Ancora non l’abbiamo letto, ma di sicuro non farà annoiare come il suo autore, o meglio la sua autrice: Cristiana Laura, donna del vino, ma non una qualsiasi, potremmo dire la “Grande Dame”. Effervescente come lo champagne, franca e diretta come il lambrusco che ci ha fatto assaggiare durante la presentazione del suo ultimo libro. Ha scelto un ambiente semplice, ma significativo, come lo storico Goccetto di Sergio, ma si è fatta accompagnare da tuoni, fulmini e saette piovuti dal cielo in perfetta sincronia con il suo discorso. Parla in modo semplice e chiaro di vino e riesce a completarlo con l’unica nota sensoriale che il buon Dio non gli ha dato: il piccante. Presente Daniele Cernilli, al quale tutti noi dobbiamo qualcosa per i suoi insegnamenti e annotazioni sempre calzanti e precise sul vino e i suoi sentori. Come dire un bell’incontro quello di ieri sera.
Cristiana Lauro
Alla Famiglia Tipa dobbiamo uno dei più interessanti raggruppamenti di aziende vinicole d’Italia: Grattamacco, Colle Massari, San Griogio e Poggio di Sotto. QUest’ultimo detiene forse il record del più alto prezzo pagato in Italia per attaro di vigneto. Ma li vale tutti e la conferma anche l’altra sera, nella bella terrazza della Rinascente dove Riccardo Di Giacinto gestisce con successo il Madeiterraneo, che ha visto convenire tanti bravi colleghi romani.
Gran finale di Emergente Sala sul palco del Teatro Puccini a Merano. Una splendida location per un evento originale e nuovo che ha incuriosito molti e appassionato gli addetti al lavoro presenti. Di fronte ad una qualificata giuria eclettica e composita i dieci concorrenti si sono ben presentati, hanno risposto alle domande, alcune anche curiose (ma d’altronde in una sala di ristorante tutto o quasi può capitare), e infine sono stati coinvolti direttamente con i vari sponsor. Tutti sono stati bravi, ma alla fine il verdetto unanime ne ha premiati due: Alberto Tommasi del Cambio di Torino e Enrico Guarnieri di Da Vittorio a Brusaporto. Visto l’alto livello dei concorrenti abbiamo deciso di invitare a Roma anche il terzo classificato, Alberto Bonanno del Magorabin di Torino. E chiusura con un bel brindisi nel foyer del Teatro con alcuni grandi prodotti come il tartufo di Toscobosco, i conchiglioni del Pastificio dei Campi, i vini di Cecchi Feudi Famiglia Cotarella e San Salvatore, i formaggi del Consorzio del parmigiano e di Carmasciando, i salumi di Antica Corte Pallavicina, la bufala di Barlotti, il salmone Upstream, il caffè Kimbo, gli oli e aceti di Olitalia, i sigari del Maledetto Toscano ed altri ancora.
Tre donne, Dominga, Enrica, Marta, tre C come Cotarella e tante altre parole, come ad esempio coraggio, creatività, costanza, culo (perchè no?) che vanno a passo di carica (altra C). Siamo alla Cantina Falesco prima, e poi al Museo del Vino di Castigliane in Teverina, per gli auguri di Natale, ma anche per la presentazione di un progetto. C’è un cambio di generazioni tra la prima e la seconda dei Cotarella, un ideale passaggio di consegne tra Riccardo e Renzo e le loro tre figlie, la dichiarazione di un impegno di quest’ultime a rilanciare in grande. Tutto sommato Riccardo e Renzo hanno scritto la storia del mondo del vino italiano pensando più all’esterno che dentro casa loro. Ora le figlie ripartono da Falesco per allargarne i confini, dividerne gli stili creando all’interno una superiore denominazione: Famiglia Cotarella dove ci mettono nome e faccia. E non solo, c’è anche il progetto di una nuova scuola di formazione (Intreccci con tre C) e tante cose ancora. Insomma una vera rivoluzione in famiglia e per annunciarla hanno fatto le cose in grande richiamando a Castiglione un bel numero di persone con un bel menù e tanti importanti vini, della loro collezione ma non solo. Che dire? ben vengano nuove generazioni con questa voglia di crescere lavorare ed investire, ci sembra purtroppo raro in Italia.
Non vediamo l’ora di sfogliare il libro, perchè la storia dei Roscioli è un pò anche la storia di questo quartiere, dove abitiamo da quasi 50 anni, ora diventato anche meta gastronomica proprio per loro due, due fratelli determinati ed ostinati, grandi lavoratori, che hanno rivoluzionato l’antico forno affiancandolo poi nel tempo ad una serie di alternative e locali complementari che godono di larga popolarità e successo. Oggi Alessandro e Pierluigi sono molto conosciuti, ma sono rimasti con i piedi per terra, di poche parole, ma concreti ed efficienti.
La nuova etichetta di Berlucchi conferma il percorso virtuoso che l’azienda sta percorrendo ormai da qualche anno. Il nuovo “nature” proviene dai migliori appezzamenti, 72 mesi di permanenza sui lieviti, potenza quindi ma anche tanta finezza e classe. Cristina e Arturo (sempre bravi modesti e simpatici) lo hanno presentato proprio prima di Pasqua al Pagliaccio, tutto riservato per l’esclusivo evento. Un menù di rispetto ha accompagnato lo spumante servito a tutto pasto, dove l’unica perplessità è arrivata dai gamberi rossi, da dimenticare.
45 anni fa li vidi arrivare, papà Marco in testa, ad aprire il forno proprio dietro casa. Da quel giorno non hanno mai smesso di lavorare e di crescere, e i risultati si vedono, via de Giubbonari è sempre più da loro brandizzata e presidiata. Ultima nata, la passione per il caffè, che trova spazio nella nuovissima pasticceria (dolci tradizionali da forno) e che ospiterà nella saletta sul retro degustazioni ittiche con bollicine preziose. E qui arriviamo all’altra grande passione, il vino. Sostenuta dalla straordinaria competenza dei personaggi di sala che si sono avvicendati, l’enoteca è cresciuta tantissimo, si fanno anche dei corsi ed infine è arrivato l’e-commerce. Tutto questo ce l’hanno raccontato l’altro ieri, anche se lo sapevamo, ma noi in un certo senso facciamo eccezione, siamo qui di casa.
Ne abbiamo saltati solamente due, siamo infatti giunti alla 24sima edizione. Parliamo del Wine Festival di Merano ed è infatti difficile resistere al fascino della Kurhaus, all’incontro con una selezione di produttori che non ha rivali, alla bellezza di Merano e dintorni, quest’anno in veste primaverile.
Come si costruisce un “Domaine” in pochi anni? con tanti soldi, ma anche tanta passione e determinazione. Alla fine degli anni novanta ecco il Castello di Colle Massari, poi quasi subito arriva Grattamacco, una delle aziende più note di Bolgheri, acquisita da Piermario Meletti Cavallari, mentre molto più duro dev’essere stato convincere Piero Palmucci a cedere quel gioiello che risponde al nome di Poggio di Sotto. Complimenti quindi alla tenacia di Claudio Tipa (con la sorella Maria Iris) e grazie anche all’invito di Cristiana Lauro che aggiunge estro ed effervescenza all’incontro con questi grandi vini.
Che fatica il Vinitaly! Alla fine si è veramente stremati, perchè tanti sono gli incontri gli assaggi le impressioni scambiate. Le immagini aiutano a rimettere a fuoco i momenti salienti, dal nuovo spumante dei Fratelli Berlucchi dedicato al pinot bianco anche se si chiama Freccianera, alle straordinarie bollicine biodinamiche di Premiere, dalla purezza dello zero infinito di Poier per concludere con i grandi baroli di Cavallotto e di Vajra. E tante altre cose ancora!