Interrompiano gli eventi di Zurigo e Vienna (che riprenderemo domani) per una parentesi importante: il momento topico per i guidaioli, ovvero la presentazione della nuova guida Michelin. E’ sempre l’occasione per ritrovarsi, confrontarsi, cercare di capire i differenti punti di vista nel rispetto reciproco che sempre deve esistere. E’ una guida fatta da gente preparata che ha alle spalle tanta esperienza. Quest’anno relativamente poche sono le novità, soprattutto nella zona alta della classifica: due sole nuove 2 stelle (ma praticamente una sola, al bravissimo Peter Girtler dello Stafler di Mules, in quanto Perbellini già l’aveva, anche se a un differente indirizzo) e nessun nuovo 3 stelle. Insomma quasi calma piatta in alto. Anzi andiamo perfettamente in pari con la stella persa di Scabin, che facciamo fatica a capire perchè. Lo chef è geniale, e per giunta completato di una formidabile brigata dove spicca Giuseppe Rambaldi, uno dei migliori souschef d’Italia che garantisce la continuità. Più numerosi ovviamente i nuovi stellati. Siamo personalmente contenti di ritrovarne tanti felicemente passati da Emergente: Federico Belluco del Dopolavoro di Venezia, Edoardo Fumagalli della Locanda del Notaio, Oliver Piras de l’Aga ultimo vincitore, Cristoforo Trapani alla Magnolia, Cristian Torsiello all’Arbustico, Andrea Cannalire del ristorante Il Cielo, inserito nel Relais La Sommità di Ostuni, Alessandro Dal Degan del ristorante La Tana, Antonia Klugman del ristorante l’Argine…. Un plauso a tutti loro. Chiudiamo con le stelle perse. Alcune sono scontate, due sono da commentare, la Gallina a Gavi, un bellissimo ristorante con uno chef capace e per finire Paolo Teverini. Paolo fa parte della vecchia guardia, è un vero peccato, speriamo sappia reagire con la forza d’animo e la saggezza che lui sa avere nei momenti difficili: stiamogli vicini.
Edoardo Fumagalli
Seconda batteria dedicata alla Lombardia e forse di livello superiore alla prima. Una gara avvincente con ricette interessanti ed originali che hanno sottolineato la buona preparazione di questi chef. Vince e va in finale Davide Caranchini che presto aprirà il suo ristorante a Como.
E’ sempre un piacere trovarsi di fronte a giovani ben preparati e motivati, come questi due, Edoardo in cucina e Damiano in pasticceria, che in affiatamento lavorano alla Locanda del Notaio, praticamente al confine con la Svizzera, lassù in alto tra i due laghi di Como e di Lugano. Dell’albergo abbiamo appena detto, del ristorante ne parliamo ora. Ha preso la stella con Sara Preceruti, giovane e brava, ma questi due ragazzi non sono da meno, c’è quindi una proprietà (rappresentata dalla efficiente Serena Emanueli) che funziona. Lui, Edoardo, ha fatto gavetta in Francia con Olivarès, ed ora si cimenta con la responsabilità di essere chef a soli 26 anni. Ma quello che ci arriva denota sicura mano e maturità acquisita, con un percorso quasi senza sbavature nella lunga parte iniziale, poi troppo pesanti le tagliatelle, mentre troviamo elegante il risotto per arrivare ai secondi. Un ottimo piccione ci fa dimenticare il narcisismo francesiggiante della pescatrice, per finire con i dessert, golosi e corretti.