Quanto sarebbe costato un menù di 42 chef del calibro di quelli di ieri sera, il meglio del meglio di Roma e del Lazio? Ed infatti gli ospiti hanno apprezzato l’occasione riuscendo ad esaurire le oltre 4000 prozioni preparate e servite in meno di due ore (altro record). Una grande serata, per la qualità e quantità delgi chef, ma anche per l’atmosfera che si è creata. Due tavoli erano stati riservati a coloro che si sono sacrificati nei soccorsi: La Protezione Civile, e i Vigili del Fuoco. Il preside dell’Istituto Alberghiero di Amatrice, visibilmente commosso, ha ringraziato lo sforzo che ha fatto tutta la Ristorazione a favore dei terremotati. Una sala piena ha confermato che la solidarietà riesce a far arrivare a Rieti il suo messaggio. Grande insomma la partecipazione di tutti, ed ora avanti per la terza ed ultima serata.
Cristiano Iacobelli
I funghi dell’Atlas Coelestis
E ci accingiamo ad illustrare un altro evento nel quale siamo stati coinvolti: Papille Esigenti, da un’idea di Paolo Serani, agente della Selecta su Roma. E Paolo Serani riceve i primi produttori invitati ed arrivati a Roma con una cena romana all’Atlas Coelestis, un’inusuale ristorante in zona Trionfale, un pò fabbrica della birra, un pò ristorante di riferimento soprattutto degli abitanti del quartiere. Un ristorante che si basa su un’ottima selezione dei fornitori, e quanto vediamo ce lo conferma ancora una volta. Porcini e ovoli freschissimi in quantità e di rara qualità per far felice la sala (al completo).
Il locale è sui generis per la location (al Trionfale), per l’inusuale abbinamento birrificio ristorante, per l’arredo insolito (sotto un cielo stellato), per la conformazione circolare. Non contenti Cristina e Cristiano battono anche una strada ardua per un ristorante che è un pò fuori dalle rotte dei turisti e dei gourmet della Capitale, quella della qualità. Lo si vede da tanti dettagli, dalla lista (superba) dei fornitori, dalla proposta incentrata sulla materia prima (cioè poca cucina e gran rispetto dell’ingrediente). Ma Cristiano, oltre alla ricerca del buon prodotto, ha anche la passione della cucina, è un autodidatta instancabile e si arrovella per ricercare nel piatto la sua perfezione. Nascono una serie di ricette che testimoniano la correttezza e la buona volontà con risultati per nostra esperienza un pò altalenanti, in alcuni casi centrati in altri l’impegno profuso non trova adeguato riscontro, ma comunque quanto servito è più che sufficiente per segnalare questo locale tra i meritevoli della Capitale. E ogni volta torniamo contenti per un piatto da ricordare, questa volta il nostro plauso và all’ottimo fegato di baccalà che da solo valeva la visita.
Ancora non sappiamo se è un’occasione mancata o una grande promessa. Atlas Coelestis ha tante cose che fanno ben sperare: una location decentrata ma comoda da raggiungere dotata di ampio parcheggio; un ambiente un pò stravagante e improbabile, ma che si fa ricordare; un birrificio che produce birra di qualità posto proprio al centro della sala; una grande attenzione e conoscenza di validi produttori di specialità alimentari; un amore per le basi come il pane con il lievito madre, e un’ottima focaccia.
A dir poco inusuale questo Atlas Coelestis. Per il nome, per la location (una specie di caponnone in zona decentrata ma residenziale della Capitale), per l’ arredo e per l’ atmosfera. Inusuale anche e soprattutto per la linea di cucina.