Umberto Montano con tenacia e pazienza sta portando avanti (e non è facile con la pandemia di mezzo) il suo disegno: Un Mercato Centrale nei punti chiave delle grandi città. Il Mercato è sempre stato il punto di ritrovo e riunione di ogni popolazione. Da tempo quelli comunali sono in declino perchè ormai è il consumo in loco la scelta obbligata e non quella della spesa che si farà sempre di più senza muoversi da casa. Eccoci a scoprire le meraviglie del nuovo Mercato Centrale a Milano, adiacente al binario 1 e poco meno lungo. Due strati di attrazioni gastronomiche: i fiori della Piccinni, le empanadas di Perdomo, il pane di Longoni, gli ottimi dolci della Martesana della famiglia Santoro, le buoni carni di Savigni (e sopra quelle di Bastianich), e ancora vini e birre in ogni dove. L’unica difficoltà è che per menù completo (un pesce, la carne, il pane, il dolce, il vino e il caffè) ti devi alzare sei volte, o meglio trovi qualcuno come Francesca Martire che ci ha simpaticamente servito al tavolo. L’alternativa comoda c’è: il ristorante classico, ma è un pò in fondo e defilato. Tra le mille e una proposta c’è anche una chicca: la pasticceria di pesce di Jérémie Depruneaux. Abbiamo ad esempio assaggiato il Cannolo siciliano con crema di ricciola e liquirizia , mandorle, pistacchi salicorniq e limone candito; la Tartelletta di anguilla affumicata con pepe di Sichuan e ribes; il Macaron con crema di gamberi al grand marnier con arancia. I primi due una curiosità, l’ultimo (il Macaron) decisamente buono. Comunque c’è venuta la curiosità di provare il suo fish bar al centro.
Davide Longoni
Era da tanto tempo che volevamo passare al panificio Longoni, così giorni fa, trovandoci nelle vicinanze di Porta Romana ce lo siamo ricordati. Forse erano tante le aspettative e un pò di delusione c’è stata. Il locale è decisamente bruttino, specie all’esterno, e, salvo il pane, le alternative non sono poi tante: pizza buona, ma nella media, e il croissant (o meglio la brioche, visto che del croissant ha poco) anche questo non brilla. Abbiamo preso due tipologie di pane. Il pane del sud, buono ma ce l’aspettavamo più acido, e quello ai cereali, per giunta aperto dopo una settimana, che si è rivelato ottimo. Ultima annotazione: ci avevano detto che il personale era scortese, ed invece con noi è stato gentilissimo.