Umberto Brancaccio titolare di Gilda è un signor professionista. Ha investito non poco in città con varie iniziaitive tra lq quali spicca la frequentatissima Osteria del Marinaio. Ora punta più in alto con questo locale dalle ambizioni dichiarate: lo vedi nell’eleganza formale della tavola e della cura dei dettagli, nella scena teatrale con l’affresco di Gilda sullo sfondo e il contesto su due livelli con un privè in fondo. Accoglie un bravo barman, Emmanuel Nulchis, e poi è lui, Umberto Brancaccio a consigliarvi al tavolo aiutato da un servizio attento con Giorgio Perrone maitre e a ingentilire Michela Meynardi e Alessandra Dall’Ara. In cucina ritroviamo una vecchia conoscenza, Davide Zunino, forse lo chef più talentuoso degli ultimi anni nella riviera di ponente. Tante esperienze in giro e soprattutto a Barcellona hanno arricchito la sua tecnica. Non gli manca l’intuizione, lo spunto geniale, l’originalità, mentre il suo limite, finora, è stata la continuità. Qui è anche aiutato da Claudio Manti, altro chef indubbiamente capace. Con simile parterre le aspettative le avevamo,ed anche tante. Siamo usciti soddisfatti, ma forse ci aspettavamo qualcosa di più non tanto in cucina quanto forse nel servizio di sala che potrebbe ancora di più evocare la belle epoque dell’arredo. Ma il locale è appena aperto e deve anche avere il suo rodaggio, lo rivedremo con piacere il prossimo anno. Venendo ai piatti il migliore senza dubbio l’originale midollo ben contrastato, ma buoni anche i ravioli croccanti e gli elegantissimi e soavi tagliolini di seppie. Meno convincente l’ostrica fritta e i dessert finali, buoni ma non di grande impatto come l’ambiente richiede.
Davide Zunino
Il cuore di meditaggiasca è sempre il momento del Cooking Show. In sei edizioni sono passati tantissimi chef di grande valore e questa volta non è stato da meno, anzi! Inizia Marcello Trentini di Magorabin di Torino, ristorante stellato, riproponendo la ricetta della cena di beneficenza e un’altra ricetta che unisce Piemonte e Liguria: i tajarin alla pissaladiere. Luca Collami, altro chef della cena del sabato presenta una fresca insalatina di verdure cotte e crude con i muscoli, che saranno i protagonisti del nuovo format ristorativo che aprirà a Genova. Dal Monferrato, Locanda del Sant’Uffizio, importante e storica struttura dell’ospitalità, ecco Gabriele Boffa con un’insalatina piemontese alle taggiasche e un risotto ai 3 peperoni di bella presentazione abbinato ad un ottimo drink con il gin taggiasco ideato dall’estroso Emanuel Di Mauro del Soda di Alba. Dennis Cesco Resia è chef giovane e conferma la sua preparazione tecnica conun altro risotto al sedano rapa con rapa rossa fermentata. Enrico Marmo è il giovane chef piemontese che ha la responsabilità del rilancio dei Balzi Rossi, storico ristorante al confine. Le sue tagliatelle di riso ai gamberi e taggiasche si rivelano buonissime e funzionali. Conosciamo Christian Milone , altro chef stellato, fin dagli inizi, e lo troviamo più responsabile e maturo in attesa del suo nuovo ed ambizioso progetto che aprirà nel 2020. Si presenta con un originalissimo raviolo di cucurbitacea a crudo. Altro chef della sera prima è Simone Perata che colpisce con le sue teiere con le quali ravviva la spugna di taggiasche e conclude con il gelato all’oliva taggiasca con spuma di peperone. A chiudere prima Manuel Marchetta, del prestigioso nuovo 5 stelle di Sanremo, l’Hotel Miramare, con un elegante rivisitazione del brandacujun e un complicato ma buon predessert alla zucca. Chiude Jumoei Kuroda, uno dei pochi chef giapponesi stellati d’Italia (ai Buoi Rossi di Alessandria), con un bellissimo branzino in crosta di zucchine e fiore ripieno, e la cagliata con taggiasche e liquirizia.
Prima giornata di Meditaggiasca con la nuova tensostruttura che si dimostra funzionale. Non aiuta il tempo con una pioggia fastidiosa che di certo non incoraggia il pubblico, ma la sequenza degli chef accende l’interesse dei presenti che seguono con puntualità tutte le esibizioni, intervallate dalle presentazioni dei produttori ed espositori. In contemporanea alla fondazione Roveri l’Oro di Taggia organizza una serie di appuntamenti, un bel convegno sugli aspetti salutistici prima e nel pomeriggio la presentazione di un libro.
Ambiente molto curato, dai toni caldi e non asettici, con prezzi corretti e chef di grande personalità: morale, ristorante sempre pieno. La formula è giusta e non possiamo che confermare di persona il buono che si dice su questo nuovo locale di Milano, specie da quando, alla fine dello scorso anno, è arrivato in cucina Davide Zunino. Mangiamo bene, in un bellissimo ambiente, senza cadute di stile e di ritmo. Tutto bene quindi? Sì se pensiamo al successo popolare, meno per il livello ultimo della cucina. Conosciamo bene Davide, e nelle sue corde c’è un notevole potenziale, è uno dei giovani chef più promettenti. Qui i numeri sono importanti, la cucina (a vista) un pò limitata come risorse umane e si fa quello che si può, cioè bene per piacere un pò a tutti, non benissimo, come il palato fine magari desiderebbe.
E’ sempre un grande successo e quest’anno con il vento dell’Expò in poppa Identità Golose avrà un lungo percorso che inizia con questo Congresso e durerà fino a fine anno. Tanta gente in sala e lungo le corsie degli espositori , tante occasioni per scambiarsi impressioni, ritrovare colleghi lontani, assaggiare prodotti particolari come ad esempio il magnifico culatello di Spigaroli. E domani si continua.
Nel quadro degli eventi estivi organizzati a Marina degli Aregai, si inserisce la presentazione del libro Pasta Damare realizzato qualche tempo fa con il contributo di De Cecco. Un libro che racconta 16 storie di chef e di ristoranti attraverso il loro amore per la pasta e in particolare per la pasta abbinata al mare. E nonostante il tempo incerto la gente è intervenuta, è rimasta fino alla fine a fare domande e a ragionare sull’importanza della ristorazione come attrattiva di un territorio, anche perchè Davide Zunino ha chiuso la serata con un’ottima sua ricetta in perfetta linea con lo spirito del libro.
Seconda giornata del Riviera Food Festival che si apre con la maestria di Davide Zunino, e si chiude con uno spettacolare e seguitissimo dal pubblico presente “cappon magro” di Giuseppe Rossi dello storico ristorante La Pignese. In mezzo tanti altri bravi chef che interpretano i mille volti dei prodotti liguri, una terra che non finisce mai di stupire.