Non deve essere stato facile radunare insieme tanti megaVip, ma Riccardo Cotarella è un mago e ci è riuscito. Eccoci qui a presenziare all’avvenimento, ma dobbiamo dire che non ci hanno deluso, sia perchè i vini assaggiati poi alla fine sono anche buoni e alcuni più che buoni, ma anche perchè il vino riesce ad unire personalità e mondi diversi ed alla fine ci siamo ritrovati tutti insieme a brindare, e qualcuno anche a cantare. Un plauso al servizio veloce e anche ai piatti (non leggerissimi, visto che dovevano essere tanti, ma bisogna tener conto che la maggior parte dei vini erano rossi e di spessore). Un plauso anche agli interventi: di circostanza (da D’Alema a Vespa) di ricordi (dalla Nannini alla Todini), misurati (da Moratti ad Al Bano). Nota di demerito solo per Oscar Farinetti, ha chiuso con un riepilogo dei 7 vini assaggiati, dove è passato dalle note sensoriali di brillantina a quelle del borotalco sulla pelle di un bambino. Ci ha fatto divertire, ma se l’avesse fatto uno di noi sarebbe stato crocefisso per secoli a venire.
Daniele Cernilli
Il Vinitaly non è una fiera internazionale del vino, ma una grandissima fiera del vino italiano. Italiani sono il 99% degli espositori, ma non mancano le chicche e le sorprese di vini che vengono da lontano grazie a qualche importatore e in questo caso grazie a Riccardo Cotarella, il più noto dei nostri enologi, la cui fama è arrivata per l’appunto anche in Giappone. Ed ecocci quindi ad assaggiare tre vini, un bianco (vitigno Koshu) e due rossi (merlot). Aromatico e piacevole il vino bianco, di ottima trama uno dei due merlot, e interessante davvero l’introduzione sulle problematiche delle vigne in un ambiente così lontano e diverso.
L’idea è intelligente: dare agli allievi della Scuola di Cucina la responsabilità di gestire un ristorante come fase finale di formazione. E’ nato così il primo “Spazio” a Rivisondoli in quello che era il primo Reale di Niko. Ora lo Spazio sbarca a Roma ed è facile prevedere che si replicherà per il successo della formula che tra l’altro ha vari pregi: il costo competitivo, il menù compatto e vario, l’assenza dei camerieri con i piatti serviti e raccontati al tavolo direttemente dai ragazzi di cucina a turno. Affollata la presentazione alla stampa romana con un Niko emozionato e un Farinetti sempre a ruota libera.
Conosciamo e stimiamo da tantissimi anni Daniele Cernilli al quale dobbiamo i primi insegnamenti del vino e innumerevoli consigli e suggerimenti. E’ il grande giornalista del vino e anche un pò grosso e spesso ci siamo reciprocamente scambiate battute sulle nostre differenze (fisiche) e potenziali sinergie (professionali). Parla bene, ma negli ultimi anni abbiamo scoperto che scrive pure molto bene. I suoi libri si leggono con piacere e sono fonte inesauribile di ricordi, soprattutto per il sottoscritto che rivede e rivive tanti luoghi e persone conosciute nel tempo. Un libro di ricordi che invitiamo tutti gli appassionati a leggere e che speriamo sia il primo di una serie: Daniele conosce meglio di tutti i personaggi del mondo del vino che grazie a Dio sono tanti e con tante cose da raccontare.
Parterre di lusso al Circolo Aniene di Roma per la presentazione del progetto Tenute Lunelli. Le Tenute non sono nuove, ma la famiglia vuole comunicare meglio il forte impegno che è in atto per la valorizzazione dei vini fermi e non solo degli spumanti per i quali sono ben noti ovunque. Interessante apprendere che a breve tutti i vini fermi saranno biologici e crediamo che la conversione toccherà alla fine anche gli spumanti Ferrari. Cena piena di personaggi famosi, preparata da Alfio Ghezzi, della Locanda Margon, nelle grandi cucine del Circolo seguite dall’infaticabile Daniela Amadei. Niente bollicine, ma solo vini fermi delle tre tenute in abbinamento, ma il destino vuole che la lacuna venga colmata alla Regola, poco distante da casa, dove rientrando c’imbattiamo con l’amico Daniele.
Ornella Venica, signora in rosso per una sera, per presentare appunto le etichette rosse dell’azienda certamente meno conosciute dei famosi bianchi. Al centro dell’attenzione il SerraMonte, di uve montepulciano, dai terreni di proprietà in Calabria, ad Altomonte. Va di moda investire nei vitigni del sud, specie sull’Etna, certo è che in Calabria per ora sono venuti in pochissimi.
È ormai la città più interessante per il vino di alta gamma, qui si tengono le aste dei vini piu prestigiose, qui si vendono numeri impressionanti di etichette famose. Anche questa fiera, anno dopo anno, sta crescendo e la presenza italiana, grazie soprattutto al Vinitaly, è ormai importante, seconda alla sola Francia
A firma Laura Ferrario ecco questa intrigante etichetta che si ispira ai contorni del lago d’Iseo. Il contenuto non è da meno, un pas dosè 2006 in edizione limitata con 5 anni sui lieviti, che riesce ad unire indubbio spessore e grande finezza. Siamo a Roma, al San Lorenzo, dove ormai le buone bollicine sembrano di casa.
Una nuova guida? una nuova classifica? Non sappiamo bene l’evoluzione futura, per ora registriamo alcune annotazioni. Primo la compagine che ci sta dietro è prestigiosa, gente come Vizzari Atkin Cernilli ecc.. sono noti in tutto il mondo vinicolo e alla guida sono soprattutto in due, Andrea Grignaffini e Luca Gardini, due palati formidabili che conoscono il vino come pochi altri al mondo. Detto questo ogni classifica può essere fine a se stessa, questa sembra però non un gioco, ma un voler selezionare il meglio “esportabile” per semplificare lontano dai confini patrii il lessico del vino italiano e concentrarlo su un panel scelto con cura e classe. Vedremo quindi come la cosa evolve e se a fianco di 50 best ci saranno 50 best cheap, 50 best sparkling, 50 best bio o altro ancora. Auguri.
Piccolo ma buono , potrebbe essere il motto di questa docg, tra le più piccole d’Italia. Carmignano sarà piccola, ma ha sicuramente una storia illustre con citazioni che risalgono a secoli fa e una posizione geografica molto conveniente e particolare. Ogni collina, da Artimino a Capezzana riserva sorprese di paesaggi sorprendenti e bellezze architettoniche importanti.