Ed ecco le immagini della giornata più importante, quella delle varie finali. In tre aree differenti si sono sfidati i finalisti della pizza, gli chef under 30 sul palco e i professionisti under 30 della sala nel ristorante Lume. Contemporaneamente si è svolo l’importante appuntamento di Parmigiano Identity con ben 10 produttori presenti, e i lunch dedicati alle aziende del Consorzio del Morellino con presente Fabio Piccoli. QUindi una giornata articolata e movimentata arricchita dalle premiazioni della Guida del Touring Club Italiano per le migliori strutture del nord d’Italia. Una lunga sequenza di contenuti, di ricette interessanti. I finalisti in cucina si sono confrontati con la “mistery box” e hanno dovuto improvvisare le loro ricette. Alla fine ecco i vincitori. Per la Pizza: Niccolò Serradei di O Fiore Mio e Indrit Haraciu di Berberè. Per la Sala: Luis Diaz del Seta del Mandarin e Carmilla Cosentino della Rei del Boscareto. Per gli chef: Michele Lazzarini per il nordest, Davide Caranchini e Stefano Bacchelli ex-aequo per il nordovest.
Cristina Parizzi
Passano gli anni, tanti se includiamo anche la generazione precedente, ma indubbiamente questo locale rimane sempre il riferimento giusto della ristorazione in città. Ha tanti pregi, la posizione centrale e comoda, la tranquillità di non affacciarsi sulla strada, la pulizia di una sala elegante ma non formale, uno dei migliori servizi d’Italia grazie all’efficienza e bella presenza di Cristina, una cantina da sballo, e una cucina sempre solida. Ai tanti pregi si sono aggiunte da qualche tempo anche delle belle camere nei piani superiori. Difficile trovare quindi dei difetti, forse quello di complicarsi un pò la vita con una carta un pò tanto lunga e una serie di ricette fin troppo articolate, dove a volte qualcosa in sottrazione andrebbe forse a migliorare il risultato finale. Ma è un bello sfoggio di classe quello che mostra Marco, spaziando tra carne e pesce, tra primi e dessert, con uguale energia e determinazione, anche se il vertice viene spesso raggiunto nella materia più difficile, la selvaggina. E anche stavolta il wafer di lepre era eccellente, come pure il capretto con il suo patè.
I numeri erano impressionanti: una tavola lunga quasi 300 metri per accogliere 900 commensali, e applaudire i 100 ristoranti del Buon Ricordo un’associazione che festeggia per l’appunto i 50 anni. Una tavola monstre affidata alla regia di celebri chef esperti, tra i quali soprattutto per ovvi motivi pratici, quelli del territorio a cominciare da Massimo Spigaroli. L’Associazione ha indubbi meriti, è partita prima di tutti gli altri e se ancora se ne parla ed è capace di organizzare eventi come questi vuol dire che funziona. Alcuni la vorrebbero un pò più “contemporanea”, ma bisogna pure dire che oggi è forte il vento di chi vorrebbe tornare un pò indietro, o almeno non perdere certi valori acquisiti. Detto questo è stato bello ritrovarsi con tanti amici, chef e colleghi, con la dirigenza del Touring ad assaggiare i tanti prodotti che hanno animato la piazza Garibaldi e le Logge portati fin quassù da tutti i cuochi. Poi al momento di andare in tavola si è scatenato un nubifragio, ma in qualche modo sono riusciti ad andare avanti, con forza e coraggio contro la sfortuna che purtroppo ha colpito ancora una volta. Comunque alla fine ci ricorderemo questo evento anche per la vicissitudine e l’allegria che tutti sono riusciti a mantenere.
Luccicante e splendente di strass, questo il tacco 12 giudicato il migliore. Capendone poco abbiamo ripiegato sulle bollicine, che abbiamo assaggiato con larghezza e ci sono parse di buon livello, con lo champagne Richard Lucien e Cavaillès in testa e dietro l’interessante nuovo spumante di Casavic. Ed ecco l’attesa serata di gala: doveva svolgersi sulla spiaggia, ma la prudenza ha consigliato di ripiegare sul classico servizio in sala, lasciando solo la conclusione del buffet dei dessert alla brezza del mare. Una serie di esecuzioni brillanti da parte delle varie donne chef coinvolte che con partecipazione e professionalità si sono espresse ad alto livello. Ottimo al solito il servizio di sala, considerando anche i tempi inevitabilmente lunghi e dilatati dalla contemporaneità della finale dei mondiali di calcio. E nonostante questo luglio inclemente ci siamo divertiti fino a tarda notte godendoci la bellezza e l’allegria insita nello spirito di questo evento.
Doveva essere un aperitivo e poi man mano è diventata una cena, e questo la dice lunga sull’ospitalità e l’accoglienza del ristorante. Non per caso in sala Cristina è vera mattatrice, mentre dietro le quinte (ma poi si fa vedere anche Lui) è Marco sempre attivissimo che ci presenta le sue ultime ricette.
Congresso JRE: la prima serata è quella che preferiamo, informale e allegra come si conviene tra giovani professionisti. Allietati dalla musica e dai vini, si assaggiano alcuni stuzzichini preparati da Paolo Trippini, nuovo ingresso nei JRE e da Grazia e Maurizio Rossi dell’Osteria della Villetta di Palazzolo, 4 generazioni di osti e la quinta (Jacopo) è in arrivo! che ci deliziano con delle ottime polpette e uno stracchino da ricordare. Grazie d’obbligo alla padrona di casa, Cristina Ziliani, che ha accolto con grande ospitalità la comitiva (compreso Ganache che ha debuttato con una pipì al centro del salotto!) e grazie a Cristina Parizzi al solito infaticabile organizzatrice.
Riunire le Soste significa riunire il meglio d’Italia e non solo visto che sono ormai parecchi i ristoranti oltre i confini. E uno di questi, il Pri Lojzetu di Tomas Kavcic, è stato il protagonista della serata con altri tre chef nuovi entrati nell’associazione: La Trota dei Fratelli Serva, Joia di Pietro Leeman e il Devero di Enrico Bartolini che ci ha regalato un coraggioso pollo.
Il muffato è uno dei più grandi e celebrati vini dolci d’Italia, ed eccoci di fronte al muffato 1988 che Cristina Parizzi ci fa assaggiare con la buona crema ghiacciata di pesche bianche. Il bello è che il muffato 88 non esiste, il primo muffato messo in commercio è stato quello dell’89. Queste sono bottiglie rare di prove effettuate dall’azienda e distribuite probabilmente a qualche appassionato, che già comunque anticipano la grandezza di questo vino.
Si entra nel vivo nella seconda giornata con il Congresso dei JRE, la presentazione dei nuovi associati: Alessandro Dal Degan, Leonardo Vescera, Giuseppe Iannotti, Pier Giorgio Siviero. Poi la sera a Guado al Tasso con i vini della splendida azienda degli Antinori e una cena toscana, preparata da Tomei, Stabile, Trovato, e Saporito, nella magia della pineta di Bolgheri al traamonto.
Bella idea quella dei JRE di fare una festa sulla spiaggia domenica sera, e sono stati anche fortunati nell’azzeccare la serata perfetta, per clima e serenità. Ben organizzata e gestita, con un grande lavoro da parte soprattutto della coppia Parizzi con Cristina infaticabile, si sono bevuti con grande allegria i vini di Antinori (quelli più leggeri e piacevoli, mentre per i grandi rossi è prevista la serata del lunedì). Momento emozionante quello del volo delle lanterne cinesi e poi ancora brindisi fino a tarda notte. E’ indubbio che i JRE si dimostrano forse l’unica associazione a resistere nel tempo e ad avere la forza di proporre contenuti che trovano largo consenso.