Come ogni anno eccoci a Vico per la Festa che da tanti anni Gennaro Esposito organizza. Un successo duraturo e consolidato sia per l’atmosfera che si viene a creare sia per le finalità benefiche dell’iniziativa. Quest’anno ci sono anche molti produttori selezionati dagli chef ospiti a testimoniare che il buon cibo è strettamente legato alla terra. Momento clou dell’evento la cena di gala nella grande sala di Pizza a Metro con decine di chef e centinaia di invitati.
Davide Ricciardiello
E’ il momento più atteso della Festa a Vico, la cena dei grandi chef, e qui in effetti non mancano. Divisi in tre turni, gli aperitivi in terrazza, 7 piatti serviti ai tavoli e gran finale dolce di nuovo in terrazza. Anche se tutto è collaudato da anni, non è certo facile organizzare queste cene, ma ormai Gennaro si supera ogni anno. 7 piatti serviti in meno di due ore per 250 coperti (con un livello più che soddisfacente, anzi decisamente alto). Ma la cosa migliroe è il senso complessivo di serenità, di voglia di esservi e non di apparire. Insomma alla fine sono tutti contenti, gli chef che si sono sbattuti e non di poco, il servizio, gli sponsor e anche il pubblico pagante (ma il ricavato va tutto in beneficenza) che ad ogni edizioni sono sempre in numero maggiore.
Sara Guastalla del magnolia di Forte dei Marmi, e Alberto Faggi del Palagio di Firenze sono i due vincitori di Emegente Sala centrosud. Menzione di merito a Gianmarco Iannello, migliore nel trovare gli errori di una carta dei vini. Questo il verdetto al termine della lunga giornata che ha visto sfidarsi 7 concorrenti dal mattino a metà pomeriggio attraverso le due prove, di teoria e di servizio al pranzo. C’è stato davvero molto interesse attorno a questa competizione che vuole attirare l’attenzione su un tema così ancora poco trattato come quello della sala. torneremo sull’argomento, per ora ringraziamo i tanti che hanno sostenuto questa iniziativa, in primis la Famiglia Cecchi, vini toscani ed umbri e anche un ottimo olio, il caffè Kimbo con le sue simpatiche “cuccume” che hanno dato un tocco di napoletanità ed allegria, Marta Enrica e Dominga Cotarella, le tre bravissime sorelle che stanno dando vita ad IntreCCCi, una scuola di alta formazione della sala e che hanno donato ai vincitori una borsa di studio, l’olio De Carlo, Giuseppe Di Martino del Pastificio dei Campi, sempre prezioso con i suoi suggerimenti, i tartufi di Toscobosco, l’acqua San Pellegrino, e altri ancora. Grazie all’ospitalità squisita della famiglia Pagano proprietaria dell’albergo e dell’azienda San Salvatore, a Raffaele Barlotti con le sue squisite mozzarelle, a Luciano Pignataro grande voce del sud e anche di questo evento, e infine a Barbara Guerra ed Albert Sapere ideatori di LSDM, un piccolo grande evento.
C’era grande attesa per Emergente Sala e crediamo che il risultato sia stato più che positivo. Lorenza Vitali aveva selezionato con cura i 5 concorrenti (tutti del Nord), e la scaletta è stata ben rispettata: prima una prova orale, con interventi a tema libero ed obbligato, poi la prova della carta dei vini con vari errori inseriti da decifrare, poi la prova pratica al ristorante Lume dove i 5 concorrenti hanno servito al tavolo e hanno affrontato ostacoli programmati. Successo anche per la presenza di ospiti e giurati di grande caratura: da Luca Gardini a Ivano Antonini, da Roberta Schira a Alessandra Veronesi e tanti altri che hanno contribuito a creare un’atmosfera di viva partecipazione all’esame in atto. Un plauso ai 5 concorrenti: Alessio Sberna del la Lepre a Desenzano, Stefano Panzeri de La Terrazza del Gallia di Milano, Elisa Giachino di Piazza Duomo di Alba e ai due vincitori, Carmilla Cosentino di La Rei del Boscareto e Luis Diaz del Seta del Mandarin di Milano. Grazie dovuto agli sponsor: Cecchi, Kimbo, Consorzio del Morellino, La Granda. Un grazie al contributo di Toscobosco per il tartufo e Philarmonica per lo champagne e soprattutto alla brigata del Lume coinvolta in un evento che forse non si aspettavano così complesso.
Non poteva presentarsi in modo migliore Andrea Napolitano, non tanto dal punto di vista gastronomico, (è appena arrivato in questo bel Palazzo Marziale e diamogli quindi il tempo per ambientarsi e proporci la sua linea di cucina), quanto per il suo spirito etico. Ha organizzato, in pieno accordo con la proprietà (Paola Savarese) e con l’amico Fabrizio Tesse (ristorante stellato di Orta), una cena a favore dell’Unicef con un menù di basso scarto e basso costo, e con ricavato a favore appunto dell’Unicef e inoltre una vendita di “pigotte”: ogni pigotta permette l’acquisto di un kit di lunga sopravvivenza proteica per i bambini che soffrono la fame nel mondo.Nei suoi piani è anche non solo “donare”, ma anche “formare”, cioè andar giù in Africa a far lezioni di cucina alle giovani donne.
Grazie forse anche alla crisi, abbiamo riscoperto la pizza. Ormai la rincorrono tutti, grandi chef e gourmet con idee, sperimentazioni, analisi del gusto e laboratori che sorgono qua e là in tutt’Italia. I pizzaioli storici, prima frastornati, ora sembrano reagire vedi Pepe a Caiazzo con il suo Tempio della pizza, vedi adesso i fratelli Salvo (Francesco e Salvatore) a San Giorgio a Cremano. L’antica e storica pizzeria è stata rivoltata e rinnovata con due nuovi forni, la sala luminosa, gli spazi della preparazione a vista e le toilettes lucide che ci potresti tranquillamente mangiare dentro.