinato al buon cibo delle ottime etichette di Luca (Podere Selva Capuzza).
Costantino Gabardi
Lorenzo Fasola Bologna sta raccogliendo i frutti della sua rivoluzione green. E’ stato un vero pionere ponendosi dubbi, obbiettivi e traguardi ambiziosi dai primi anni 2000 quando la sostenibilità per i più era parola priva di significati concreti. Oggi Monte Vibiano può vantare di essere una delle prime aziende agricole al mondo Zero Emission. Questo grazie alle migliaia di alberi piantati e alle scelte aziendali. Vernici e colori naturali, bassi consumi energetici, riciclo, mobilità elettrica, fertilizzanti a basso impatto, green IT negli uffici ecc.. E questo si traduce in una produzione di vini ed oli sempre più interessante, come abbiamo potuto constatare nella presentazione fatta al Cavalieri Hilton dalla Guida Bibenda. A presentare l’Azienda il bravo ed esperto Paolo Lauciani, a descriverne l’impegno Lorenzo Fasola Bologna in persona con l’aiuto di Carlo Attisano ed Andrea Palazzetti. Con accanto i due esperti Costantino Gabardi e Claudio Castiglioni mi sono goduto i vari assaggi con la Vigna di Lorenzo top tra i vini.
LR è l’etichetta dedicata a Luis Raifer, che ha portato al successo la cantina Colterenzio ed al quale tutto l’Alto Adige del vino deve molto. Un blend di vari vitigni per cercare la “summa” del territorio, un blend che in soli 5 anni, dal 2011 all’ultimo nato, il 2015 (il 2014 è stato saltato), si è notevolmente evoluto, perdendo per strada un pò di morbidezza e grassezza in favore di una maggior eleganza e pulizia. Ce lo descrive bene l’enologo della cantina presentato da Costantino Gabardi, che ben conosce la regione. In assaggio anche altri vini dell’azienda, con una citazione per il Berg, pinot bianco in purezza e i due notavoli Lafoa (chardonnay e un soprendente ed austero sauvignon).
E? sempre un bel momento conviviale quello della cena dell 3 forchette che non manchiamo mai (o quasi). Sia per rispetto ai colleghi del Gambero Rosso, sia perchè la formula è azzeccata: non un’interminabile cena di gala, ma il divertimento di girare tra la decina di postazioni affacciate sulla grande sala per scegliersi i piatti evitando le code. Visto i nomi dei presenti è poi difficile sbagliare, ricordiamo almeno, tra i piatti assaggiati, il gran pane di Valeria di Caino, l’ostrica di Taverna Estia e l’ottima pasta e ceci di Pascucci.
Non manchiamo quasi mai alla cena delle 3 forchette, un doveroso omaggio al Gambero Rosso che rappresenta sempre un punto di riferimento importante. Clara Barra e Giancarlo Perrotta sono due professionisti di lunga esperienza e il confronto con loro è sempre piacevole. E poi ogni anno almeno una sorpresa ce la danno, lo scorso anno ad esempio le 3 forchette di Roberto Petza, e quest’anno con un altro sardo, Oliver Piras, che però lavora sulle Dolomiti e che ha ricevuto il premio di miglior giovane chef. (Oliver sarà da noi in gara ad Emergente Nord a Cooking for Art Milano dal 29 novembre al 1° dicembre).
Dai 25 anni delle Donne del Vino, ai tanti incontri lungo i padiglioni. Tanta gente, e, per essere di domenica, tanta gente interessata a detta dei produttori. Ma il Vinitaly si giudica il lunedì, vedremo. Intanto apprezzabile l’evento pizza con l’insolita chiusura con il tango, tutto questo la sera al Palazzo della Gran Guardia. U giorno allegro finito con una brutta notizia: è morto Franco Biondi Santi, un uomo che per immagine, anima, pensiero ha rappresentato per quasi un secolo l’Italia migliore del vino. L’avevamo incontrato a gennaio a Siena, in una fredda giornata, dritto come un fuso. Un bel sorriso , una stretta di mano, la mano di un gran signore.
San Felice offre una maggiore tranquillità rispetto ai frequentatissimi comuni del Garda bresciano, ci si arriva facilmente e proprio al centro di fronte al municipio troverete questo locale, curioso per certi versi. Nasce come negozio d’abbigliamento, ed in parte lo è ancora, per merito di papà Roberto Bontempi, che avvia pure il ristorante spinto dal desiderio di confrontarsi con una cucina. Ma è merito del giovane figlio Michele, solamente 26 anni e praticamente autodidatta, l’aver dato una svolta di qualità alla cucina. Si spinge molto sul crudo e la clientela risponde bene. Ma anche battendo sentieri più gastronomicamente interessanti il ragazzo non delude. Certo un pò di base tecnica più importante non guasterebbe e gli permetterebbe di fare un ulteriore salto, ma nell’attesa già la sosta vale anche per la piacevolezza dell’ambiente, di stile vagamente provenzale, pieno di troppe cose, ma che danno calore e intimità.